(di Alessio Nardo) Nella lunga storia della Roma c'è spazio anche per una particolarissima categoria. Quella dei "giocatori fantasma".
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Da Gulunoglu a Nego: la lunga lista dei 'giocatori fantasma'
(di Alessio Nardo) Nella lunga storia della Roma c’è spazio anche per una particolarissima categoria. Quella dei “giocatori fantasma”.
Non va confusa con la sezione "meteore", note per aver vestito la maglia giallorossa al massimo una, due o tre volte in tutto (alcuni esempi? Cejas, Abel Xavier, Defendi, Filipe, Guillermo Burdisso...). No. Loro, i giocatori fantasma, quella maglia l'hanno vista, annusata, quasi assaporata. Ma mai e poi mai indossata in gare ufficiali. Neanche per sbaglio.
Alcuni nomi sono storia, di altri se n'è persa ogni traccia (quasi definitivamente). La nostra ricerca parte dagli anni novanta, dall'unico giocatore turco in 85 anni di Roma: Nesat Gulunoglu. Chi è costui? Un attaccante messosi in luce, alla soglia di 20 anni, in Bundesliga tra il 1997 e il 1999. 37 presenze e 4 gol in due stagioni con il Bochum ed una firma speciale: contratto quinquennale con la Roma, ratificato nel luglio di 13 anni fa. Voluto da non si sa bene chi, fu messo immediatamente fuori rosa da Fabio Capello (che non lo riteneva all'altezza) sino alla rescissione dell'accordo, avvenuta pochi mesi più tardi (a dicembre). Ancor prima, nell'estate 1997 (primo anno di gestione Zeman), venne portato a Roma dal Palermo (costo dell'operazione un miliardo e mezzo di lire) il centrocampista italiano Giorgio Lucenti, classe 1975. Zero presenze in sei mesi e l'addio a gennaio, direzione Empoli.
Sempre al confine tra vecchio e nuovo millennio, la Roma detenne la proprietà di due difensori di cui solo i veri 'malati giallorossi' possono aver memoria: il nigeriano Jero Shakpoke, rifilato ogni anno un po' ovunque in Serie C, e l'ex promessa Joseph Dayo Oshadogan, l'antenato di Matteo Ferrari. Cinque stagioni positive al Foggia, l'approdo nella Capitale nell'estate del 1999 (assieme a Gulunoglu...) e la prematura bocciatura di Capello. Trasferimento alla Reggina ad agosto e capitolo romanista chiuso col lucchetto. C'è poi un caso più unico che raro: Marco Amelia, ufficialmente laureatosi campione d'Italia nel 2001 pur non avendo mai disputato nemmeno un minuto in carriera con la maglia giallorossa. Nell'anno successivo al terzo scudetto, approdò a Trigoria Saliou Lassissi, 23 anni, difensore ivoriano di splendide speranze, già noto in Italia con Parma e Fiorentina. Nelle intenzioni di Capello, il possente africano avrebbe dovuto costituire una delle prime alternative ai centrali titolari (Zebina, Samuél, Zago), ma un terribile infortunio in amichevole contro il Boca Juniors (7 agosto 2001, frattura di tibia e perone della gamba sinistra) gli precluse il proseguo della carriera. Rimase ufficialmente sotto contratto per tre anni (sino al 2004) senza mai scendere in campo.
Avanziamo verso i giorni nostri. Nell'estate del 2005 la Roma prelevò a parametro zero dal Torino il terzino destro Gianluca Comotto (immediato prestito all'Ascoli, ritiro estivo con Spalletti nel 2006 e ritorno al Torino a titolo definitivo) e a fine mercato due portieri: il semisconosciuto brasiliano Doni ed il ben più noto Dimitrios Eleftheropoulos, già sette volte campione di Grecia e protagonista in Champions League con l'Olympiakos. Il destino ha voluto che fosse il primo a sfondare, conquistando il posto da titolare in sostituzione di Curci. Elle? Semplice spettatore. Un'intera stagione trascorsa a fare il terzo, per poi lasciare la Capitale e trasferirsi al Siena. Un anno dopo, il 31 agosto, sul filo di lana del mercato, il ds Daniele Pradé riuscì a strappare al Brescia il prestito del difensore Gilberto Martinez, già protagonista ai mondiali 2002 e 2006 con la nazionale del Costarica. Il guaio? Il ragazzo sbarcò a Trigoria con un ginocchio disastrato. Mesi e mesi di cure inutili, un rientro continuamente rimandato ed un debutto ufficiale mai avvenuto. A fine anno il desolante rientro a Brescia per fine prestito, senza aver mai giocato un minuto.
E come dimenticare la "doppia Zeta del mistero". I due giovani centravanti acquistati (il primo nel 2007, il secondo nel 2009) e mai visti all'opera in prima squadra. Partiamo da Keivan Zarineh, noto più per i negozi di tappeti di suo padre che per le proprie abilità calcistiche, approdato cinque estati fa a Trigoria in coppia col romeno Adrian Pit. Se quest'ultimo, negli anni, è riuscito a ritagliarsi una piccola fetta di gloria (ricordate l'assist vincente per il gol di tacco di Okaka al Siena?) dell'italo-iraniano si son perse le tracce, dopo la partecipazione alla kermesse della squadra nel gran galà degli 80 anni all'Olimpico. Due anni più tardi, ecco la seconda zeta: Fabio Zamblera, nebuloso "colpo" delle ultimissime ore di mercato. Il suo arrivo, in prestito dal Newcastle, fece sbottare Spalletti (che aveva richiesto ai dirigenti un ariete di ben altro spessore), convincendolo alle dimissioni. E Ranieri, nei successivi otto mesi, non lo prese mai in considerazione. Le ultime notizie lo danno al Valcalepio, club bergamasco d'Eccellenza. Pensate un po'.
L'ultimo caso di giocatore fantasma? Roba fresca, recente, attuale. Loic Nego, unico degli undici acquisti della scorsa estate a non aver mai esordito in prima squadra. Una buona stagione in Primavera (a 21 anni suonati, peraltro...), le speranze di "promozione" spente dalla mancata convocazione di Zeman per il ritiro di Riscone. Il francesino ex nazionale Under 20 non rientra nei piani tecnici, ed il suo acquisto (datato 22 luglio 2011) ad oggi resta avvolto dal mistero. Come tanti altri.
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