(di Alessio Nardo) Prima o poi smetteremo di parlare di lui. O forse, chissà, non smetteremo mai. Quel che conta, per ora e per almeno altri due anni, è parlare del Francesco Totti atleta, calciatore, se vogliamo anche artista. Vent'anni di pura libidine, di giocate maestose, d'intelligenza creativa. Vent'anni, soprattutto, di continuità ed alto rendimento. Emblema dell'estrema professionalità di un ragazzo che ad anni 37 appena compiuti (ancora auguri!), non smette d'esser importante, rappresentativo, semplicemente decisivo per le sorti della Roma. L'età che avanza dovrebbe fisiologicamente frenarne l'ascesa. E invece no. Totti è sempre lì, forse meno brillante e rapido di un tempo, ma sempre determinante. Qualità, forma psicofisica, serietà nel lavoro settimanale. Questi (ed altri) i segreti del Capitano che, a differenza di molti suoi illustri coetanei, prosegue il proprio viaggio. Con l'entusiasmo e la voglia di un ragazzino agli inizi.
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Ecco cosa fanno…all’età di Totti
(di Alessio Nardo) Prima o poi smetteremo di parlare di lui. O forse, chissà, non smetteremo mai. Quel che conta, per ora e per almeno altri due anni, è parlare del Francesco Totti atleta, calciatore, se vogliamo anche artista. Vent’anni...
E' la fame che lo spinge? Perché no. D'altronde, aver vinto "solo" uno scudetto e quattro coppe con il suo club (senza dimenticare l'Europeo Under 21 ed il mondiale del 2006, oltre alle varie conquiste a livello personale) può costituire lo stimolo più grande per Francesco. Il miglior motivo per spingere ancora, dar l'anima e sperare di ottenere di più. Nessun giocatore (mai nella storia) ha vinto due scudetti con la Roma. E l'ultimo capitano giallorosso ad aver alzato al cielo un trofeo internazionale resta il buon Giacomino Losi, ben 52 anni fa (la Coppa delle Fiere). Totti ci crede, per questo va avanti. Mentre altri, alla sua età, già da un po' di tempo pensano a svaghi, relax e soldi. Tutto ciò che un (ex) calciatore di fama e di successo può legittimamente meritarsi alla soglia degli "anta". L'elenco è lungo e denso di star. Nomi eccellenti. Gente che sembra abbia lasciato da un pezzo, e che invece, anagrafe alla mano, ha semplicemente gli stessi anni di Francesco.
ALESSANDRO NESTA (19/03/76), gioca in Canada nel Montreal Impact
C'era una volta il vero derby. Quello dei due capitani di Roma. Stessa età, stessa fascia al braccio. Diversi solo i colori: giallorosso il nostro Francesco, biancoceleste il buon Alessandro. In fondo, era bello così. Soprattutto per i laziali, che potevano "alzare in faccia" ai rivali un degno alter ego. La favola finì ben presto, nell'agosto del 2002, quando il Milan portò via da Roma il fortissimo difensore azzurro. Dieci anni di trofei e sorrisi in maglia rossonera e poi, nel 2012, lo sbarco in Canada. Montreal Impact, calcio di secondo piano. Per svernare e godersi nuove terre.
MICHAEL BALLACK (26/9/76), ha lasciato nel 2012
La roccia, il muro teutonico. Michael, fortissimo e carismatico centrocampista tedesco (nonché capitano di lungo corso della nazionale) degli anni duemila, è un ex già da un po'. Da oltre un anno, per l'esattezza. In carriera ha perso tante finali e vinto molto in ambito "nazionale". Gli anni migliori li ha trascorsi al Bayern Monaco e al Chelsea, sino al ritorno al Bayer Leverkusen (squadra in cui aveva già militato dal 1999 al 2002) nel 2010. Due stagioni anonime e poi il ritiro, a 35 anni e mezzo.
EMERSON FERREIRA DA ROSA (4/4/76), ha smesso nel 2009 iniziando a "studiare" da dirigente
Ah, il Puma. Ve lo ricordate? Se siete romanisti (o appassionati di calcio) ed avete più di vent'anni, probabilmente sì. Grande, grandissimo interprete del ruolo di mediano tuttofare. Ruba-palloni dal gran fisico e dall'eccellente proprietà tecnica. Ha vissuto quattro stagioni a Roma vincendo uno scudetto ed una Supercoppa Italiana. Poi, il "tradimento", ossia il pluridiscusso passaggio alla Juventus (con Capello e Zebina). Esperienze non memorabili a Madrid (sponda Real) e Milano (sponda Milan) ed infine sei misere presenze al Santos in Brasile. Capolinea della carriera a soli 33 anni.
FERNANDO MORIENTES (5/4/76), ha detto basta nel 2010
Centravanti spagnolo tra i più forti e sottovalutati degli anni duemila. Gran forza fisica, buoni fondamentali sul piano tecnico ed eccezionale senso del gol. Pilastro per anni del Real Madrid e della nazionale spagnola, ha vissuto in seguito esperienze interessanti all'estero (in Ligue 1 e in Premier League), chiudendo la carriera al termine della stagione 2009-2010, dopo aver siglato un solo gol in dodici presenze con la maglia dell'Olympique Marsiglia.
ALVARO RECOBA (17/3/76) gioca nel Nacional, a fine anno si ritira
Eh sì, c'è spazio anche per lui. Il Chino ex Inter e soprattutto ex maledizione della Roma, tra le sue vittime preferite. Talento cristallino ma eternamente incostante, l'uruguaiano è stato per anni croce e delizia dei tifosi nerazzurri. Pupillo di Moratti, ha alternato sprazzi d'altissima qualità a lunghe, lunghissime pause. Nel 2007-2008 ha giocato con il Torino, per poi trasferirsi al Panionios e al Danubio. Attualmente (compirà 38 anni a marzo) veste la maglia del Nacional. Ha annunciato da poco il ritiro a fine stagione.
RONALDO (22/09/76), ha smesso per guai fisici e chili in eccesso. Ora si diletta tra reality e spot
C'è chi lo chiama "il vero ed unico Ronaldo", in segno di snob verso un certo CR7. Il fenomeno, proprio lui, leggenda epica del calcio mondiale. Talento superbo, potenziale erede dei mostri sacri Pelé e Maradona, frenato da una serie di orribili infortuni in giovane età. Nonostante ciò, è stato protagonista (e capocannoniere) del mondiale 2002 vinto proprio dal Brasile. Ha vissuto varie tappe importanti: dal Barcellona all'Inter, dal Real Madrid al Milan. Chiudendo la carriera al Corinthians e annunciando l'addio al calcio il 14 febbraio 2011, ormai devastato da guai fisici e chili in eccesso.
CLARENCE SEEDORF (1/4/76), si diverte in Brasile nel Botafogo
Uno dei più forti centrocampisti di sempre del calcio europeo. Anzi, definirlo centrocampista è persino riduttivo. Playmaker, fantasista, uomo d'ordine, trequartista. "Inventore di gran calcio" rende bene l'idea. Ha vinto la Champions League quattro volte con tre maglie diverse (Ajax, Real Madrid e Milan), ma in rossonero ha vissuto dieci anni complicati per via di un rapporto mai del tutto limpido con i tifosi. Nel 2012 ha lasciato l'Italia per trasferirsi in Brasile, al Botafogo, dove gioca tuttora.
ANDRIY SHEVCHENKO (29/9/76), ha lasciato il calcio dopo Euro 2012 dandosi alla politica
Restiamo in casa Milan per parlare di un simbolo. Uno degli attaccanti più forti e straordinari di sempre. Un fenomeno completo in ogni particolare, spietato rapinatore d'area di rigore. In rossonero ha vinto la Champions League del 2003, realizzando (a Manchester) il rigore decisivo a Buffon. Il calo repentino delle sue prestazioni è giunto in largo anticipo, nel 2006, con il passaggio al Chelsea. Da lì pochissimi gol, tante delusioni ed il doppio ritorno prima al Milan (stagione 2008-2009) e poi alla Dinamo Kiev (dal 2009 al 2012). Ha chiuso la carriera al termine dell'Europeo del 2012 giocato in casa dalla sua Ucraina, salutando i suoi tifosi con una doppietta nel match d'apertura del gruppo D contro la Svezia di Ibrahimovic.
RUUD VAN NISTELROOY (1/7/76), ha chiuso nel Malaga nel 2012
Totti i gol continua a farli. C'è chi invece si è fermato, nonostante abbia la stessa età del Capitano, dopo aver regalato agli appassionati di calcio stagioni strepitose sul piano realizzativo. E' il caso di Ruud, l'unico centravanti olandese dell'ultimo ventennio in grado di avvicinarsi (seppur restando a "debita" distanza) ai livelli di un certo Marco Van Basten. Lui, "Van Gol", ha gonfiato per anni le reti di tutto il mondo, vincendo paradossalmente poco, pur militando in grandissimi club come Manchester United e Real Madrid. Dopo aver saggiato anche l'esperienza in Bundesliga (con l'Amburgo) ha chiuso nel Malaga nel 2012.
PATRICK VIEIRA (23/06/76), allena le giovanili del Manchester City
Altra colonna del calcio europeo degli ultimi quindici anni. Straordinario mediano francese dotato di tutto: strapotenza fisica, visione di gioco, eleganza e senso del gol. Il degno antenato dello juventino Paul Pogba. Patrick ha vissuto il suo miglior periodo in Inghilterra: pilastro per nove stagioni dell'Arsenal di Wenger. Poi, il ritorno in Italia (era stato bocciato giovanissimo dal Milan), precisamente alla Juve, nell'anno pre-Calciopoli, preludio del passaggio all'Inter. Ultima esperienza nel Manchester City, anno 2010-2011. Infine il ritiro, a 35 anni ancora da compiere.
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