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Gaffe, errori dialettici e i malumori a Trigoria: i cinque passi della rottura tra Petrachi e la Roma

Marco Prestisimone

Durante il periodo del coronavirus Petrachi sembra già un elemento estraneo alla Roma. La squadra ormai ha perso fiducia, la dirigenza ha iniziato a mal digerire i suoi comportamenti. La goccia che fa traboccare il vaso tra lui e i giocatori è l'intervista a Sky in cui definisce "poco cattivi" i calciatori in allenamento. Un attacco smentito da Fonseca solo poche ore dopo che fa arrabbiare ancora di più la squadra, che durante il lockdown aveva parlato direttamente con Fienga per la questione del taglio stipendi. Poi l'sms al veleno mandato a Pallotta dopo che Petrachi non era stato citato in un'intervista che lodava il lavoro dello stesso Fienga e di Zubiria. Il CEO prova a ricucire il rapporto ma lo strappo ormai è definitivo. E arriva a pochissimi giorni dal ritorno in campo di una Roma che cercherà disperatamente di agganciare il quarto posto o di andare il più lontano possibile in Europa League. Ma non sarà più affare di Petrachi.

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