(MF-Dow Jones C. Augelli) - Chissà cosa penserà dall'altra parte dell'oceano Thomas R. DiBenedetto nel vedere cosa sta succedendo alla As Roma. Certamente non sarà contento, ma questo non lo fa certo recedere dalla sua volontà di acquistare con i suoi soci il club giallorosso. Al contrario, le parti (americani e Unicredit)
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As Roma: club nel caos, ma la cordata Usa va avanti
(MF-Dow Jones C. Augelli) – Chissà cosa penserà dall’altra parte dell’oceano Thomas R. DiBenedetto nel vedere cosa sta succedendo alla As Roma. Certamente non sarà contento, ma questo non lo fa certo recedere dalla sua...
continuano a mantenere frequenti i contatti e i rispettivi advisor legali procedono nella definizione dei passaggi tecnici che porteranno alla firma del deal nelle prossime settimane. Non esiste, spiegano alcune fonti accreditate, alcun ritardo nella tabella di marcia dellacessione del club. Inoltre non è prevista alcuna modifica nel prezzo del deal, nonostante le ultime performance del club giallorosso.
Eppure gli ultimi giorni hanno mostrato non solo una crisi tecnica (Oggi è arrivato Montella), ma anche soprattutto una tensione societaria fortissima. Mancanza di unità, delegittimazioni, vuoto di potere, logorii interni ed esterni: tutti elementi che non possono rendere contenti i futuri acquirenti e che preoccupano anche Unicredit.
E se a tutto questo si aggiunge la forte pressione della piazza (con picchi di violenza che mostrano il volto peggiore del calcio capitolino) allora il quadro è completo. Ma cosa non funziona o non ha funzionato nella gestione del club giallorosso? Sicuramente questa fase di transizione ha mostrato diverse problematiche, la più importante delle quali è rappresentata dall'indebolimento dell'attuale proprietà con conseguente delegittimazione all'interno del club. In una fase tanto anomala, con un proprietario che sta uscendo di scena, un potenziale acquirente e una banca a fare da garante e socio, qualsiasi azienda avrebbe risentito di questo passaggio e in una squadra di calcio questa confusione non può che essersi amplificata.
Unicredit da diversi mesi (dopo aver deciso di mantenere Rosella Sensi al timone) sta cercando di mantenere la situazione sotto controllo, ma a Trigoria negli ultimi tempi è prevalso il caos.
Neppure l'intervento diretto del vice d.g. di Unicredit Paolo Fiorentino, qualche giorno fa in visita a Trigoria, è servito a dare stabilità all'ambiente. Unicredit ha lavorato per mantenere l'equilibrio finanziario del club, mentre le scelte tecniche sono state demandate a Roma2000.
Allora cosa è mancato in questa fase? Forse sarebbe stato opportuno individuare un unico manager dentro il club al quale affidare tutti i poteri di gestione in questo periodo di transizione, evitando così inevitabili prese di posizione o sovrapposizioni di poteri.
Se il bene ultimo di tutti è sempre stato quello di valorizzare l'asset As Roma, allora tutti dovrebbero remare nella medesima direzione. Anche perchè non partecipare alla Champions League costerà, così come costerà uscire dall'attuale competizione, così come costerà continuare a perdere partite e immagine a livello internazionale.
Per questo in una fase così confusa non sarebbe inopportuno suggerire all'attuale proprietà di fare un passo indietro per il bene del club giallorosso. Una proprietà forte, legittimata ad agire, seppure in una fase di transizione così difficile, funziona meglio di una proprietà indebolita che ormai nessuno riconosce più come tale. Fare un passo indietro, come alla fine ha fatto anche Claudio Ranieri, per dare una "scossa", per uscire di scena con tutti gli onori del caso
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