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Da Pellegrini a Felix, quanto pesano i cartellini per la Roma

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Tra ammonizioni ed espulsioni, la Roma ha raggiunto già quota 50 in questa speciale classifica. E Mourinho ruggisce: "Ci fanno passare per assassini"

Redazione

Gialli, rossi, squalifiche e diffide. Di nuovo gli arbitri al centro del mirino dopo l’esagerata espulsione di Felix Afena-Gyan di ieri sera. "Ci fanno passare per una squadra di assassini" ha detto lo Special One al termine della partita contro i liguri, lamentando una diversità di trattamento evidente. La cattiveria agonistica, tanto agognata in passato, di sicuro è aumentata ma non giustifica alcune decisioni al limite del paradossale e che anche ieri hanno provocato fastidio ai tifosi presenti all’Olimpico e a Mourinho stesso. Tanti i cartellini sventolati in faccia a Mancini e compagni, alcuni pesanti. Anzi pesantissimi. Con le due ammonizioni di ieri (alle quali aggiungere il rosso per doppio giallo di Felix) la Roma è arrivata a 47 cartellini gialli presi, con tre rossi che stanno bene lì per fare statistica. Per confermare la presunta vena rancorosa dei giocatori verso le gambe avversarie? O forse quella degli arbitri contro Mourinho?

Pellegrini, Abraham e Felix: quando i cartellini sono un mistero

Sesta giornata di serie A, Roma-Udinese, gara terminata 1-0. Gol di Abraham pagato con lo scotto di un rosso a Lorenzo Pellegrini. Motivazione? Gomito largo su un contrasto aereo, valutato troppo pericoloso per essere sanzionato 'solo' con un cartellino giallo e rosso diretto per il capitano della Roma. E derby saltato (e perso 3-2) la settimana successiva. “Espulsione assurda”, commenta sbigottito Mou. Ancora più nell’assurdo si entra due settimane fa, nella partita persa per 1-0 contro il Bologna: Abraham sbaglia un controllo, perdendo palla si gira e si trova davanti un avversario contro cui sbatte accidentalmente. Per Pairetto non è così, fallo volontario e giallo. L'inglese ha saltato la partita contro l'Inter del turno successivo mentre in quella stessa partita Zaniolo veniva martoriato dai difensori bolognesi. Scene simili e squalifiche in questi turni anche per Veretout, Karsdorp (qui però se l’è cercata l’olandese) e lo stesso Zaniolo. Ieri l’ultimo capitolo: Roma-Spezia, Felix Afena-Gyan entra duro (ma corretto) su un suo avversario, mandandolo a terra ma in un contrasto di gioco. Nessun fallo segnalato, ma giallo per il giocatore giallorosso. Fallo? No, nessuna punizione. Proteste? Unica spiegazione plausibile, anche se il ragazzo non sembra parlare particolarmente bene l'italiano. Eppure Prontera avrà avuto i suoi buoni motivi.

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Insomma, che i giocatori della Roma siano irruenti o maldestri può essere un dato di fatto. Ma i 47 cartellini gialli e i 3 rossi sventolati in faccia ai calciatori giallorossi, a volte sono stati dati con troppa leggerezza. Questo è quello che fa infuriare Mourinho: "L’espulsione di Felix? Per me non c’era il primo giallo. L’arbitro è stato bravo, ma anche in altre occasioni, per noi è sempre giallo e per altri no - e  aggiunge - A Cristante ho detto di parlare “piano” con l’arbitro perché tu non sei Bonucci o un giocatore di quello status”. Figli e figliastri. O magari è proprio un livello di arbitraggio che porta a non capire il momento della partita in cui si può (e si deve) tirare fuori il cartellino.Nella classifica 'speciale' riservata a chi ha subito e commesso più falli, la Roma ha una percentuale che la piazza al quinto posto, ma in quanto a falli subiti è soltanto settima. Eppure il criterio con cui vengono dati i cartellini varia da arbitro ad arbitro, non c'è un'uniformità che permette di capire quale sia il metro arbitrale che viene seguito. E parte qui l'idea che magari, quello che fa tendere la mano dell'uomo in giallo verso la tasca, riguarda un passaparola che Mourinho ha fatto partire dopo le dichiarazioni contro la classe arbitrale nelle prime partite di campionato.

Amichevoli, Conference e serie A: quando si diventa 'assassini'

Già durante le amichevoli di preparazione alla stagione in corso, quest'estate la Roma era stata più volte bersaglio di decisioni discutibili. È anche vero però che la forma mentis di Mourinho è di stampo portoghese, coriaceo, pragmatico. E duro. Non a caso, una delle partite con più cartellini nella storia dei campionati del Mondo è un Portogallo-Olanda del 2006 che terminò con 16 ammoniti (otto portoghesi) e 4 espulsi (due portoghesi). Nota a margine, i lusitani vinsero la partita. Certo, più che un tabellino di una partita sembra un bollettino di guerra, ma è anche vero che esiste una via di mezzo tra una cosa e l'altra. Troppo spesso, tra Porto e Betis Siviglia, durante la preparazione estiva la Roma è stata additata come squadra troppo irruenta, il che ha portato gli arbitri a osservare attentamente i giocatori e il loro approccio all'incontro. Risultato? Severità.

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Questo ha portato Mourinho a schierarsi apertamente contro gli arbitri (prima), per poi ritornare sui suoi passi (solo a livello verbale, non di pensiero) evitando dichiarazioni. nella conferenza stampa pre Spezia di domenica, Mou aveva risposto così alla domanda su cosa pensasse delle tante ammonizioni: "Meglio parlare di un'altra statistica: siamo la squadra di Serie A con più tiri in porta. Meglio così, almeno non dico niente di quello che non dovrei dire". In effetti la Roma è la seconda squadra per tiri totali (285, davanti solo l'Inter a 292), ma 114 sono fuori dallo specchio a discapito dei magri 83. Forse è meglio non pensare neanche a questo, meglio focalizzarsi sulla squadra e su un cambio di approccio che permetta di giocare in serenità, con meno irruenza, in modo e maniera da permettere a Mourinho di avere sempre a disposizione gli stessi giocatori e non dover cambiare modulo ogni settimana. E soprattutto a non dover continuare questa crociata contro gli arbitri e la loro voglia di tirare fuori i cartellini.

Simone Biondi