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Roma, a centrocampo si cambia: ecco Cristante, il jolly ideale per Di Francesco

A Trigoria arriva l'ex Atalanta, un vero e proprio tuttofare: da regista si è trasformato in mezzala, senza disdegnare il ruolo di trequartista. Dalle giovanili al Milan all'esplosione con Gasperini, passando per il Benfica: ecco la sua storia

Melania Giovannetti

Nessuno slogan poteva essere più profetico: “Io ci sono”, è la frase simbolo della campagna abbonamenti della Roma, lanciata giusto qualche ora prima che “io ci sono” lo dicesse anche Bryan Cristante. Ormai ex Atalanta, centrocampista che al Milan paragonavano a Redondo mandandolo su tutte le furie “perché io non sono un regista”, Cristante si chiama così perché i suoi genitori adoravano Bryan Ferry. Ma lui non lo ha mai ascoltato: al pop britannico preferisce l’hip hop, all’Inghilterra preferisce l’America, forse per le origini canadesi del padre. Lo voleva la nazionale del Canada, lui ha scelto l’Italia e non se n'è mai pentito. Giocherà la Champions League, l’Europa dei grandi, dopo essersi fatto apprezzare con l’Atalanta in Europa League e all’estero con il Benfica. Un'esperienza che rifarebbe, via dall'Italia a 18 anni perché il Milan lo ha sacrificato in nome del bilancio, ma che è stata più importante dal punto di vista umano che calcistico.

LA STORIA - La sua precocità gli ha permesso di esordire nella prima squadra del Milan ad appena 16 anni e 9 mesi, il 6 dicembre 2011, durante la gara di Champions League dei rossoneri contro il Viktoria Plzen. L'esordio in A è avvenuto soltanto due anni dopo, a novembre del 2013. A gennaio del 2014 la prima apparizione da titolare, con tanto di gol - guarda caso - all'Atalanta. Un'offerta da 6 milioni lo porta al Benfica, scatenando l'ira dei tifosi del Milan. In Portogallo inizia a crescere: nella stagione 2014/2015 raccoglie 15 presenze e conquista sia il Campionato portoghese che la Coppa di Lega. Al Benfica però Bryan non riesce a decollare, e così torna in prestito in Serie A, prima al Palermo (2015/2016) e poi al Pescara (2016/2017). A gennaio del 2017 la chiave di volta della sua carriera: la cessione temporanea all'Atalanta, dove trova il suo mentore: Gian Piero Gasperini.

IL RUOLO E LE CARATTERISTICHE - Il resto è storia. Già, perché grazie all'allenatore dei bergamaschi Cristante è letteralmente esploso. L'Atalanta lo ha riscattato dal Benfica a 4 milioni di euro e ora lo rivende a 30: bastano questi numeri per capire tutto. Nell'ultima stagione ha messo a segno ben 12 gol (9 in campionato e 3 in Europa League). Numeri importanti per un 23enne che, grazie alle 9 reti in quest'ultima stagione di Serie A, è diventato il centrocampista italiano che ha segnato di più. I mezzi fisici non gli mancano, tantomeno le qualità tecniche: un mix che lo rende un vero e proprio jolly di centrocampo. Nella sua giovane carriera ha ricoperto diversi ruoli: è partito da regista davanti alla difesa per poi avanzare la sua posizione in mezzo al campo. Per non farsi mancare nulla, con Gasperini ha fatto anche il trequartista dietro alle punte, sfoggiando tutte le sue capacità di inserimento e di andare in porta. Il suo ruolo preferito? "So lan­cia­re i compagni a rete e mi trovo bene da­van­ti alla di­fe­sa, così come da mez­za­la. Ma se devo sce­glie­re io, dico mezzala. Mi piace molto in­se­rir­mi, pro­var­ci, farmi ve­de­re in zona gol", parola di Cristante ai tempi del Palermo. Le sue caratteristiche sono chiare: sa entrare negli spazi, sa aggredire la profondità e sa segnare tanti gol, proprio quelli che sono mancati ai centrocampisti giallorossi nell'ultima stagione. Vera e propria musica per le orecchie di mister Di Francesco.