(di Mirko Porcari) - Sensazioni da un abbraccio, la pioggia che rompe la sfuggevole monotonia di un’estate tutta da scrivere, i pensieri che vagano lontani dal cuore delle cose:
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Baldini, lacrime di pioggia
(di Mirko Porcari) – Sensazioni da un abbraccio, la pioggia che rompe la sfuggevole monotonia di un’estate tutta da scrivere, i pensieri che vagano lontani dal cuore delle cose:
l’amore di una serata a Riscone di Brunico compattato in un coro unanime per la Roma, dove l’affetto si veste da pazienza e l’attesa regala una speranza da coltivare.
C’è stato un brivido una volta, qualcosa di incredibile che raccontava senza parole un sangue a tinte gialle e rosse: l’effimero scorrere del tempo ha cambiato molte cose, passando sopra i successi e accentuando le ombre, mutando i sorrisi in lacrime di pioggia.
Il pezzo di Olimpico accampato a Riscone ha vissuto con dignità il disagio di un uomo , continuando ad applaudire la ritrovata voglia di essere protagonisti: pochi sguardi, poche parole, l’immagine istituzionale della Roma che stenta a riconoscere se stessa.
La percezione soffocata si è trasformata in un interrogativo pesante, il mondo giallorosso come un amico, divorato dai dubbi di Franco Baldini e da una chiarezza che tarda a manifestarsi: il feeling, corposo come un albero secolare, si è assottigliato viaggiando tra progetti utopistici ed errori di valutazione, diventando piano piano una flebile parvenza di credito.
Mentre si tentano di ricostruire i pezzi di un ambiente estremamente provato dai dolori della passata stagione, voci dall’Est agitano le notti capitoline: sirene, soldi e Capello, un richiamo fortissimo che punta alla Russia e ad un mondo calcistico tutto da esplorare e che fa leva sulle ambizioni del direttore sportivo.
L’illusione è che possa essere ancora Roma: storia millenaria contro il nuovo che avanza. Sulla carta non c’è partita. Se il cuore conta ancora qualche cosa.
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