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Ieri avversario oggi allenatore: Totti ritrova Luis Enrique dopo dieci anni (FOTO e VIDEO)

(di Tommaso Gregorio Cavallaro) I destini di Luis “Lucho” Enrique e Francesco Totti si sono già incrociati in passato. Su un terreno di gioco, ovviamente.

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(di Tommaso Gregorio Cavallaro) I destini di Luis “Lucho” Enrique e Francesco Totti si sono già incrociati in passato. Su un terreno di gioco, ovviamente.

L’asturiano era una colonna del Barcà ormai da anni e con la carriera che si dirigeva verso un glorioso termine; mentre il Capitano, nel pieno della sua gioventù, aveva pochi mesi prima condotto la sua Roma al terzo alloro tricolore.

L’uno contro l’altro armati, dunque, sul prato dell’Olimpico in una fredda notte di fine febbraio del 2002; il 26, per essere precisi. Era una gara valida per il 4° turno della seconda fase a gruppi della Champions League, che allora aveva una formula diversa da quella odierna, e il Barcellona, guidato in panchina da Van Gaal, giunse a Roma a far visita alla compagine sculettata di Don Fabio Capello; quindici giorni dopo il match d’andata finito 1-1, grazie alle reti di Panucci e Kluivert.

L’Olimpico, in quella magica serata, era vestito a festa; 75.000 cuori traboccanti d’amore, pronti a tutto pur di spingere i loro beniamini a una storica vittoria, che avrebbe potuto aprire alla Magica anche le porte dei quarti di finale. La storia, della qualificazione intendo, andò diversamente, ma quella partita ancora riempie d’orgoglio tutti coloro che amano la gloriosa maglia della Roma.

Non ci fu match. Gli undici legionari giallorossi, capitanati dall’astro tottiano, sbranarono la truppa blaugrana, rifilandole ben tre reti. Una delle sconfitte più cocenti nella storia del club catalano, avvezzo a dettar legge in ogni angolo d’Europa, ma che, in quella serata di fine inverno, fu costretta a chinare il capo dinanzi alla Roma.

Un famoso cantore di storie romaniste, al secolo Carlo Zampa, iniziò ad avere delle visione al secondo gol giallorosso, firmato (guarda il destino) da Vincenzo Montella. Se mi è concesso, tutta quella partita fu una celeste apparizione. La speranza è che ora “Lucho” e Francesco, stavolta sulla stessa barca, possano condurre la Roma verso gloriosi orizzonti.