(di Alessio Nardo) Nomi: Pablo Daniel Osvaldo e Marco Borriello. Ruolo: attaccanti centrali. Segni particolari: vivono entrambi per il gol. Ma in questa Roma, al momento, sembra esserci spazio per uno solo dei due.
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Borriello 2010 vs Osvaldo 2011, confronto in sostanziale parità
(di Alessio Nardo) Nomi: Pablo Daniel Osvaldo e Marco Borriello. Ruolo: attaccanti centrali. Segni particolari: vivono entrambi per il gol. Ma in questa Roma, al momento, sembra esserci spazio per uno solo dei due.
Segnatamente l'italoargentino, pupillo assoluto del tecnico Luis Enrique, il quale è riuscito a convincere la dirigenza romanista, capeggiata da Walter Sabatini, a sborsare una cifra rilevante pur di strapparlo all'Espanyol. Molto simile il percorso dei due "punteri", con un'enorme differenza alla base: l'accoglienza iniziale ricevuta dal popolo giallorosso.
Il 31 agosto 2010, all'annuncio del passaggio di Borriello dal Milan alla Roma in prestito con riscatto obbligatorio, dai colli capitolini si levarono grida di gioia ed estasi. Un colpo inaspettato, inatteso. L'ultimo grande acquisto dell'era Sensi. In città l'atmosfera divenne elettrizzante, l'sms di De Rossi al nuovo compagno ("Annamo a vince") trasmise la giusta carica all'intera tifoseria per tornare a sognare. Poi, sappiamo com'è andata la stagione. Male, malissimo per la Roma. Bene comunque per Marco, autore di 17 gol stagionali: 11 in campionato, 4 in Champions League, 2 in Coppa Italia.
L'accoglienza riservata ad Osvaldo non è stata ugualmente densa di amore e cori di benvenuto. Anzi, l'ex attaccante della Fiorentina è subito diventato un caso di mercato: 15 milioni più bonus, cifra folle per un giocatore considerato "normale", mai decisivo e straripante in carriera. Tanti dubbi, tante perplessità. Prime due gare ufficiali piuttosto deludenti (con Cagliari e Inter), poi l'esplosione. Tre gol in tre partite, Roma rilanciata in classifica e tifosi quasi "stregati" dalla mitraglia dell'oriundo. Non è ancora love story a tutti gli effetti tra la Curva e il buon Pablo Daniel, ma i responsi del campo appaiono sempre più incoraggianti.
Osvaldo, in sostanza, sta ripetendo il positivo excursus del Borriello versione 2010. Entrambi, nelle prime cinque gare ufficiali da romanisti, portano in dote tre reti realizzate. Anche l'esordio dell'ex milanista non fu positivo: 1-5 a Cagliari, prestazione incolore. Il suo fiocco azzurro arrivò tuttavia in anticipo, nel secondo match disputato, esattamente al 7' di Roma-Bologna (terminata 2-2). Osvaldo si è sbloccato al terzo tentativo, anch'egli all'Olimpico in una gara terminata in parità: l'1-1 col Siena. Il confronto (3 gol a testa in cinque gare) resta in equilibrio se prendiamo in considerazione tutte le partite ufficiali. Ma "limitandoci" al campionato, Osvaldo vanta una rete in più. Borriello, infatti, andò a segno il 28 settembre in Champions con il Cluj, totalizzando solo due centri nelle cinque gare iniziali del torneo.
Ultima curiosità? Il buon rendimento dei due, ad un anno esatto di distanza, ha avuto il medesimo effetto: la chiamata in nazionale da parte del ct Cesare Prandelli. La differenza? Borriello venne schierato titolare l'8 ottobre 2010 a Belfast contro l'Irlanda del Nord e sostituito da Pazzini al 74', mentre Osvaldo, convocato d'urgenza per ovviare alle assenza di Balotelli e lo stesso Pazzini, ha assistito dalla panchina agli interi 90' del match di Belgrado contro la Serbia. A fine stagione i responsi definitivi. Ad oggi, Luis Enrique ha a che fare con un dualismo importante. Non va dimenticato che Borriello, nella Roma, ci gioca ancora.
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