(di Mirko Porcari - ForzaRomaStadio) Non solo carisma. Per riassumere Gaby Heinze servirebbe una lunga lista di aggettivi, tutti tendenti verso il furore agonistico e l’abnegazione.
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Heinze? No, guerriero
(di Mirko Porcari – ForzaRomaStadio) Non solo carisma. Per riassumere Gaby Heinze servirebbe una lunga lista di aggettivi, tutti tendenti verso il furore agonistico e l’abnegazione.
Il Bignami del difensore perfetto, capace di reggere alla pressione di una carriera folgorante, spesa tra i colori e l’orgoglio della nazionale argentina e la vetta della classifica nei migliori campionati europei. La sostanza, nelle parole e nei pensieri, si era intravista sin dai primi giorni in giallorosso: “E’ un orgoglio essere qui, è stato facile dire di sì alla Roma” la semplicità nell’esperienza, senza pomposi proclami e stucchevoli promesse, facendo affidamento sul cuore e la grinta del vero guerriero.
L’ombra sull’inizio del campionato, risucchiata dagli esperimenti e la ricerca dell’affiatamento, ha lasciato il posto alla granitica certezza: senso della posizione condito da una massiccia dose di “mestiere”, un clone biondo del “fratello” e compatriota Burdisso, un legame calcistico spezzato troppo presto dalla sfortuna e dal dolore dell’altro figlio “albiceleste”. Naufragio o trionfo che sia, Heinze è sempre lì: abituato a combattere, ha sciolto piano piano i dubbi di Luis Enrique, dimostrando tutta la grandezza del campione al servizio di una causa comune.
In pochi mesi è diventato perno della difesa e idolo della tifoseria: il connubio perfetto, insomma, a dispetto di chi lo voleva “bollito” dopo una carriera a respirare l’aria delle grandi sfide. Riparte la caccia ad un posto in Europa, il guerriero vuole prendere per mano la Roma.
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