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Julio Sergio: “Difficile fare il portiere a Roma. Rui deve tornare ad alti livelli”

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Le parole dell'ex portiere giallorosso: "Rui Patricio è un portiere importante e lo ha dimostrato lo scorso anno. In Brasile ce ne sono di molto importanti in questi anni, come Weverton che è il terzo della Nazionale"

Redazione

Julio Sergio è tornato a parlare di Roma. Lo ha fatto ai microfoni di Centro Suono Sport nella trasmissione Crossover parlando dei portieri giallorossi ma anche del momento attuale della Roma.

Come hai visto la Roma e cosa ti aspetti dalla seconda parte di stagione?“Penso che la Roma abbia fatto un ottimo mercato in estate, riuscendo anche a spendere poco. Qualche calciatore ancora non è riuscito ad esprimersi al meglio, ma sono sicuro che Mourinho stia studiando un modo per migliorare il rendimento di tutti nella seconda parte di stagione. Il calcio non è semplice, non c’è una formula perfetta. Mourinho ha sempre allenato squadre abituate a vincere e la Roma storicamente lo è un po’ meno, ovviamente escludendo la Conference League dello scorso anno. Tutti in società stanno facendo il massimo. La differenza però la fanno sempre i giocatori, se rientreranno con la testa giusta e una buona condizione fisica la Roma potrà far meglio”.

Cosa ne pensi di Rui Patricio? “Fare il portiere a Roma non è mai semplice, perché è un ambiente che vive di pressioni ed emozioni molto forti. Spesso i piccoli errori sono più fastidiosi di quelli grandi. Rui Patricio è un portiere importante e lo ha dimostrato lo scorso anno, anche in finale di Conference League. Spero che possa tornare ad alti livelli perché avere un portiere che porta punti e fiducia è fondamentale per una squadra”.

Quanto è difficile il ruolo di “secondo”? “La cosa più importante per un portiere è la testa, soprattutto se giochi meno degli altri. Devi farti trovare pronto perché, specialmente in una squadra forte, le occasioni sono poche e bisogna sfruttarle al massimo. Io ne so qualcosa, per tre anni ho sofferto, ma nonostante questo mi sono sempre allenato al massimo e quando ho avuto l’opportunità di dimostrare il mio valore ne ho approfittato. È un ruolo particolare quello del portiere, si cambia molto poco e la fiducia è fondamentale. Spero che Svilar possa farsi trovare pronto in futuro se dovesse avere altre opportunità”.

Hai dei giocatori brasiliani da consigliare alla Roma? “Per il lavoro che faccio qui in Brasile mi confronto molto spesso con la Roma e spero che in futuro possano esserci di nuovo tanti brasiliani con la maglia giallorossa. Ci sono dei portieri molto importanti in questi anni, come Weverton che è il terzo della nazionale. In generale, molti sono da calcio europeo, ma dovranno confermarsi giorno dopo giorno”.

Qual è stata la parata più importante a Roma? “Te ne dico tre. Sicuramente quella su Mauri nel derby del 2009, ma anche il rigore parato a Floccari l’anno successivo. Peccato che quella stagione sia finita così. Le parate al derby fanno la differenza e le ricordano tutti quanti, ma quella più importante in assoluto per me è stata in un Roma – Juventus. La partita l’abbiamo persa, ma nei primi minuti ho parato un tiro fortissimo di Amauri. La prima palla è sempre la più importante perché ti mette tranquillità. Ho fatto una buona partita e mi è servito molto a livello mentale”.