(di Mirko Porcari) - "Ragazzi, questo è davvero forte...". Agosto 2010, la Roma è di scena a Pescara per un'amichevole che sa di rimpatriata: sulla panchina degli abruzzesi c'è Eusebio Di Francesco, cuore e polmoni del terzo scudetto, un'occasione unica per unire il calcio con i ricordi.
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Verratti, il “nuovo Xavi” studia da Zeman
(di Mirko Porcari) – “Ragazzi, questo è davvero forte…”. Agosto 2010, la Roma è di scena a Pescara per un’amichevole che sa di rimpatriata: sulla panchina degli abruzzesi c’è Eusebio Di Francesco, cuore e...
Nell'afa di quella sera, c'è giusto il tempo per parlare di un gioiello appena sfornato dalle giovanili biancoazzurre. Marco Verratti, classe 1992, un colpo di fulmine durato un anno. Pradè e Conti avevano chiesto informazioni, nella manciata di allenamenti che Di Francesco aveva sostenuto con la squadra della sua città ci aveva messo poco a capire tutte le potenzialità del piccolo centrocampista: nella cavalcata verso la Serie B tanta fiducia e parecchi infortuni, 8 presenze che raccontano poco sulle capacità tecniche dell'obiettivo romanista. La serata dell'Adriatico, con Ranieri ancora in panchina e Adriano a ciondolare per il campo, parla di una buona prestazione di Verratti, quarantacinque minuti in cui mette in mostra carisma e doti di palleggio, caratteristiche che non passano inosservate alla dirigenza giallorossa. L'anno appena trascorso, nella palestra della Serie B, consegna al calcio italiano una nuova stella: promosso in pianta stabile tra i titolari, Di Francesco affida a Verratti le chiavi della regia pescarese. "Mi ispiro ad Andrea Pirlo". Mentre la compagine abbruzzese si salva, i riflettori iniziano ad essere puntati sul 19enne: la crescita è sotto gli occhi di tutti, alla porta del presidente De Cecco iniziano a bussare tutte le big italiane, mentre allo stadio si intravedono osservatori da mezza Europa. L'affare è dietro l'angolo, se ne accorge la dirigenza, forte di un contratto fino al 2014, fatto firmare al ragazzo qualche mese prima: c'è solo da aspettare, un anno o forse meno, quanto basta per far capire alle grandi la rarità del repertorio che Verratti ha da offrire. Guardando in Europa e in Sud America, Sabatini ha il tempo di parlare con il Pescara: comprorietà (poco oltre il milione di Euro) e probabile "parcheggio" in Abruzzo, almeno per un altro anno. Soluzione oculata, soprattutto alla luce della scelta del neo tecnico biancoazzurro: Zeman sostituisce Di Francesco, una garanzia di serietà e applicazione che torneranno sicuramente utili alla voglia di dimostrare con cui Verratti affronterà il nuovo anno di Serie B, quello della conferma. Alla corte del boemo, con un occhio a Luis Enrique: per lo spagnolo sarà l'inizio dell'avventura italiana, alla ricerca di una nuova filosofia con un modulo in stile Barça, uno schema che potrebbe esaltare le qualità di Verratti, descritto da molti esperti come "lo Xavi italiano". Fatte le debite proporzioni, scansato per un attimo l'ingombrante paragone, è gioco facile cogliere delle somiglianze (fisiche, per ora) con il campione dei blaugrana: baricentro basso, brevilineo, leggermente meno alto (165 cm contro i 170 dello spagnolo) ed una carica agonistica al servizio della squadra; i presupposti ci sono tutti insomma, sperando che il futuro possa ragalargli anche solo metà dei trofei vinti dal "collega fenomeno." Con la Roma, si intende.
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