(ilcatenaccio.es - S.Piccheri) Anno 1998, 205 gol fa, Nordhal un miraggio. Telefono: ?Ciao Fiorella. Mi confermi oggi pomeriggio alle 16??. Lei: ?Si, tutto confermato. Francesco torna dagli allenamenti e passa da noi, non abita pi? qui. Se fa tardi vi offro un caff??. Conosco la famiglia Totti dal 1988, quando mio fratello Alessio ? entrato nelle giovanili della Roma, un anno pi? grande di Francesco, hanno sempre giocato insieme, fino alla Primavera. Gente molto semplice i Totti: pap? Enzo, usciere alla Banca di Roma, romano tipico, paffuto, sorridente, silenzioso. Mamma Fiorella, casalinga, romana ancora pi? tipica: effervescente, biondissima, chiacchiera sciolta, devotissima alla Madonna. Riccardo ? il fratello pi? grande, buon calciatore, pessimo atleta, ottima forchetta.
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?Ciao, io sono Francesco?
(ilcatenaccio.es – S.Piccheri) Anno 1998, 205 gol fa, Nordhal un miraggio. Telefono: ?Ciao Fiorella. Mi confermi oggi pomeriggio alle 16??. Lei: ?Si, tutto confermato. Francesco torna dagli allenamenti e passa da noi, non abita pi? qui. Se...
Ore 16, via Vetulonia, casa Totti. Gli occhi di Fabrizio sono increduli, agitatissimi. Lui muove solo quelli e parla a stento, quasi grugnendo. La Sla se lo sta portando via a soli 12 anni. Ma capisce tutto, testa sveglia, anche troppo e sa bene dove lo porter? quella malattia. Fabrizio ha un pensiero fisso: Francesco Totti. Ogni domenica va allo stadio accompagnata da Corrado, il cugino grande, che ? con noi pure oggi. Totti ? bello, biondo con gli occhi celesti, tira forte e segna tanti gol, romano e romanista. Fabrizio dentro si sente come lui. Fabrizio non sa dove stiamo andando. Saliamo in casa, che fatica con la sedia a rotelle. Ci apre Fiorella, i suoi occhi blu, come quelli di Francesco, ci sorridono. Fabrizio vede foto di Totti su tutti i muri della casa: ?Bah ? avr? pensato ? questi sono romanisti come me?. Corrado mi guarda e trema: ?Ho fatto male a non dirgli niente? Ora ho paura?.
16:30 suonano alla porta. Che tensione! Fiorella fa finta di nulla, io sono muto , Corrado trema, Fabrizio, dalla sedia a rotelle, guarda le foto sui muri. Entrano: la prima ? Maria Mazza, bella, mora, napoletana, la fidanzata di Francesco. Dietro a lei, chiaramente emozionato, c?? Francesco Totti, 22 anni appena compiuti, una ventina di gol con la Roma: ma ? gi? il Pupone, il Bimbo de oro, lui ? gi? la Roma. Ormai non pu? neanche girare per la citt?: tutti lo cercano, tutti lo vogliono, lui ? la Roma. Corrado gira piano la sedia a rotelle, Fabrizio si gira, mette a fuoco: un pianto dirotto, composto, dignitoso, un?emozione irrefrenabile, gli occhi parlano, meglio della bocca: To..To..Totti, dice nel suo lessico corrotto dalla malattia. ?Ciao, io sono Francesco?. Un bacio, due baci, tanti abbracci, lacrime, un?ora insieme, le foto, un caff?, i saluti.
Di tacco, destro o sinistro, pure di testa, rigori e punizioni, classe e potenza. Si, vabb?, pure lo sputo al danese, il calcio a Balotelli, qualche espulsione di troppo, gli sfott? ai laziali. Ora Nordhal, la storia, il mito, numeri da storia della Serie A. Lui ? la Roma, lui ? il calcio. Ma chi conosce Francesco Totti sa che Francesco ? quello di quel pomeriggio, soldi e successo non lo hanno cambiato. Un ragazzo di popolo, timido di natura, non pi? timido per professione. Simpatico, battutaro, un po? Enzo, un po? Fiorella. Il dio del calcio gli ha regalato un pezzo di s?. Fabrizio si ? fermato a una quarantina di gol, la Sla ? stata pi? forte. Totti ? andato avanti, lui no. Lui sa chi ? Francesco, in troppi non lo sanno. ?Ciao, io sono Francesco?.
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