(di Marco Cruciani) Nord e centro-sud, nobiltà e popolo, tradizione vincente contro sogni di gloria. Con Juve-Roma di domani torna una delle rivalità calcistiche più aspre della serie A che, da Testaccio al gol di Turone, da Moggi ai duelli Del Piero-Totti, vive l'ennesimo capitolo di una partita che fa storia a se.
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Juventus-Roma: storia di questa sfida tra rivalità e veleni
(di Marco Cruciani) Nord e centro-sud, nobiltà e popolo, tradizione vincente contro sogni di gloria. Con Juve-Roma di domani torna una delle rivalità calcistiche più aspre della serie A che, da Testaccio al gol di Turone, da Moggi ai duelli Del...
La rivalità calcistica e' nata agli inizi degli anni '80, con gli arrivi rispettivamente del 'Divino' Falcao a Roma e di 'Le Roi' Platini a Torino. Ma non fu solo il mercato in cui le due squadre puntavano a diventare il club migliore d'Italia a far nascere il dualismo. Finita l'estate si passa al campo con il famoso gol annullato a Turone ele polemiche a base di centimetri tra Giampiero Boniperti e Dino Viola. E' stato un lungo amarcord che arriva fino ad oggi e fa parlare per settimane. Ma anche nei decenni precedenti c'erano state tante sfide rimaste negli annali, quasi a voler testimoniare che questo confronto si porta sempre dietro qualcosa di particolare. Basti pensare che fu proprio la Juventus, il 12 gennaio del 1930, la prima squadra in assoluto a violare l'imbattibilità di Testaccio, il mitico 'tempio' della Roma, piegata dal 'trio delle meraviglie' composto da Combi, Rosetta e Caligaris e dall'estro di 'Mumo' Orsi, tutte stelle, quando ancora la Juve non ne aveva sulla maglia, che quattro anni dopo diventeranno campioni del mondo.
L'anno dopo i giallorossi si riscattarono con un clamoroso 5-0 che divenne anche un film, con alcuni calciatori romanisti nel ruolo di comparse. Quella clamorosa umiliazione del marzo 1931 non impedì comunque alla Juve di vincere il primo scudetto di quel quinquennio prolufico, a spese proprio della Roma che quell'anno fu la sua rivale più pericolosa nella corsa al titolo. Nel 1936 un 3-1 della Roma in casa dei rivali interruppe la leggenda della squadra del quinquennio tricolore, mentre nel 1942 ci fu il successo dei bianconeri per 2-0, ma anche in questo caso risultato inutile, a parti invertite, perchè fu la Roma a fine stagione a conquistare lo scudetto. La storia si ripeterà nel 1983, anno in cui la Roma mise le mani sul secondo titolo, ma curiosamente il percorso verso il tricolore finale venne interrotto dalla sconfitta in casda contro i rivali, con la rete decisiva di Brio a 4' dalla fine e lo stopper che viene morso da un cane-poliziotto di servizio a bordo campo. Finisce comunque con la scritta sui muri della Capitale: 'meglio uno scudetto da lupi che cento da Agnelli'.
In precedenza c'era stato anche lo Juve-Roma 7-2 dell'8 ottobre 1950, con Hansen, Praest e Boniperti sugli scudi. A conclusione di quel campionato la Roma retrocesse in serie B, per la prima ed unica volta nella sua storia. All'inizio del 1958 la Roma vince invece per 4-1 umiliando la cosiddetta armata invincibile di Boniperti, Charles e Sivori, mentre particolarmente beffarda per i tifosi giallorossi suona la vittoria esterna dei bianconeri per 2-1 nel maggio del 1973: quel gol di Cuccureddu consegna lo scudetto ai bianconeri, e ai romanisti per consolarsi non rimane che pensare che almeno non l'ha vinto la Lazio, beffata sul filo di lana (si rifara' l'anno seguente).
All'inizio degli anni '80, sotto la presidenza Dino Viola, avviene la trasformazione da 'Rometta' a grande Roma che riesce a offuscare il blasone bianconero. Il 10 maggio del 1981, però, riserva un'altra beffa alla squadra della capitale. E' la partita, a Torino, di quei dieci centimetri di cui poi si si discuterà all'infinito, di quel gol di Turone annullato dall'arbitro Bergamo per un presunto fuorigioco. Alla Roma l'episodio costa lo scudetto, e da quel giorno, in cui si tocca il picco massimo dell'antipatia calcistica, la Juve diventa la nemica numero uno. C'e' stato un prima e un dopo Turone, che contiene anche il clamoroso 5-0 bianconero del 1990, la partita della rimessa 'invertita' di Aldair, la madre di tutte le proteste arbitrali, quasi sempre giallorosse. Cambiano i protagonisti, ma rimangono le ruggini. Gli anni '90 sono quelli delle polemiche tra Sensi, da una parte, e la coppia Moggi-Giraudo, dall'altra. Tutto ebbe inizio da Paulo Sosa e Ferrara, due acquisti giallorossi scippati dal direttore generale bianconero e portati alla Juve. Nel 2001 la Roma vinse il terzo scudetto, e la goduria per i tifosi fu doppia perchè i giocatori andarono a prenderselo a Torino. Al 'Delle Alpi' si compié una storica rimonta da 2-0 a 2-2 e il gol del pari lo segnò il giapponese Nakata. Stavolta e' la Juve a protestare perchè la Federcalcio pochi giorni prima aveva cambiato la norma sugli stranieri.
La Roma sorride al ricordo del 2004 in cui arrivò vittoria per 4-0 nella partita all'Olimpico. In quella occasione Totti, fu protagonista in campo non solo dal punto di vista tecnico, ma anche per il gesto con la mano del quattro (a zero) e 'tutti a casa'. Ma alla fine di quella stagione la Juve si prende la più crudele delle rivincite, Capello lascia Roma e va sulla panchina bianconera. Ancora sfide ricche di dissapori con i bianconeri sorridere negli ultimi anni. Come il doppio ko dell'anno scorso, 3-0 in Coppa Italia con Del Piero protagonista finale della sfida infinita con l'amico-rivale Totti, e poi il 4-0 di campionato. Ora, e' di nuovo Juve-Roma. Nuovo capitolo di questa sfida infinita.
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