"Ai microfoni di Tele Radio Stereo Pantaleo Corvino ha espresso un suo giudizio sull'ex viola Adem Ljajic e sull'attuale numero uno della Fiorentina (Neto), accostato nelle ultime settimane alla Roma: "Su Adem ho sempre espresso un giudizio che partiva dalle considerazioni per le quali lo avevo portato in Italia. Un ragazzo straordinario dal punto di vista umano e tecnico. Se si lavora bene, quelle potenzialità devono diventare qualità e sta sulla strada giusta".
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Corvino: “Ljajic straordinario. Neto è affidabile e pronto per una grande squadra come la Roma”
"Neto è un portiere da grande squadra. Il passaggio alla Roma non sarebbe traumatico perché è abituato alle pressioni"
""Neto? Mi piace sempre mettere in evidenza gli aspetti comportamentali. Neto è un ragazzo esemplare sotto tutti i punti di vista. Lo portai in Italia in un periodo a Firenze di autofinanziamento e sono andato alla ricerca di potenzialità importanti in Sud America. E’ arrivato in silenzio perché non aveva dietro una grande carriera: oggi, dopo essere preso come alternativa ma con la convinzione che potesse essere titolare, non sta smentendo nessuno. La Fiorentina si ritrova un portiere importante veramente. E' un portiere da grande squadra - ha proseguito il direttore sportivo - Il passaggio non sarebbe traumatico perché è abituato alle pressioni; il pubblico viola non ha regalato nulla a Neto, criticandolo anche duramente.. Neto è un portiere affidabile e importante che ci sta bene in una grande squadra che può essere la Roma".
"E poi a proposito del club giallorosso ha dichiarato: "La Roma ha investito tanto negli ultimi anni e con Garcia ha iniziato a raccogliere i frutti di tanto lavoro. E' in Champions e lotta per lo scudetto con la Juventus: è in linea con gli obiettivi prefissati e come detto prima è una grande squadra".
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""Nuovi talenti? - prosegue Corvino - Come si dice "chi cerca, trova". Prima cerchiamo dietro casa, cerco talenti di casa nostra, poi guardo all'estero. Le nuove regole sugli stranieri? E' una norma che rasenta: non si può limitare la qualità che si può individuare in ogni parte del mondo. Se vogliamo valorizzare i nostri giovani dobbiamo mettere un numero fisso di italiani tra titolari e riserve e lasciare libera la circolazione di calciatori comunitari ed extracomunitari. Gente come Vucinic, Osvaldo e Ljajic dimostravano qualità importanti fin da giovanissimi. Erano e sono cavalli di razza puri: quando prendi questo tipo di talenti c'è bisogno di tempo per inserirli e di un allenatore che riesca a valorizzarli. Io valuto sempre gli aspetti caratteriali di un ragazzo, certi però hanno qualità talmente importanti che vale la pena rischiare anche di fronte a caratteri esuberanti. Il rimpianto Berbatov? Lo portai in Italia a18 anni. Rimase tre giorni a Brescia facendo anche le visite mediche. Poi con Fenucci, il dirigente presente a Lecce all'epoca, valutammo i valori del ragazzo. Rinunciammo per motivi caratteriali. Berbatov lo avremmo pagato 3 miliardi di lire, poi passò al Manchester per 40 milioni di euro"
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