(di Daniele Petroselli) Il derby è fatto di storie, fotogrammi che rimangono impressi per sempre nella memoria di ogni tifoso. Nell’album giallorosso per fortuna ce ne sono tanti di scatti da tenere a mente.
news as roma
La generazione dei santi e dei profeti
(di Daniele Petroselli) Il derby è fatto di storie, fotogrammi che rimangono impressi per sempre nella memoria di ogni tifoso. Nell’album giallorosso per fortuna ce ne sono tanti di scatti da tenere a mente.
Le corse di Pruzzo e Conti sotto la Sud, il tedesco volante Voeller esultare al Flaminio, le orecchie di Delvecchio rivolte al pubblico, la maglietta “purgativa” di Totti. E come questo tanti altri. Ma non rendono se non in minima parte la stessa soddisfazione quando a decidere è un cugino. Paolo Negro lo sa bene, visto che la sua carambola diede ancor di più il là al trionfo giallorosso del 2011. Da quel momento accadde l’imponderabile: dalle stalle alle stelle, santificazione richiesta in pompa magna, con tanto di richiesta papale. Perché certi gesti non devono solo passare alla storia. Vanno glorificati. Deve averlo pensato ieri sera anche Radu, autore del delitto perfetto. Lui che da sempre è tifoso della Magica. Non lo sapevate? AH ecco, perché forse a non saperlo (o per meglio dire a non volerlo sapere) sono proprio i dirimpettai, che al momento dell’acquisto del difensore decisero di rimuovere dagli occhi e dal cuore le immagini del futuro beniamino con la tuta della Roma. Da quel momento per lui una serie di smentite a non finire, per ricucire un rapporto d’amore forse. Ma la vera natura esce sempre. Lo dicono gli psicologi. Ed ecco arrivare il momento della vita, un rimpallo che può aprire le porte della santità giallorossa. Come farselo scappare? Basta un tocco, un semplice colpo, per passare alla Gloria eterna. Come desiderava da bambino. Detto, fatto. Gioia a non finire ed arrivano puntuali i “ringraziamenti”. Il più bello proprio a Formello. Scusate la rima, ma è proprio così. Su un muretto, ecco apparire la scritta “…la spazza Radu…”. Che la dice tutta di come sia entrato nel cuore dei tifosi, anche se di quelli sbagliati. Come lo diverrà ben presto anche Lichsteiner, che avrà il ben più onorevole privilegio di veder venerata la sua mano destra. Insomma, una venerazione pura, sincera, toccata in un passato recente (anzi recentissimo) anche a Floccari. Ma con un particolare in più che deve far riflettere.
Quando il Profeta cade in disgrazia “Mai promettere la Luna”. Devono averlo capito bene dalle parti di Formello dopo il quarto derby di fila perso per mano della sfortuna, degli arbitri e infine (ma in maniera infinitesimale) della squadra di Ranieri. Desiderare di trionfare in una Stracittadina, di segnare un gol sotto la propria Curva non costa nulla. Come naturalmente sbandierarlo ai quattro venti. Perché fa piacere al tifoso più verace, esalta gli animi e ti avvicina a chi deve ancora imparare ad amarti o a chi magari ti odia in quel momento. Ma parlare di certezze con spavalderia cavalleresca forse è un azzardo. E dietro l’angolo il rischio di sfottò incancellabili, derisione pubblica, crocefissione in sala mensa come al povero ragionier Fantozzi. Difficile trovare qualcuno che con tanta sicurezza riesca a vedere nel futuro e promettere l’impossibile. Ma tra i cugini (ma poi lo sono veramente?) sembra essere un vezzo. Sarà l’aria di campagna o magari l’aria d’alta classifica. Sì, perché l’altezza può giocare questi scherzi, ma in montagna. Fatto sta che a Formello questo virus sembra propagarsi sempre di più, guarda caso con l’avvicinarsi del derby.
In principio fu Floccari, che alla vigilia della stracittadina di ritorno dello scorso campionato tuonò: “Lo segno io”, chiaro riferimento al gol decisivo, il sogno dei sogni di un calciatore. E puntualmente Julio Sergio spezzò questo incantesimo. Un particolare che cambiò la partita quello del suo rigore sbagliato. Ci pensò Vucinic a rendere la pillola amarissima. E via con le battute sarcastiche e il famoso “…lo tira Floccari”, ormai un must tra i tifosi che lo hanno eletto ad ennesimo eroe giallorosso. Non pago ecco arrivare Hernanes, il Profeta per antonomasia che, appena sbarcato nel pianeta formellese, dichiara al Popolo il suo primo comandamento: “Segnerò subito nel derby”. Non solo non segnerà, ma sarà autore di una prestazione incolore, la peggiore con la maglia biancoceleste. E Borriello e Vucinic subito pronti a fargli masticare amaro. Prima che i tifosi ci pensino subito dopo. E come se non bastasse il gol arriva, ma alla stracittadina successiva. Un urlo sotto la Nord da mettere maura ad un branco di pecore, visto che sembra essere stato sperimentato in campagna. Ma è Arnold ancora una volta a metterlo in riga e a darlo in pasto ai suoi concittadini giallorossi. Stessa sorte toccata a Sculli, che al suo arrivo due giorni fa promette la rete decisiva, condita di corsa sotto la Curva Sud. Un pensiero non detto ma svelato dal suo ex presidente Preziosi. Ecco, forse di prezioso serve un consiglio: Mai promettere per non mantenere. A meno che non si aspiri alla santità giallorossa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA