(Adnkronos) Già il 29 aprile 2009 ai tifosi che accusavano Rosella Sensi di voler ostacolare eventuali proposte di acquisto della AS Roma, il Consigliere di Amministrazione della società, Cav. del Lav. Giuseppe Pasquale Marra scrisse una lettera aperta ai tifosi per metterli in guardia su alcuni intuibili giochi, non propriamente corretti, che stavano avvenendo intorno al club giallorosso.
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Caso Fioranelli: quando Marra parlava di squali travestiti da sirene
(Adnkronos) Già il 29 aprile 2009 ai tifosi che accusavano Rosella Sensi di voler ostacolare eventuali proposte di acquisto della AS Roma, il Consigliere di Amministrazione della società, Cav. del Lav. Giuseppe Pasquale Marra scrisse una lettera...
Quell'intervento non fu gradito da alcuni gruppi ultrà che, sempre appassionati ma a volte ingenui, anche se in buona fede, rivolsero pesanti critiche attraverso radio, tv, giornali locali e siti web. Ora, quella lettera che di seguito pubblichiamo, fa giustizia di tanti ingiusti apprezzamenti. «Conosco Rosella da bambina e mi fido totalmente di lei, della sua passione e intelligenza. E sono certo che ciò che fa, o farà, sarà sempre nell'interesse della vostra, nostra Roma. D'altro canto lei, la madre e le sorelle non devono dare alcuna prova di fedeltà ai colori giallorossi. Hanno dato tutte queste prove. E, lo ripeto, in solido. E non con facili investimenti verbali», scriveva nella lettera aperta ai tifosi il cavaliere del Lavoro e consigliere della Roma Giuseppe Marra.
Ecco il testo della lettera
«Cari Tifosi, da antico tifoso della Roma e come amico di sempre di Franco Sensi e di sua figlia Rosella sento il dovere di esortare me stesso e voi a fare qualcosa di impossibile per un tifoso: di ragionare sulla Roma di oggi e di domani, oltre che di amarla e provare per lei un sentimento quasi morboso. Noi guardiamo la Roma un'ora e mezzo la domenica, al campo o alla tv, e gli altri sei giorni della settimana pensiamo a lei e parliamo di lei. E fra le pieghe di questo vostro, nostro sentimento -continua Marra- s'insinua spesso la coda del Diavolo. A volte più lunga di come la raffigurano i pittori di Corte. Così lunga da scavalcare, in andata e ritorno, i confini nazionali e da costringerci a parlare più del Diavolo che dello stesso oggetto della vostra, nostra passione. E qui mi fermo con la metafora, perchè a buon intenditore...». «La Roma fa gola a molti. È la squadra della Capitale e chi la possiede conquista un'immagine nazionale e internazionale, e mette le mani persino sui nostri e vostri sogni. Con gli appetiti affiorano gli interessi economici. E noi tifosi lo sappiamo. Ma gli interessi possono essere leciti e meno leciti -prosegue la lettera- sino a drogare prima i nostri sogni e poi a deprimerli. Ne sappiamo qualcosa noi della Roma , lo sanno i tifosi laziali, napoletani, dello stesso Milan prima di Berlusconi e così via». «Tutto ciò ci deve indurre a riflettere prima di urlare »Rosella blà-blà«. Riflettere sulla storia della famiglia Sensi e sui sacrifici patrimoniali fatti per sostenere una squadra e una passione. E vorrei ricordare che quando Franco affrontò quegli investimenti -aggiunge- aveva già tutto e non doveva conquistare nulla con la Roma , se non aprire il cuore ad un amore che era già del padre. Riflettere per non lasciare che veleni inquinanti oltrepassino i cancelli di Trigoria e raggiungano il campo e gli spogliatoi. Riflettere e sentirsi al fianco di Rosella, fidarsi di lei e non di squali travestiti da sirene».
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