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Calcio in Belgio, viaggio nella Top 11 dei talenti emergenti

Se mi chiedessero di descrivere il Belgio “calcistico” forse la definizione più adatta sarebbe “un microcosmo perfetto”: un paese piccolo dove poter seguire le partite in stadi sempre accoglienti e adatti al calcio come la Constant Vanden...

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Se mi chiedessero di descrivere il Belgio “calcistico” forse la definizione più adatta sarebbe “un microcosmo perfetto”: un paese piccolo dove poter seguire le partite in stadi sempre accoglienti e adatti al calcio come la Constant Vanden Stock dell’Anderlecht o la nuovissima e spettacolare Ghelamko Arena di Gent. Se sei un tifoso hai la possibilità di non perderti neanche una partita visto che la trasferta più lontana sarà al massimo a un ora mezza di macchina. Se sei osservatore o lavori comunque nel calcio volendo riesci nello stesso weekend a vedere 5-6 partite in diversi stadi.

Insomma, per chi ama il calcio un vero e proprio paradiso a misura d’uomo. La Jupiler League (la massima serie belga) soprattutto negli ultimi anni sta diventando una realtà importante, che per gli osservatori esteri assume rilevanza come serbatoio di giovani che lì trovano terreno fertile per esprimersi con continuità. È un paese che a livello calcistico ha beneficiato della “naturalizzazione” di ragazzi con famiglie provenienti da altri paesi, per maggior parte africani. In questo senso sono un esempio le “multietniche” nazionali maggiore e U21 piene di ragazzi fortissimi come i fratelli Lukaku, gli Hazard, e i vari Benteke, Fellaini, Witsel, De Bruyne, Mertens, Courtois, Dembelè.

Il fatto che un centrocampista come Nainggolan fatichi ad trovare spazio in nazionale dà la dimensione del livello che questa nazionale ha raggiunto con questa ultima generazione di calciatori. Sotto il profilo tattico è un campionato meno “rigido” del nostro con una componente di fisicità molto significativa. Il modulo di gioco prediletto dalla maggior parte delle squadre è il 4-2-3-1. I giocatori giovani e di talento non mancano, a mio parere ve ne sono almeno una ventina che consiglierei a qualche big italiana come investimento per il futuro.

Volendo scegliere un undici ideale in un ipotetico 4-2-3-1 credo che la mia selezione sarebbe questa: in porta Colin Cooseman del Beveren, classe ’92 titolare nella U21 belga che ha anche il vantaggio di parlare un ottimo italiano; come terzini, a destra scelgo Thomas Meunier del Brugge e a sinistra il 25enne Derick Tshimanga del Genk; come centrali sicuramente Mbemba, il congolese classe ’94 dell’Anderlecht e al suo fianco Mechele 20enne del Club Brugge; Mediani senza dubbio Junior Malanda dello Zulte (che a gennaio è tornato insieme a De Bruyne alla casa madre Wolfsburg dopo il prestito) e Youri Tielemand il classe ’97 dell’Anderlecht che ha esordito in Champions quest’anno. Sulla tre quarti: a sinistra, sul piede invertito, Massimo Bruno (Anderlecht ’93) , centrale Thorgan Hazard (fratellino 20enne del grande Eden) dello Zulte, e a destra il mancino classe ’92 Lestienne del Club Brugge. Davanti come prima punta non ho dubbi, prendo Michy Batshuayi il ’93 bomber dello Standard ma non si può non menzionare anche Mitrovic dell’Anderlecht più giovane di un anno. Oltre a quest’undici ideale voglio segnalare Alexander Scholz, affidabile centrale difensivo classe ’92 del KSC Lokeren che quest’anno ha avuto una grande continuità di rendimento, e il suo compagno di squadra Sergio Junior Dutra, attacante classe ’88 che dopo una primissima parte di stagione in sordina è diventato un pilastro della squadra guidata da Peter Maes che lo scorso marzo si è imposta sullo Zulte nella Finale di Coppa di Belgio che ha reso possibile per il Lokeren il sogno della qualificazione per la prossima Europa League. Aspettando la consacrazione al Mondiale, l’Europa calcistica ha trovato un nuovo paese protagonista.

Agente FIFA - Giovanni Maria DeMontis

FONTE gianlucadimarzio.com