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C’era una volta il Peq

(di Mirko Porcari) – C’era una volta l’insostituibile, storia recente scolpita nella memoria di chi ricorda una Roma dallo spettacolo assicurato:

Redazione

(di Mirko Porcari) - C’era una volta l’insostituibile, storia recente scolpita nella memoria di chi ricorda una Roma dallo spettacolo assicurato:

il “ciclo Spalletti”, costruito intorno ad un’idea di calcio leggera e divertente, plasmato sulla tecnica di ragazzi tutto cuore e furore agonistico. David Pizarro ne era il centro: l’abbraccio estivo dopo un tira e molla stucchevole con l’Inter, mille problemi cancellati dalla voglia di tornare protagonista con l’allenatore che lo aveva consacrato ai grandi palcoscenici.

“Peq, tu mi servi qui”. Un soprannome, per giunta con il diminutivo: all’inizio gli aveva dato un po’ fastidio, si facevano ancora sentire gli anni giovanili in cui i compagni lo prendevano in giro per la statura, ma il sorriso bonario di Spalletti era riuscito a sopire il carattere forastico del piccolo cileno.

C’era da catturarne l’essenza, c’era da progettare un nuovo modo di fare calcio: la missione di Spalletti era questa, dare linfa nuova al pallone nella culla della civiltà; Roma e gli anni bui lasciati alle spalle, allenatori e macerie di un sogno chiamato scudetto: gli spettri di una vittoria attesa per troppo tempo avevano logorato i successori di Fabio Capello, regalando poche soddisfazioni e tante delusioni sportive.

Ed ecco il grande calcio: manovra, velocità e pressing, un mix da cartolina in cui David Pizarro firmava in calce la propria presenza; l’idillio con i tifosi, nato in una serata di Champions League, ha cementato un storia quinquennale (quasi sei considerando il prestito al City e le fughe cilene) tra due amanti spesso irrequieti: sempre in bilico tra lunghe assenze e voglia di rimettersi in gioco, il Peq ha dovuto convivere con la pungente sensazione di non essere più al centro di tutto. Prima Ranieri, poi Luis Enrique ed infine Zeman, buio totale intervallato dal lumicino di Vincenzo Montella: solo l’ex attaccante riuscirà a ritrovare qualcosa, dando fiducia e ricevendo prestazioni, una parantesi interrotta da scelte societarie e da esigenze di bilancio.

Si ritrovano, a distanza di un anno, per scrivere un capitolo nuovo nella storia della Fiorentina: il sangue giallorosso nel cuore viola, basta poco per capire che la sfida contro la Roma sarà più di una semplice partita.