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Il Real contro il Barça finisce come la Lazio nei derby

( di Mirko Porcari) No, non siamo impazziti, il paragone esula dal lato puramente sportivo. Ci sono due squadre, una sfida interminabile che abbraccia l’Italia e la Spagna, chilometri di distanza ma risultato analogo…

Redazione

( di Mirko Porcari) No, non siamo impazziti, il paragone esula dal lato puramente sportivo. Ci sono due squadre, una sfida interminabile che abbraccia l’Italia e la Spagna, chilometri di distanza ma risultato analogo…

Il Real come la Lazio, dicevamo. Il clasico contro il Barcellona è un derby che va oltre i confini cittadini: non ci sono quartieri o rioni a fronteggiarsi, solo due anime contrapposte di un calcio nazionale, l’espressione più grande delle potenze sportive spagnole.

Guardiola contro Mourinho, i due allenatori del momento che si guardano in faccia ormai da due anni: bilancio tutto a favore dell’ex regista blaugrana, capace di comandare la squadra (forse) più forte di tutti i tempi in sfide di altissimo livello. Supercoppa, campionato e Champions League, palcoscenici diversi per un epilogo annunciato: vittorie convincenti, show all’insegna del fraseggio e frustrazione crescente nell’ego dello “Special One”.

Ieri, nel ritorno della Supercoppa nazionale, Mou non ha retto davanti all’ennesima sconfitta: alla luce di una prova tutta pressing e fisico, il Real ha dovuto soccombere alle giocate di Messi e compagni, regalando il fianco ad un finale ad altissima tensione.

Marcelo falcia Fabregas ed il rosso è d’obbligo, così come la rissa al limitare dell’area tecnica: mentre Guradiola faceva da paciere, l’ex interista ha pensato bene di “stuzzicare” Tito Vilanova, uno dei collaboratori di Pep: dito dentro un occhio e benzina sul fuoco, tensione alle stelle ed espulsi come se piovesse.

 

Una scena che sembrava uscita fuori da uno delle stracittadine della capitale: Roma che vince, una costante quasi noiosa, e Lazio in preda ad un crisi di nervi.

Da Ozil a Radu, da Higuain a Matuzalem, passando per Brocchi e Lichtsteiner: cambia la forma ma non la sostanza, godimento raddoppiato e depressione da complesso di inferiorità.

La “manita” qui da noi si trasforma in un più rustico “Non vincete mai”, non è escluso che da oggi in poi anche tra i supporters del Barcellona possa trovare spazio uno slogan così incisivo.