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Curci: “Sono qui per giocarmi le mie chances, c'è da lavorare”

Ecco le parole di Gianluca Curci, portiere romanista rientrato dal prestito alla retrocessa Sampdoria, in conferenza stampa.

Redazione

Ecco le parole di Gianluca Curci, portiere romanista rientrato dal prestito alla retrocessa Sampdoria, in conferenza stampa.

“Bilancio positivo, c’è da migliorare tanto, il mister pretende molto, c’è da lavorare, 15 giorni positivi”.

Cosa ti ha colpito?Questo possesso palla fatto dai portieri sembra come il Barcellona, il mister vuole il portiere come uomo in più nel possesso palla ed èl a più grande novità che ha portato. Anche negli allenamenti la squadra si diverte ed è con lui. Ha iniziato bene e speriamo vada ancora meglio”.

Il futuro? “Con il mister niente, Sabatini mi ha riscattato e mi ha voluto qui. Io sono sempre andato fuori negli ultimi anni e ora mi ha chiesto di rimanere e che mi giocherò le mie chances”.

Su Stekelenburg: “L’ho visto nel mondiale dove ha fatto bene, si dovrà adattare ma con la sua esperienza ci metterà poco. E’ giovane e non avrà problemi. E’ un ottimo acquisto”.

Anno della tua consacrazione? “L' ultimo anno è stato per me sfortunato, con la retrocessione della Samp. Ora quella pagina è chiusa è penso solo alla Roma. Parto dal qui, mi gioco molto e spero nella consacrazione. Ora è arrivato Stekelenburg, ci saranno tante partite e spazio per tutti. La squadra sta puntando in alto, è un mix di giovani ed esperienza. Credo si possa puntare in alto, terzo posto buon piazzamento, poi nell’arco dell’anno di vuole anche fortuna”.

Esultanza dopo Samp-Roma dello scorso anno “Io quando sono andato a Siena il primo anno e si è vinto è stata per me una grande soddisfazione. Sono professionista e quando la indosso la onoro e se vinciamo esulto. Non volevo mancare di rispetto a nessuno, non posso andare contro Roma perché è la mia squadra nonchè la mia città. Sono tranquillo e spero che i pochi che la pensano in maniera sbagliata ci ripensino. Parole del mister e Tancredi mi fanno piacere. So che Tancredi crede in me, mi ha già allenato. Blocco? Credo solo per la tranquillità nell’ambiente”.

Spogliatoio “E’ molto sereno, tranquillo e con il passare dei giorni migliora, c’è più gruppo, stiamo conoscendo i nuovi, c'è un ottimo clima”.

Carriera, sei soddisfatto ora? “Ho fatto due anni a Roma dove ho giocato poco e forse dovevo andar via prima. Però sono stato bene fuori, ho fatto esperienza. Ho 26 anni e per un portiere è ancora una buona età. Spero di fare meglio, crescere di più e poi vedremo”.

Avresti mai immaginato di tornare a Roma?“Mi ha sorpreso perché ero sempre in comproprietà, ma addirittura riscattarmi non lo aspettavo. Sabatini mi ha detto subito che mi avrebbe riscattato e tenuto. E’ un’occasione di rilancio ed è merito suo”.

Con atteggiamento offensivo della squadra, ti senti adatto a ricoprire il ruolo di portiere? “Si, da piccoli ci hanno abituato sempre a giocare con i piedi, Tancredi mi è testimone. Il calcio è cambiato, quindi non penso che ci siano problemi. Qui ci stiamo allenando anche su questo”.

Quale momento più difficile nel passato? “La luce non si è mai spenta. Decisione di andare a Siena importante per la crescita, quindi mi è servito tanto. L’anno scorso girone d’andata buono, poi girone di ritorno mi ha cambiato la carriera. Magari giocando meglio con la Samp non sarei qui, ma sono comunque contento di essere a Roma. Ho 26 anni e quindi sono ancora all’inizio, c’è da lavorare”.

Con Stekelenburg c’è già una gerarchia nella testa di Luis Enrique e Tancredi? Ti senti secondo o terzo? “Sicuramente Stekelenburg sarà titolare, è stato pagato tanti soldi e poi ha grande esperienza ed è valido. Io mi impegnerò per metterlo in difficoltà e con l’aiuto di Tancredi penso di fare bene”.

Cavasin ti ha penalizzato?“Questo non lo so, è giunto a qualche giornata dalla fine per risollevare le sorti della squadra, ma la situazione era difficile. Pochi allenatori ci potevano dare una mano. E’ stato il contesto che non ci ha aiutato. Non hanno trovato un capro espiatorio, e hanno scelto me... sono cose che capitano”.