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Antognoni: “Fiorentina-Roma? Mi aspetto un pareggio”

Giancarlo Antognoni, ex stella della Fiorentina, ha parlato del match dell’Artemio Franchi di domenica pomeriggio.

Redazione

Giancarlo Antognoni, ex stella della Fiorentina, ha parlato del match dell'Artemio Franchi di domenica pomeriggio.

Queste le sue parole rilasciate in esclusiva a Tele Radio Stereo 92.7, ha dichiarato:

"Stagione travagliata con inizio stentato per la Fiorentina. Delio Rossi prova a sistemare le cose, ma non è facile per lui rimettere in piedi una situazione particolarmente difficile".

"Il mio ragionamento porta a credere che le colpe per questa stagione si debbano ripartire equamente, ma va detto che la società ha forse operato in modo poco brillante. E mi riferisco al club per la gestione del gruppo. Si parla di calciatori che fanno tardi la notte, che rientrano in ritardo da giorni di permesso. Lì l'allenatore conta poco, deve intervenire il club, la Roma per esempio lo ha fatto dopo la vicenda Osvaldo-Lamela. La piazza viola bolle anche per questo, si può andare oltre i risultati negativi, ma certi comportamenti non possono essere tollerati. La Roma ha fatto bene a intervenire, dando un segnale di forza. Ai giocatori e alla piazza".

"Domenica può essere la partita della paura, soprattutto per chi gioca in casa con il peso di dover dimostrare tutto davanti ai proprio pubblico. Mi aspetto un pareggio".

"Montolivo è un calciatore importante ma vive un momento difficile perché può pesare su di lui la situazione contrattuale, fa parte della Nazionale, non può non essere considerato un grande giocatore. L'errore della Fiorentina è stato quello di averlo portato a pochi mesi dalla scadenza. E di conseguenza gli ha dato la possibilità di cercarsi un'altra squadra, sin da gennaio".

"Anche De Rossi fa parte della Nazionale, è importante per il calcio italiano e per la Roma. Difficilmente in Italia e in Europa si trovano giocatori del suo calibro. La Roma dovrebbe fare un sacrificio per tenerlo, anche se i calciatori in scadenza hanno sempre il coltello dalla parte del manico".

"Ai miei tempi era diverso, c'erano rapporti diversi fra noi calciatori e i club. Ed era diverso anche il modo di essere 'furbi' da parte nostra. Non eravamo più 'tonti' dei ragazzi di oggi. Anche noi ne combinavamo parecchie, ma eravamo bravi a non farci scoprire".