Eusebio Di Francesco è stato un giocatore della Roma dal 1997 al 2001 ed ha, quindi, vissuto la gioia del terzo scudetto della storia del club capitolino.
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Di Francesco: “La Roma è una squadra giovane. Migliorerà”
Eusebio Di Francesco è stato un giocatore della Roma dal 1997 al 2001 ed ha, quindi, vissuto la gioia del terzo scudetto della storia del club capitolino.
Contattato da Asromalive.it, l’ex allenatore del Lecce ha parlato delle proprie sensazioni sulla Roma attuale e sul progetto messo in atto dalla nuova dirigenza:
Lei ha incontrato la Roma di Luis Enrique in questa stagione. Quali sono state le sue impressioni?
Mi ha fatto una buona impressione, nel senso che è una squadra ”rivoluzionata”, con tanti giovani ma è ovvio che, come spesso succede, e non solo a Roma, quando ci sono i giovani, si ha poca continuità. E’ quello che è stato fino ad ora l’andamento della Roma. Devo dire che ci sono, però, secondo me, dei grandi margini di miglioramento di questi ragazzi, in particolar modo di Lamela che ritengo sia un giocatore che ha delle grandi potenzialità espresse però fino ad ora in maniera altalenante.
Questo rendimento altalenante della Roma da cosa dipende? Solo dalla giovane età dei suoi protagonisti o c’è qualcos’altro che non va?
Io ci trovo tanti aspetti positivi. Le squadre che sono lì davanti, non sono lì per caso: hanno maggiore esperienza e spessore, non dico tanto tecnico ma a livello di personalità di alcuni giocatori. Questi ragazzi, con il tempo, con le esperienze, con partite negative e positive, sono convinto che acquisiranno un migliore approccio alle partite.
Abbiamo parlato di Lamela ma c’è qualcun altro elemento della Roma che l’ha colpita?
Sì, ritengo che lui, tra tutti, sia quello che abbia grandi potenzialità ma anche Pjanic mi piace; Borini, anche se giovane, ha dimostrato di poterci stare alla grande per combattività e caparbietà. Ecco, in questo momento Borini ha una mentalità da Roma perchè da sempre tutto. Lamela ha fatto partite con grandi sprazzi di classe e altre in cui, magari, si è visto poco. E’ questione proprio di età, di trovare gli equilibri giusti, di dare continuità a quello che di buono sta facendo.
Cosa dovrebbe fare la società durante la prossima estate? Se la sente di suggerire qualche nome?
No, suggerimenti no. Sono convinto che sono arrivati degli ottimi dirigenti, bravi nel seguire giovani talenti come Sabatini, che ha già operato a Palermo, nel Perugia e in tante altre società e devo dire che, sotto questo punto di vista, come talent scout, ne sbaglia pochi. So che stanno lavorando e che stanno cercando tanti altri giovani interessanti, giustamente abbinati a giocatori d’esperienza, a partire, in primis, da Totti e De Rossi. Si parla di progetto e non si possiamo pretendere di avere subito dei risultati. Magari tutti, nei progetti, riuscissero ad ottenere risultati al primo anno. Questa è una squadra che sta ”lavorando” e ”progettando” ed è giusto che conti sui giovani talenti.
Allenerebbe la Roma in futuro?
A chi non piacerebbe (ride, n.d.r)? Io sono legatissimo alla Roma ma al di là di un discorso di poter allenare o non allenare. Adesso ho scelto questo lavoro e cercherò di farlo cercando di andare più in alto possibile. E’ giusto che io sia ambizioso ma vedo con molto piacere la Roma di Luis Enrique in questo momento.
Qual è il ricordo più bello che conserva della città e della squadra?
L’affetto dei tifosi che hanno dimostrato, anche quest’anno, di avere grande pazienza ma non avevo dubbi perchè anche in passato, anche se a volte le cose andavano male, hanno sempre amato la maglia. Questo penso che sia un segnale molto importante. E’ sempre stato un grande approccio ai giocatori che, in ogni momento, sono nella Roma e lo stanno facendo tutt’ora
(asromalive.it - Marco Pennacchia)
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