(di Luca Parmigiani) Per decine di anni la sfida più sentita dai tifosi giallorossi è stata la partita contro la Juventus o la Lazio che portava dentro di sè un carico di adrenalina e un forte desiderio di saziare il proprio bisogno di vittoria.
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Catania-Roma e l’importanza di una gara che una volta era una delle tante
(di Luca Parmigiani) Per decine di anni la sfida più sentita dai tifosi giallorossi è stata la partita contro la Juventus o la Lazio che portava dentro di sè un carico di adrenalina e un forte desiderio di saziare il proprio bisogno di...
Oggi le cose non sono poi cambiate più di tanto, la storia rimane la storia, ma si inseriscono nell'immaginario collettivo delle partite che il tifoso non cataloga più come "una classica gara da tre punti".
Una di queste è diventata purtroppo Catania-Roma: dal loro ritorno in Serie A infatti gli etnei si sono resi protagonisti di partite giocate con il coltello con i denti, sputando l'anima in campo, come se giocassero un vero e proprio derby.
Ma da dove nasce tutta questa cattiveria agonistica? L'inizio ha una data ben precisa, 19 novembre 2006, Roma-Catania 7-0.
Proprio il punteggio roboante della banda di Spalletti non verrà mai dimenticato dai tifosi rossoblù che considereranno quella partita come una mancanza di sportività della Roma, che ha inferito sugli avversari nonostante il punteggio fosse a fine primo tempo già sul 4-0.
L'ad Lo Monaco parlò addirittura di ipocrisia di Spalletti che andò a stringere le mani degli avversari a fine match dichiarando: "Al ritorno faremo il possibile per vincere 7-0 e segnare addirittura l'ottavo gol. Vorrei fargli perdere lo scudetto".
Ma in pochi purtroppo ricordano che nella ripresa il Catania cercò con tutti i suoi effettivi di riversarsi nella metà campo giallorossa, concedendo così ampie praterie ai padroni di casa in contropiede(come accadde nel gol di Montella, attuale tecnico proprio dei siciliani, nella rete del 6-0).
Quella partita divenne il pretesto per far pagare dazio ai giallorossi ogni qualvolta sarebbero scesi in Sicilia.
L'anno successivo infatti Catania-Roma è l'ultima partita di campionato, gli uomini di Spalletti si giocano lo scudetto con l'Inter mentre i siciliani la permanenza in Serie A.
L'ambiente è infuocato e alle persone provenienti da Roma, come per esempio giornalisti e addetti ai lavori, viene riservato un'accoglienza spaventosa, tra insulti e minacce.
La Roma passa subito in vantaggio con Vucinic e per un'ora culla il sogno del quarto tricolore ma l'atmosfera generale del Massimino è quanto più di intimidatorio ci possa essere: decine di persone sono presenti nel campo di gioco e non fanno altro che insultare la panchina giallorossa (come testimonieranno poi i diretti interessati a fine match) e in campo i siciliani sono tarantolati e indemoniati.
La partita finisce 1-1 con il pareggio di Martinez a pochi minuti dal termine che permette agli etnei di restare in Serie A ma in tanti si domandano cosa sarebbe successo se quella partita fosse stata vinta dalla Roma.
Si passa all'anno successivo, stagione 2008-09,17.a giornata, l'ultima partita prima della sosta, e i focolai dell'accesa rivalità non sembrano essersi spenti, e il clima è tutt'altro che natalizio, anzi in gara più che a calcio si gioca a calci, la tensione è alle stelle, gesti di risse o attacchi verbali tra le due squadre(talvolta anche tra dirigenze) sono routine.
Protagonista di questo clima da farwest è Davide Baiocco, già in primo nella sfida dell'anno precedente: il centrocampista si toglie lo sfizio di siglare il gol del vantaggio nel 3-2 finale che regalerà un pomeriggio di gloria all'attaccante Morimoto, che giocherà la partita della vita realizzando una doppietta.
Molti ricorderanno la quasi rissa finale tra lo stesso giapponese e Mexes al momento della sostituzione dell'attaccante catanese.
Da ricordare come in panchina in queste due sfide ci sia Walter Zenga, un altro con un carattere molto focoso.
Nella partita dell'anno dopo, è la Roma, seppur non vincendo, ad uscire dal Massimino con il sorriso sulle labbra: il solito Morimoto porta in vantaggio i rossoblu ma nell'extra time e sull'ultimo calcio d'angolo utile De Rossi firma un pareggio prezioso in un momento in cui il neo tecnico Ranieri ancora stava cercando di trovare il bandolo della matassa.
Infine si arriva alla stagione scorsa e scherzo del destino Catania-Roma è la penultima giornata del campionato: al Catania servono punti salvezza mentre la Roma cerca un miracolo per un posto in Champions League. Sembra un film già visto e il finale purtroppo non è diverso.
Giallorossi in vantaggio con Loria al 15' ma nel secondo tempo i padroni di casa giocano con un grande furore agonistico, spinti in panchina dall'ex laziale Simeone, e ribaltano il risultato con Bergessio e Gomez nell'ultimo quarto d'ora della gara. Risultato: Catania salvo, Roma fuori dalla Champions League.
Catania-Roma è stato quindi tutto tranne che una partita di sport, una partita che è assomigliata più a una battaglia di guerra, per non parlare delle dichiarazioni, non proprio improntate sull'etica sportiva, di certi dirigenti.
Per i tifosi giallorossi, Catania è diventata un tabù, con una sola vittoria dal 2006 (peraltro ottenuta sul campo neutro di Lecce). Domani si spera che possa essere l'occasione per ribaltare i numeri e la cabala. Sarebbe ora.
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