(Alessio Nardo) Dieci anni. Tondi tondi. A volte sembra passato un secolo, a volte un minuto. Dipende da sensazioni, umori e momenti. Di certo, in tutto questo tempo il tifoso romanista non si è annoiato.
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DECENNALE SCUDETTO 2001 – 17 giugno 2001-17 giugno 2011: Roma dal trionfo all'anno zero
(Alessio Nardo) Dieci anni. Tondi tondi. A volte sembra passato un secolo, a volte un minuto. Dipende da sensazioni, umori e momenti. Di certo, in tutto questo tempo il tifoso romanista non si è annoiato.
Non lo fa mai, poiché immerso in ventiquattr’ore su ventiquattro di passione sfrenata che rende vibrante e intensa anche una stagione anonima. Non è stato il decennio auspicato dalla Roma giallorossa, soprattutto riassaporando l’emozione di quel 17 giugno 2001. L’apice di un’era nonché il punto di partenza solo apparente di un ciclo vincente e glorioso. Non è andata così. Da quel giorno ad oggi, in questo breve e al contempo infinito decennio, è arrivata solo qualche coppa (quattro per l’ esattezza). Il quarto scudetto? Un miraggio, inseguito a più riprese e mai raggiunto. Nel 2002 la Roma capelliana sfiorò un bis leggendario, giungendo ad un solo punto dalla Juve campione.
Nel 2004 fu il Milan dei record guidato da Ancelotti (unico scudetto di Carletto in rossonero) a stroncare le ambizioni romaniste. Poi, solo Inter.
Malefica e malvagia nello spegnere il meraviglioso sogno dei ragazzi di Spalletti nel 2008 (non senza molteplici episodi arbitrali controversi) e a bocciare la miracolosa cavalcata della Roma ranieriana un anno fa. Tanta roba, tante storie da scrivere nel personalissimo diario di ogni tifoso giallorosso. Perché la Roma è fondamentalmente un’emozione, un’eterna magia che batte in fondo al cuore.
Non si vince sempre, ed è per questo che le vittorie non si perdono nelle nebbie della memoria, restando ben impresse e indelebili nell’animo. Così come qualche pagina nera, ricordata sì con dolore (vedi Roma-Liverpool, Roma-Lecce, lo stesso Roma-Samp) ma anche con un velo di autolesionistico affetto. Perché un’emozione intensa, anche se triste e malinconica,, va comunque conservata.Figuriamoci i successi.
Pagine di storia, istantanee destinate a restare impresse per sempre negli occhi e nel sentimento di ogni tifoso. Oggi è il 17 giugno 2011 e nel dirlo viene qualche brivido. Il tempo trascorre veloce e inesorabile, è capace di portarsi via dieci anni così, come nulla fosse. Roma- Parma, assieme ai suoi significati, è lì dietro l’angolo ma fa già parte di un archivio antico. Francesco Totti era un giovane fanciullo pressoché agli inizi di una carriera luminosa, e con lui Vincenzo Montella, Gabriel Batistuta, Cafu, Emerson, Candela, Samuél, Tommasi, Zago e tutti gli altri. Con Capello in panchina, il presidente Sensi e Franco Baldini nel ruolo di direttore sportivo. Baldini, già.
Dieci anni dopo, la Roma del nuovo corso a stelle e strisce riparte da lui, ex artefice dell’ultimo grande trionfo. L’uomo della continuità, il sincero legame tra passato e futuro. Con la speranza che tra altri dieci anni, le date da celebrare siano assai aumentate nell’album dei ricordi felici.
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