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Butti: “Lotito preme per non far passare la legge sugli stadi”

Alessio Butti, senatore Pdl, è intervenuto ai microfoni di Radio Ies per commentare lo stato attuale della legge sugli stadi di proprietà.

Redazione

Alessio Butti, senatore Pdl, è intervenuto ai microfoni di Radio Ies per commentare lo stato attuale della legge sugli stadi di proprietà.

Sulla situazione della legge La legge che è passata al senato all’unanimità, ora è alla camera dove se la stanno prendendo molto comoda. Il Ministro si oppone ma credo che Galan non abbia letto il testo, lo dico senza polemica ma è così. A fine luglio ci siamo incontrati con il collega Lolli, l’latro promotore di questa legge bipartisan, e con il sottosegretario allo sport Crimi, che ci aveva informato delle perplessità di alcuni funzionari del ministro riguardo il testo della legge, dove vi venivano rivelate delle complicazioni riguardo alcuni vincoli ambientali. Il problema in realtà non esiste, perchè uno dei pilastri della legge è l’accordo di programma, quando si fa questo si indice un tavolo con il sindaco, i privati interessati e le sovrintendenze. Se c’è un problema ambientale viene analizzato attraverso l’accordo di programma. Ho parlato con Gianni Alemanno tempo fa, gli avevo spiegato i problemi di Roma. Ho la sensazione che la legge si sia fermata anche per colpa di alcune interferenze indebite da parte di alcuni “portatori di interessi”, mi riferisco ad un presidente di un importante società della capitale che vuole ottenere qualche beneficio ulteriore da questa legge, cosa che non accadrà. Per questo c’è impasse. Crimi ha ribadito che c’è la ferma volontà da parte del governo di chiudere rapidamente alla camera questa legge, affinchè con le due modifiche apportate torni al Senato per l’ultima approvazione. Se entrasse a regime questa legge, consentirebbe di assumere almeno 60.000 persone e ci sono gruppi privati che attendono certezze sui tempi per remunerare su possibili investimenti.

Su Lotito Lui non decide su questa legge, è il parlamento a farlo. Fa pressioni però. Quelli che sono interessati alla costruzione della legge fanno molte pressioni. Lui ha un terreno su cui vuole far costruire uno stadio, ma deve capire che questa non è una legge per fare speculazioni.

Sul ritardo nella formulazione della legge Potrei risponderle semplicemente così: “siamo in Italia”. Ma non lo faccio perchè ricopro una carica importante. Tutti ricordiamo “Italia ’90” dove vennero elargiti a pioggia miliardi di lire. Se oggi andiamo a vedere cosa è stato costruito con quei soldi ci viene da piangere. Gli stadi costruiti non erano adatti al calcio, obsoleti da un punto di vista architettonico. In Europa si crea indotto con lo stadio, non è più una cattedrale nel deserto, vive socialmente la città, coinvolgendo i cittadini e le associazioni, è vivibile per tutta la settimana.

Sullo stadio della Juve Lo stadio della Juventus è davvero splendido. Risponde a tutti i requisiti necessari per essere uno stadio europeo e moderno. E’ un’eccezione che conferma la regola. Tutto è andato bene nella costruzione dello stadio, c’è stato un finanziamento cospicuo da parte del credito sportivo con un tasso di interesse molto agevolato, non ci sono stati ostacoli da parte di nessun politico locale. Il problema oggi è che i club spendono tantissimo per gli ingaggi dei giocatori, puntano sui risultati immediati e non investono per il futuro.

Tra le difficoltà, il Coni Il Coni ha un interesse legittimo e trasparente riguardo l’utilizzo dello Stadio Olimpico, ma non ha mai creato problemi, è soltanto una voce tra le tante che si sono sollevate. Questa è una legge che va a toccare tantissimi interessi e tantissimi organismi. Si è rotto qualcosa nel passaggio alla camera, e a quel punto si sono sollevate le richieste di molti organismi interessati.