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Galliani: “La Sensi presidente di Lega? Non lo so, vedremo…”

Sono cominciati in via Rosellini a Milano i lavori di un gruppo di presidenti della Lega di A incaricati di studiare una ipotesi di accordo sui criteri di determinazione dei diritti tv relativi ai cosiddetti bacini d’utenza.

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Sono cominciati in via Rosellini a Milano i lavori di un gruppo di presidenti della Lega di A incaricati di studiare una ipotesi di accordo sui criteri di determinazione dei diritti tv relativi ai cosiddetti bacini d'utenza.

 

Si tratta, come noto, di ripartire gli ultimi 200 milioni di euro di diritti televisivi per la stagione appena terminata sulla base di sondaggi d'opinione che misurino il numero di sostenitori di ciascuna della 20 squadre di A. In particolare, questa sorta di commissione, definita 'a geometria variabilè dal presidente Beretta (oggi sono rappresentate nove società, le big al completo più Lazio, Udinese, Genoa e Palermo) tenterà di risolvere la crisi tra club grandi e piccoli e di portare in assemblea (che è rimasta aperta fino al 6 giugno prossimo) una piattaforma di intesa che possa essere approvata.

I presidenti dei club di A devono comunque in realtà provvedere anche a una tempestiva sostituzione del presidente Maurizio Beretta ormai dimissionario da mesi. Anche perchè, con la decisione di tornare nel Consiglio della Federcalcio, e con l'esigenza di affrontare temi come gli stadi, il numero di extracomunitari tesserabile, la riforma dello statuto federale e altro. L'esigenza, per la Lega di A, di definire le cariche aumenta. «Oggi si parla solo di diritti tv», ha però precisato Adriano Galliani, che non ha voluto sbilanciarsi sulle candidature per la presidenza.

In particolare per la disponibilità di Rosella Sensi, attuale vicepresidente, non più impedita dalla proprietà della Roma. Una candidatura, comunque che, almeno stando ai rumors, sarebbe stata accolta con poco entusiasmo, anche solo per il fatto che si tratterebbe della prima donna nella lunga storia della Lega. «Una donna presidente? non lo so vedremo», taglia corto Galliani, mentre il suo 'collegà Ernesto Paolillo è più possibilista: «Vediamo cosa succede, siamo aperti ad esaminare tutto».

(ANSA).