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Il Novara torna in serie A dopo 55 anni

Un sogno lungo 55 anni che si trasforma in realtà: questa sera si avvera quello che Novara aspettava dalla primavera del 1956, quando gli azzurro-scudati retrocessero dalla serie A.

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Un sogno lungo 55 anni che si trasforma in realtà: questa sera si avvera quello che Novara aspettava dalla primavera del 1956, quando gli azzurro-scudati retrocessero dalla serie A.

In serie A ha disputato 12 campionati, con una finale di Coppa Italia, nel '39, persa contro l'Ambrosiana. Nei suoi anni d'oro il giocatore simbolo del Novara fu Silvio Piola, al quale è intitolato lo stadio. È una cavalcata iniziata due anni fa, quando la proprietà (la famiglia De Salvo, titolare di una serie di cliniche private in Lombardia e Piemonte) decise di fare sul serio: il Novara era in Lega Pro e vennero ingaggiati un allenatore d'esperienza come Attilio Tesser (che doveva ricostruirsi una carriera e quindi aveva grandi motivazioni) e un direttore sportivo dal grande avvenire come Pasquale Sensibile. Per formare una squadra vincente i dirigenti novaresi hanno scelto di puntare su giocatori di valore, ma soprattutto con forti qualità umane. Così costruire il gruppo è stato facile.

Ma un altro elemento vincente è il moderno centro sportivo di Novarello, invidiato anche dai grossi club. Tesser e Sensibile hanno puntato su elementi di classe (Rigoni, Motta, Bertani). L'anno scorso la cavalcata del Novara in Lega Pro è stata devastante: a marzo era già praticamente promosso in B. La scorsa estate è stata azzeccata la mossa giusta: riconfermare tutti i giocatori e compiere solo qualche aggiustamento. Così sono arrivati Morganella e Marianini, subito titolari. Tesser ha avuto il coraggio di riproporre lo stesso schema (un 4-3-1-2 molto offensivo) e di trovare fin da subito quella coppia di gemelli del gol (Bertani-Gonzalez) che ha fatto sfracelli, almeno fino alla pausa natalizia, quando il Novara era in vetta.

È qui che è iniziato il momento peggiore della stagione: la ripresa dopo la sosta, con l'ultima di andata, ha visto infatti gli azzurri finire k.o. a Modena. Al calo fisico si è abbinato l'abbassamento della tensione emotiva, complici anche le 'vocì di mercato che volevano i gioielli azzurri inseguiti da diverse squadre di serie A. Il Novara è così stato scavalcato da Atalanta e Siena, ma, seppur a fatica, è riuscito a tenersi stretto il terzo posto. La forza del gruppo si è vista soprattutto nei momenti di difficoltà: invece di mollare la presa, tutti hanno stretto i denti e ora hanno raggiunto la finale per la A. (ANSA)