Una vita passata alla Roma, per la Roma. Il lavoro di Alberto De Rossi è molto più del “semplice” allenatore se si guida una squadra di adolescenti. Il suo ruolo, che svolge alla perfezione quasi fosse un professore di scuola, è prima di tutto di educatore per dei ragazzi che hanno ricevuto il dono di avere i piedi adatti per svolgere la professione di calciatore, ma che sono ancora sulla via della maturazione e che quindi rischiano di non sfruttare al meglio le proprie abilità. Questo è Alberto De Rossi, maestro di vita prima, allenatore poi. Per molti è stato un secondo padre, una guida non solo per il calcio, ma anche per i comportamenti di tutti i giorni, concentrandosi sui valori etici e morali, prima di quelli tecnici e tattici. L’allenatore della Primavera giallorossa ha rilasciato una lunga intervista al sito americano “Bleachrreport.com” parlando del percorso dei suoi ragazzi in questa stagione e della situazione del settore giovanile italiano.
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Alberto De Rossi: “Pallotta sta rivoluzionando tutto. L’Italia deve dare maggiore spazio ai giovani”
L’allenatore della Primavera giallorossa ha rilasciato una lunga intervista parlando del percorso dei suoi ragazzi in questa stagione e della situazione del settore giovanile italiano.
Per la prima volta i giallorossi hanno giocato la massima competizione europea per le squadre Primavera dei club, riuscendo anche ad accedere agli ottavi di finale dopo aver fronteggiato un girone di ferro con Bayern Monaco, Cska Mosca e Manchester City."Penso che la Uefa Youth League è qualcosa che dovrebbe essere obbligatoria", dice De Rossi, con convinzione. "Per i club italiani e quelli all'estero, per i giovani in Italia e altrove. Credo davvero che si tratti di qualcosa che è assolutamente formativo, per noi e per i nostri avversari. Completa i giocatori con questa esperienza diversa, contro squadre che giocano in modi totalmente diversi, che hanno filosofie differenti e strutture diverse. Avevamo un girone molto difficile, ma anche molto educativo. Abbiamo giocato contro tre squadre totalmente diverse. Per i giocatori avere un’esperienza del genere è fantastico. E a mio parere dovrebbe essere obbligatoria. So che è difficile da organizzare, ma credo che è stato utile non solo per i giocatori, ma anche il personale di incontrare idee, stili e formazioni diverse.” Sulle avversarie nel girone della competizione europea: "I giocatori del Bayern sono molto piccoli, eccellenti tecnicamente. Nel City invece sono tutti enormi, molto forti fisicamente e giocano con molta aggressività. Quelli del Cska Mosca ti aspettano e poi contrattaccano. C'è sempre qualcosa di diverso".
Il tecnico affronta anche il delicato tema del poco utilizzo dei giovani nelle prime squadre, fattore che ha contribuito al degrado del movimento calcistico italiano.
"E’ grande il divario tra livello giovanile e la prima squadra. Qui in Italia, non siamo ancora stati in grado di colmarlo, purtroppo. Altri Paesi non hanno completamente chiuso questo buco -di esperienza, ritmo, intensità, di ogni cosa- ma hanno una categoria intermedia tra la Primavera e prima squadra. O hanno le riserve, o hanno una squadra B che gioca in una serie inferiore. In entrambi i casi, dà ai giovani un'altra esperienza. In Spagna, un sacco di squadre possiedono seconde squadre in terza divisione, dove giocano normalmente. Poi, se vincono, vengono promossi. Ok, se vincono la Serie B non vengono promosse nella massima serie, come il Barcellona ad esempio, ma i ragazzi giovani arrivano a giocare in un campionato appropriato. I nostri colleghi con la Nazionale la vedono molto questa situazione, per esempio quando l'Italia U19 gioca in un altro Paese, in cui 15 o 16 giocatori della rosa avversaria hanno già giocato in importanti tornei di alto livello con i club, la nostra Nazionale invece sta ancora giocando nelle Primavere. La differenza è enorme. Immaginate di andare dalla Primavera alla prima squadra in Serie A, è quasi impossibile".
Più di vent’anni trascorsi dentro le mura di Trigoria:"Ho visto due diversi proprietari: la famiglia Sensi (prima Franco, e poi la figlia Rosella), e ora James Pallotta. Con la famiglia Sensi, abbiamo avuto alcuni grandi momenti – a livello giovanile e senior - di alto livello. E ora, il signor Pallotta sta rivoluzionando tutto, ha così tanta energia, è come un vulcano! Stanno lavorando per 'internazionalizzare' il club, anche a livello di Primavera. Si può veramente percepire il cambiamento, c'è un grande desiderio di migliorare”.
Il calcio per i piccoli giocatori - secondo De Rossi - deve essere, prima di un lavoro, una passione che serva anche per far crescere e maturare i ragazzi, per legare due insegnamenti che per alcuni sono separati tra loro: lo sport e la cultura.
"Proprio quest'anno, siamo stati in Vietnam nel mese di gennaio, poi siamo andati in Sud Africa a luglio per un torneo; poi Mosca, Manchester e Monaco di Baviera. C'è anche la Viareggio Cup, la Coppa Italia, il campionato...Immaginate quanto può dare esperienza tutto questo ai ragazzi. Anche per noi allenatori, è bellissimo! I ragazzi sono occupati come se fossero calciatori professionisti, forse ancora di più! Ogni giorno gli dico quanto sono fortunati. Non è solo un'esperienza a livello tecnico o tattico, ma anche su quello culturale. Come quando eravamo in Vietnam, a Ho Chi Minh City, siamo andati a vedere il museo della guerra, e fa davvero riflettere su quello che hai. Poi, abbiamo anche giocato di fronte a 25.000 spettatori, è stato fantastico. A Durban (Sud Africa) è stato lo stesso. Abbiamo visitato le scuole e abbiamo visto come le persone vivono lì. E’ un’apertura di questi ragazzi al mondo, non è solo un viaggio, un hotel e un gioco. La Primavera ha bisogno di essere molto più di una squadra di calcio per questi ragazzi. C'è bisogno di più del solo calcio giocato. Abbiamo visto che le scuole in Sud Africa, sono dignitose e piene di persone felici anche se non dispongono di quasi nulla. Questa è un'esperienza che i giocatori possono portare con loro nella loro vita quotidiana. In questo modo, quando ritornano a Roma e si scontrano con qualcosa che non gli piace, con questa esperienza possono migliorare. Il vero successo significa mandare un giocatore nella prima squadra. Potrebbe sembrare la risposta banale, o retorica, ma è vero. E 'una grande soddisfazione, molto emozionante. Sei stato con questo ragazzo per due o tre anni, e si ricorda tutto, i problemi che ha avuto, il suo sviluppo. Nel momento in cui va in quel campo con i giocatori più grandi, per me è un'emozione incredibile".
Totti, De Rossi, e ora Florenzi. Tre giocatori titolari della Roma “A” arrivano direttamente dalla Primavera. Questo è un vanto per la società, sebbene negli ultimi tempi questo processo si è rallentato. "Negli ultimi 10 anni, probabilmente ci sono stati solo tre o quattro giocatori che erano pronti ad andare direttamente dalla Primavera alla prima squadra. Questo per colpa del gap che ho citato, ma anche per l'atmosfera attuale che non aiuta. Tutti vogliono un giocatore che è totalmente pronto, che non fa errori, nemmeno in un passaggio. Non posso dare un giudizio sul fatto che l'atteggiamento è lo stesso in altri Paesi, ma in altre Nazioni vedo giocatori giovani, e se loro stanno giocando, non credo che questi ragazzi di altri Paesi non fanno errori. Credo che gli altri li accettano e hanno un po’ 'di pazienza. In Italia, non ce n'è. Ma cosa potrebbe essere più bello? Un giocatore, cresciuto nel settore giovanile del club, magari anche nato nella stessa città? Sarebbe fantastico".
La speranza è che le parole di De Rossi vengano ascoltate, perché il calcio italiano non migliorerà di certo con gli sproloqui dei “padroni del pallone”, ma con i fatti di, non solo allenatori, ma maestri che giorno dopo giorno si applicano nell’insegnamento dei valori umani e sportivi dei giovani per assicurare all’Italia un futuro migliore.
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