C'era tutto, in poche righe: il nuovo tecnico ed una filosofia da abbracciare. Qualche giorno fa, sulle colonne de Il Messaggero, era apparso un articolo a firma Roberto Renga che elencava le caratteristiche del perfetto allenatore romanista.
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Giovane e spagnolo, proprio come scrisse Renga
C’era tutto, in poche righe: il nuovo tecnico ed una filosofia da abbracciare. Qualche giorno fa, sulle colonne de Il Messaggero, era apparso un articolo a firma Roberto Renga che elencava le caratteristiche del perfetto allenatore romanista.
Un mix di ambizione e innovazione, con una particolare attenzione al ruolo ed al relativo modo di interpretare il calcio e gli schemi: "la Roma ha bisogno di un ex attaccante, qualcuno che possa mettere in campo un credo offensivo" una sorta di predizione, condita dalla chicca sulla nazionalità: "deve essere spagnolo, magari con un passato in serie minori, tanto per non essere condizionato da impostazioni che vadano oltre una fase embrionale". Luis Enrique, praticamente.
Prima che se ne parlasse apertamente, ecco il nome: un lavoro di deduzione che avrebbe certificato una scoperta che andava oltre il "già sentito", oltre il Delio Rossi o lo Stefano Pioli di turno.
M.Limiti
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