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I sette peccati capitali di Di Francesco: ecco le cause dell’eclissi

Marco Prestisimone

"Sono già due i casi (noti al pubblico) in cui Di Francesco e la società hanno dovuto fare i conti con le intemperanze dei propri calciatori, una volta in campo ed una fuori. Prima De Rossi toglie due punti alla Roma per lo schiaffo a Lapadula in una partita già morta e sepolta; poi a Capodanno ci pensa Nainggolan ad agitare le acque di Trigoria.

Se nel primo caso la punizione se l’era data “da solo” con i punti buttati al vento, le due giornate di squalifica e la multa per regolamento interno, con il belga la sanzione è stata ben più drastica. La mancata convocazione del Ninja ha diviso la piazza tra chi riteneva giusta l’esclusione e chi invece crede che non si possa fare a meno di Nainggolan in campo.

Sta di fatto che, in cuor suo, Di Francesco si aspettasse una scossa in campo dopo una decisione difficile e per molti impopolare: l’effetto è stato opposto, con una Roma alla mercé dell’Atalanta fino all’espulsione di de Roon.

Morale della favola: la squadra è cresciuta fuori, ma si è affievolita in campo.

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