news as roma

Kansas City 1927, la Roma come non l’avete mai letta

Il Manifesto/(A.Piccinini) – Apro facebook e trovo Kansas City 1927. L’essere tifoso della Roma aiuta. Apparso lo scorso agosto, Kansas è un diario delle partite giallorosse scritto in lunghi e articolati post in romanesco moderno,...

Redazione

Il Manifesto/(A.Piccinini) - Apro facebook e trovo Kansas City 1927. L’essere tifoso della Roma aiuta. Apparso lo scorso agosto, Kansas è un diario delle partite giallorosse scritto in lunghi e articolati post in romanesco moderno, un mix tra Nick Hornby, Alberto Sordi e un capannello di tifosi all’Università.

È insieme epica e carnevale, tragedia e commedia, diario intimo e sketch fragoroso. È rock’n’roll, mai una lagna. Fa ridere. Ha 12.500 fans, in crescita costante, che a loro volta si scambiano ininterrottamente pareri e battute. Nessuno ha ancora capito chi sia veramente Kansas City. Si parla insistentemente di ValerioMastrandrea e Zoro Bianchi, ma questo è del tutto secondario. Domande e risposte via mail, con la necessaria vaghezza. Il resto sta tutto in Rete. Quando e perché è venuta fuori l’idea di fare Kansas City 1927?"Dopo Slovan Bratislava-Roma. Era stato l’inizio della nuova era, la prima ufficiale, ed era andata come nessuno avrebbe potuto prevedere. Abbiamo capito subito che sarebbe stato un anno particolare, da raccontare e da esorcizzare, sperando d’aver più da raccontare che da esorcizzare."Ma Kansas City esiste perché nessuno, sui giornali, nelle radio, in tv, parla di calcio così? È controinformazione o cazzeggio?"È autoterapia de gruppo."

Ancora a proposito di radio, di giornali, di giornalisti. Cos’è che non sopportate nel racconto del calcio a Roma (che è un genere a parte)? Cosa vi fa ridere? Cosa vi manca? Cosa vi piace? In generale, volete farvi dei nemici in questo ambiente o no?

"C’era un periodo in cui ascoltavamo spesso le radio romane, e mediamente, salvo eccezioni, alla fine dell’ascolto si diventava brutte persone con un nemico che non sapevi d’avere prima dell’ascolto, fosse giocatore, dirigente, laziale, vario, eventuale. Per il resto, noi de nemici non ce ne volevamo fa’,ma eravamo sicuri ne sarebbero arrivati a frotte, appena avessimo infranto alcuni tabù. Invece, con sorpresa, vediamo che sti tabù stavano sur cazzo a un sacco de gente. Poi sì, a qualcuno stiamo sul cazzo noi, c’è chi dice che siamo laziali perchè chiamiamo i romanisti col soprannome e pure chi dice che il nostro non è vero romanesco, come se fossimo na coverband de Trilussa e non due che semplicemente scrivono come parlano."Ma insomma se vi chiama una radio, o Skysport, o Il Messaggero vi chiede una rubrica, ci andate o no?"Finora abbiamo detto qualche no, ma non per spocchia, semplicemente perchè ce piace fa le cose con calma. A Kansas sta a succede na cosa fica, ovvero che i tifosi parlano tra di loro invece di gridarsi addosso, con risultati talvolta sorprendenti. Ecco, se una radio, Sky, o Il Messaggero possono essere funzionali ad allargare questo fenomeno, allora forse sì, la rubrica la facciamo, ma a certe condizioni. Estremamente capricciose. Roba tipo i camerini de Lady Gaga."Kansas city è Alberto Sordi. Com’è che ogni volta che arrivano gli americani a Roma scatta questa sindrome? Non cambiano mai loro (gli americani), o non cambiamo mai noi?"Il riferimento è ovvio e resta al momento il migliore per rappresentare con efficace sintesi l’egemonia culturale che gli americani esercitano da sempre da ste parti. Ce ne siamo sempre un po’ vergognati, poi con Obama ce ne siamo vergognati un po’ di meno. «Hope», «Change» e «Yes we can», tuttavia, sono parole che ormai associamo a Di Benedetto e Pallotta."

Anonimi perché? E’ un caso, una scelta, non se poteva fare a meno? Perché avete scelto di stare su facebook e non per esempio di aprire un blog?"Anonimi è una scelta. All’inizio volevamo esse sicuri der fatto che nessuno ce venisse a prende sotto casa, chè quando parli de Roma nse sa mai. Poi appurato che nessuno ce voleva menà, è stato divertente e continua ad esselo vedè le ipotesi che se rincorrono tra siti e giornali circa chi siamo. E te diciamo con piacere che ancora si brancola nel buio. E poi pensiamo sia più importante cosa si scrive che non chi scrive. Comunque anche sta cosa dell’anonimato non deve diventà un’ossessione, un giorno, presto o tardi, finirà. E ce verranno a prende sotto casa."Le partite le vedete allo stadio o in tv?"Na rappresentanza all’Olimpico c’è sempre. E pure una davanti alla tv."Serve davvero uno stadio nuovo a Roma? E col centro commerciale dentro? Non sarebbe meglio un centravanti di riserva?"Fino a du mesi fa forse te rispondevamo che era mejo er centravanti, ma mo amo rosicato a vede lo stadio de la Juve, e lo volemo pure noi. Però senza rischio di crollo colposo, né falso ideologico, né frode in commercio [...]"Siete anche voi della scuola che il calcio va sempre peggiorando, e che il calcio di una volta era molto meglio di quello di oggi? Anche nei disastri dico. Avete mai pensato che Bojan valesse Fabio Junior, o non c’è paragone?"Fabio Junior un gol come quello di Bojan con l’Atalanta non l’ha mai fatto. Però oggi per giocare alla velocità con cui si gioca, devi soprattutto saper correre, caratteristica che un tempo era un di più. Il rischio, pertanto, è che ora ci si specializzi di più nella corsa che nella tecnica, per non parlare del look, che è diventato il vero spartiacque per ambire almeno ad una vita da mediano se non meglio. Quindi sì, il calcio di una volta era se non altro più comprensibile, si apprezzava tutto di più, e pure i fenomeni erano in numero superiore ad oggi. A unire mondi separati, idealmente c’è Totti. Puoi cambiare regole e velocità, ma certi piedi sono rari, averli aiuta. Se ce l’hai ce l’hai, sennò te impari a core."Non è che avete fatto una cazzata?"Ci sono più di 12.000 persone là fuori che stanno a rota di pezzi nostri. Abbiamo chiesto più volte scusa perché non potevate fare il pagellone, la presentazione della partita della sera, la nostra cronaca. Qualcuno ha capito, altri ci sono rimasti male. Quella di aver fatto una cazzata è un pensiero che a intermittenza si ripresenta. Ogni tanto si avverte qualche migliaio di fiati sul collo. Però anche loro hanno capito quello che diciamo dall’inizio, cioè che siamo due tifosi, no due giornalisti, e non è questo il lavoro nostro. Con tutto ciò che ne consegue, nel bene e nel male"