Il nuovo accordo per i diritti tv che porteranno nelle casse dei 20 club di serie A oltre due milioni di euro (2.487, ndr) in tre anni, è una boccata d'ossigeno per i bilanci,
news as roma
Camiglieri: “Bene diritti tv, ora tocca creare gli stadi”
Il nuovo accordo per i diritti tv che porteranno nelle casse dei 20 club di serie A oltre due milioni di euro (2.487, ndr) in tre anni, è una boccata d’ossigeno per i bilanci,
ma gli introiti che verranno dalle tv (Sky e Rti) non possono essere gli unici. Ne è convinto Tullio Camiglieri, presidente della Open Gate Italia (società che si occupa, tra l'altro della comunicazione della As Roma), secondo il quale «è necessario trovare altre fonti di ricavi, a cominciare dagli stadi». «Nel panorama dei ricavi delle società di calcio - spiega all'ANSA Camiglieri - i diritti tv assumono un valore sempre più importante. Questo espone le società a una forte dipendenza dai broadcaster e quindi anche ad uno squilibrio. L'ingresso di Mediaset Premium ha fatto sì che ci fosse più pluralità e maggiore competitività ma servono altre fonti di ricavo, e principalmente dagli stadi. Lo stadio - sottolinea - può diventare oltre che la casa della squadra, un luogo di aggregazione all'interno del quale ci possono essere elementi di attrazione per la collettività, oltre ad essere una fonte di ricavo per i club». Secondo Camiglieri la questione stadi è prioritaria e fattibile. «L'operazione Juventus può essere fatta anche altrove - sottolinea - ed in maniera più avanzata, ma i sindaci sono sordi. Or asperiamo che a Roma si riesca. Vedo grande disponibilità sia da parte del sindaco Alemanno sia del presidente della Provincia, Zingaretti». Camiglieri, evidenzia come ulteriori fonti di ricavo possano arrivare da merchandising e dal marketing ma è necessario che ci sia una difesa del marchio e la lotta alla contraffazione, temi già noti (che sono stati posti anche all'attenzione del tavolo istituzionale voluto da Coni, Figc, Lega di serie A con i sottosegretari alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e Rocco Crimi, ndr), ribadendo la necessità di «tutelare tutte quelle che sono le fonti di sviluppo e ricavo. Nel nostro paese - sottolinea - la legge sugli stadi è stata voluta da tutti gli schieramenti indistintamente ma non si capisce perchè non si riesce a portarla a casa». Secondo Camiglieri (autore, tra l'altro di un libro «La grande avventura della Pay Tv») «solo i diritti tv non possono bastare. Ad esempio, va approfondito il tema del marchio Serie A. Bisogna valorizzare la Lega di serie A in quanto tale, in Italia ma soprattutto all'estero in modo da valorizzare anche i diritti tv oltre confine e trarne ricavi consistenti. C'è poi da valorizzare la rete, terreno fino ad ora poco sfruttato». «I diritti tv non potranno aumentare ancora molto - prosegue il presidente di Open Gate Italia - Va dato atto ad Infront di aver portato un grande risultato ma c'è un limite fisiologico oltre il quale non si può andare. E per questo bisogna lavorare affinchè il prodotto calcio sia sempre più spettacolare, come un grande film. Dobbiamo fare un salto di qualità e lo stadio è un elemento importante. È ora di superare il concetto degli stadi che vivono solo 90' minuti». (ANSA).
© RIPRODUZIONE RISERVATA