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Burdisso: “Il nostro ? un gruppo sano. Sono amareggiato per come ? andata la stagione, ma pu? essere l’inizio di qualcosa di grande”

Nicolas Burdisso, in esclusiva, ? stato intervistato da Roma Channel. Di seguito le parole del ‘bandito’

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Nicolas Burdisso, in esclusiva, ? stato intervistato da Roma Channel. Di seguito le parole del 'bandito'al canale tematico giallorosso:

E' un bel clima quello che si respira da un mese a questa parte.

Si ci aspettavamo arrivasse un p? di normalit?, anche grazie ai risultati certo. Dobbiamo avere questa tranquillit? per lavorare sono stati mesi abbastanza particolari. Adesso si respira aria nuova e dobbiamo approfittarne.

Pensavamo che questa poteva essere una stagione importante. Cosa poi non ? andato?

Non ? una sola cosa che si sbaglia in questi casi. Ci sono tante persone che sbagliano o che fanno qualcosa di poco giusto in quel momento. Io fino all'ultima partita con mister Zeman ho pensato che arrivasse una ricompensa per tutto quel lavoro che avevamo fatto. Quest'anno abbiamo messo tantissima voglia, tantissimo impegno per riuscire a fare quello che chiedeva il mister. Purtroppo non siamo mai arrivati?a quel punto, e soprattutto non c'erano i risultati che volevamo.

Riguardo il clima positivo: per la festa del pap? a Trigoria sono venuti i bambini. Sono cose che aiutano

Si ? stata una bella iniziativa. Come quella di far portare le famiglie e i bambini allo stadio. Mi aspetto che questa iniziativa possa ancora crescere.

Hai parlato di famiglia. Guillermo, tuo fratello, ? stato convocato da Sabella. Forse a Roma ? stato poco fortunato?

E' arrivato qui in un anno particolare perch? la societ? stava andando via e l'allenatore si era affidato ad un gruppo che l'anno prima aveva quasi vinto lo scudetto. Quell'anno non ha fatto quello che doveva, non ha trovato spazio per giocare e farsi vedere. Penso che il calcio italiano sia fatto per lui perch? tatticamente ? corretto. Ora ? tornato in Argentina in una squadra di met? classifica ed ora sta facendo molto bene al Boca e io sono molto contento di questo.

Pochi giorni fa ? stato eletto Papa Francesco, un Papa argentino. Cosa rappresenta per te?

Tanto. Tantissimo. Mi auguro che continui a fare quello che faceva in Argentina con il suo? carisma e fiducia nella gente. Ha parlato di una Chiesa per i poveri e questo vuol dire tanto, cos? come il nome che ha scelto. Mi auguro di conoscerlo presto veramente, non dico adesso , ma spero di andare a vederlo un giorno. Ispira qualcosa di bello.

Cosa ti ha colpito di pi? di lui come caratteristica?

La sua umilt?. Lui ? quello che si vede: semplice. Ha iniziato da poco ma arriver? a ci? che cercano tutte le religioni, la pace.

Oggi ? la giornata mondiale contro il razzismo. Esiste ancora?il razzismo nel calcio o sono solo piccoli episodi isolati che diventano grandi nonostante vadano comunque eliminati?

Tutti i problemi sociali vengono portati all'interno del campo di calcio. Cos? come la violenza, l'invidia. Tutte queste cose si respirano dentro e fuori il mondo del calcio. Noi come calciatori e in qualit? di persone note, siamo obbligati a fare qualcosa per aiutare le persone a saper rispettare l'altro. Ci sono sempre delle iniziative della Fifa o dell'Uefa, ma bisogna ricordarlo sempre, anche quando firmi autografi, quando parli con la gente. E poi dare l'esempio.

Leader si nasce o si diventa? E quali sono i valori di questo gruppo

Non so come descrivere la parola leader. Io ho sempre vissuto cos?, cercando sempre di dare una mano all'altro e non fare solo quanto poteva bastare a me. Non so se questo ? un pregio o un difetto o se fa bene o no, a volte ho avuto problemi altre volte ho fatto bene. Poi arrivi ad un'et? che bisogna farlo per forza; bisogna aiutare i pi? giovani e si deve avere il carisma per farlo, per poter dire sempre la tua. Bisogna essere positivi e io ci tengo ad esserlo. L'ho imparato da grandi giocatori, sia in nazionale sia all'Inter sia qui. E continuer? ad imparare, ma non solo dai grandi. Dai giovani si impara sempre. Questo ? un gruppo sano. Io sono il primo ad essere amareggiato per come? sono andate le?cose quest'anno. A Brunico ? stato l'inizio ma abbiamo lavorato tutto l'anno. Stavamo andando bene a dicembre, ma ci siamo fermati ?er la pausa natalizia; ma non ? una scusa.

Coincidenza negativa?

Diciamo cos?. E' stato un anno che comunque ? servito ad alcuni calciatori, anzi siamo cresciuti tutti tantissimo. E chi dice che questo non possa essere l'inizio di qualcosa di grande..

Hai detto all'inizio dell'anno che Marquinhos ? fortissimo. E' fenomenale per quello che sta facendo. E una dote questa?

Si. E lui in pi? ha la testa che lo aiuta. Ha avuto anche un allenatore che l'ha aiutato perch? Zeman gli ha dato la fducia giusta per iniziare. Lui ha le sue caratteristiche; cos? come Romagnoli e Castan hanno le loro. Dobbiamo essere tutti all'altezza.

Scherzate tu Marcos e Castan, i brasiliani, in vista del Mondiale prossimo?

Si sar? un bel mondiale. Ci tengo alla Nazionale, ed anche loro meriterebbero un'occasione nella loro. Sono veramente forti. Ma aiuta anche il momento della tua squadra di club. Anche Marquinho ? forte, e poi tutti aspettano Dod?.

Cos'? cambiato con l'arrivo di Andreazzoli?

Cambiano le aspettative, succede in tutte le squadre. Anche se Aurelio ci conosceva tutti. Gennaio ? stato un mese difficile, ? successo di tutto da quando siamo tornati dalla tourne? in america. Abbiamo perso partite e non riuscivamo mai a decollare, mai ad applicare quell'idea di calcio zemaniano. Io non mi aspettavo un cambio di allenatore. Credevamo in quello che facevamo.

L'infortunio ? stato un momento duro della tua carriera. Ma ti abbiamo visto combattere. Che sensazione ? stata tornare a questi livelli?

E' stato gratificante. Anche se non sono ancora contento di come sono in campo. Da quando sono tornato ho saltato solo una partita per la lombalgia. E questo vuol dire tanto; moltissime persone dentro Trigoria mi hanno aiutato ma al di la di tutto la battaglia contro il ginocchio io e lo staff medico l'abbiamo vinta. Io voglio sempre migliorare la parte tecnica. Quest'anno difensivamente abbiamo concesso troppo. Sembrava quasi facile per le altre squadre arrivare sotto la nostra porta. Come difensore questo mi d? fastidio. Ma ultimamente ? cambiato, siamo con un altro allenatore, un'altra filosofia di calcio ed ? una cosa bella. Ma come difesa, e squadra in generale, dobbiamo ancora migliorare.

La difesa a tre ? la soluzione migliore?

E' una soluzione che adesso ci sta dando buoni risultati, perch? il numero delle giocate a favore dell'avversario ? minore rispetto a prima. Ma cercavamo solo di fare il calcio che piaceva a mister Zeman. Ora abbiamo forse meno possibilit? di segnare noi ma abbiamo quasi sempre la partita in mano e questo cambia tutta la partita. La puoi vincere in qualunque momento.

Nella tua testa, e in quella dei tuoi compagni, che obiettivi ci sono?

Dopo Udine ne abbiamo parlato. Dobbiamo vincerle tutte e arrivare bene allo scontro diretto con la Lazio che ? una squadra tosta. Avremo poi lo scontro diretto con la Fiorentina. Questi sono i veri momenti in cui devono venir fuori gli attributi di una squadra.

Quella contro il Palermo pu? essere una partita ricca di insidie?

Bisogna preparare la partita con attenzione. Il calcio italiano non ti lascia nulla. Bisogna cercare di vincerla senza pensare al derby

17 aprile: come affrontare l'Inter e quali le chances?

Sar? una partita importante. Abbiamo l'obbligo di arrivare in finale di Coppa Italia. Sar? squalificato ma chi entra non fa risentire l'assenza degli altri. Si ? visto in tutte queste ultime partite. Quella gara bisogner? affrontarla alla stessa maniera, cercando di far male, attaccare e essere sempre coperti.

Ti ha colpito la maturit? nella pazienza dei tifosi?

Che posso dire, loro sono fantastici. Hanno passione per il calcio e per la maglia. Una fedelt? unica. Mi auguro di vincere per accontentarli. Uno vuole vincere, al di l? di tutto. Questi due anni ci sono serviti per credere in ci? che facciamo e dove vogliamo arrivare. Dobbiamo sempre lottare per vincere.

Tante le iniziative della societ?.

Credo questa sia la via giusta per cambiare. C'? una ristrutturazione del calcio italiano da fare, per migliorarlo, per riportare le famiglie negli stadi. In Argentina c'? venerazione per il marchio Italia.

Messi: che campione ??

E' straordinario. Come un calciatore ? come un bambino: vuole divertirsi, allenarsi, giocare. Non pensa ad altro. Come persona ? molto semplice. Uno non pu? essere diverso come persona rispetto a come gioca. Fa 90 gol l'anno e festeggia sempre come fosse il primo. Non si lamenta mai, non rimprovera, non cerca alibi. E' bello da vedere. E' difficilissimo fermarlo, si propone, ti salta. Ce ne sarebbero difensori in grado di farlo, come Samuel ai tempi della Roma. Non a caso era chiamato "The Wall".

Totti: una definizione?

Che posso dire? E' unico. E' un mito. Lo sta diventando per i gol e per quello che sta dando alla squadra. Penso stia meglio rispetto a quando sono arrivato 3 anni fa. Fisicamente sta bene, mentalmente anche. Aiuta i compagni, non si fa mai i problemi, ha sempre umore buono. Mi ricorda un p? Zanetti. Ti aiuta a non farti problemi.

C'? un soprannome in cui ti riconosci? Il bandito?

Mi dicono anche "Scarface". In Argentina non ce l'avevo. Mi chiamavano "padroncito". A Milano nessuno mi ha mai dato un soprannome, qui in un mese si. Bellissimo.

Il soprannome ? per alcuni tuoi interventi duri...

Io sono istintivo. Basta vedere nella gara di Udine nell'intervento di Muriel. Mi sono reso conto che non dovevo lanciarmi. Devo essere pi? pensante che istintivo. Andreazzoli mi sta aiutando. Uno non finisce mai di imparare. Penso che adesso bisogna continuare su questo passo.

La fascia da capitano?

Un orgoglio. Ci tenevo a vincere non in maniera egoistica perch? ? una cosa bella. Ci tenevo a farlo nella maniera giusta. Avevamo perso contro il Parma sotto il diluvio, a Chievo con la neve. A Bergamo abbiamo fatto una partita da guerrieri. Ci tenevo per cambiare la tendenza e far vedere che quando c'? da lottare, la squadra c'?