Trecentoundici giorni. Tanto è mancato Leonardo Spinazzola da un campo di calcio, da una partita vera. Ma il calvario dovuto all'infortunio al tendine d'Achille per il terzino della Roma si è concluso oggi, nella sfida che i giallorossi di José Mourinho stanno perdendo contro la Fiorentina per 2-0. Una bella notizia, anzi bellissima in una gara che di bello ha ben poco al momento. Ancor più bella se si pensa al futuro e all'apporto che Leo potrà dare, anche in vista della finale di Conference a Tirana contro il Feyenoord, e di una finale di stagione che deve riportare la squadra in Europa League. Le sue parole a Dazn:
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Spinazzola torna in campo dopo l’infortunio: “Non vedevo l’ora di entrare”
Il terzino giallorosso conclude il calvario iniziato 311 giorni fa, nei quarti di finale degli Europei
Ci hai pensato a quei dieci mesi all'ingresso in campo? "Sinceramente no. Perché da un circa un mese mi sento bene, a mio agio in campo e non vedevo l'ora di entrare. Tre minuti sono importanti. Per queste partite che mancano è importante ogni minuto che gioco".
Qual è stato il tuo pensiero nel momento prima di entrare? "Finalmente era arrivato il momento che ho sognato in questi dieci mesi. Lo aspettavo da tanto e sono stato felice, ma la felicità è stata tornare in gruppo sinceramente e sentirmi a mio agio".
Diventare più forte è dura. "Grazie, ma spero di diventare più forte"
Tirana è una motivazione in più? "Sì, speravo di arrivare a Tirana per la Roma, i tifosi ma anche per me. È importante anche solo sognare di giocare quella finale, sentirmi me stesso e dare un contributo alla squadra. Ora è importante finire bene questo campionato".
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"Era importante chiudere questo cerchio. Ho riassaporato il campo ed è un'emozione bellissima. Non è un buon risultato, ma abbiamo altre due partite per chiudere bene il campionato".
Gli applausi del Franchi "Sono soddisfazioni e li ringrazio".
Si chiude un cerchio, quali sono le tue ambizioni per le partite che restano? "Spero di giocare e sentirmi a mio agio. La finale basta vincerla, posso anche non giocare".
Come ti sei sentito in campo? "Bene, non soffro l'emozione. Ero tranquillo e felice, peccato per il risultato".
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