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Gol, guida per i giovani e sincerità: ecco le tre missioni di capitan Dzeko

Marco Prestisimone

"Il secondo segnale è arrivato subito dopo la partita: “I giovani devono capire che non si vive di rendita su una o due partite buone, bisogna fare di più. Uno o due calciatori non possono vincere da soli”. Le orecchie sono fischiate ai giovanotti del gruppo. Soprattutto a Kluivert e Under, ma in campo c’era anche Mancini - di cui Edin ha grande stima - con cui si è soffermato spesso a parlare prima di punizioni e calci d’angolo. Impossibile non pensare a un messaggio (involontario?) alla dirigenza, che nel mercato di gennaio ha comprato tre giocatori nati nel 1998. In quell’anno Dzeko aveva già “scansato” una guerra insieme alla sua famiglia e dopo cinque avrebbe già fatto l’esordio tra i professionisti. Se a inizio stagione è stato scelto lui e non Pellegrini come vice-capitano però è anche per questo: con la sua esperienza dovrà trainare la Roma nel suo ennesimo anno zero e fare da guida ai più giovani.

 LaPresse

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