Nè Turchia nè Genova: Doni rimane a Roma

(di Tommaso Gregorio Cavallaro) Mancano nove giorni alla chiusura del calcio mercato, nella sua sessione invernale, e la Roma è impegnata nel tentativo di chiudere quelle trattative in uscita, che le permetterebbero di alleggerire notevolmente il monte ingaggi.

Questo piano di dismissione di asset – nel senso di calciatori – non strategici è stato concordato con Unicredit, per la quale l’elevatissimo costo salariale della squadra rappresenta un altro freno alla vendita della società. La dirigenza giallorossa ha, in parte, soddisfatto i desiderata di Piazza Cordusio; sono stati ceduti, infatti, pezzi da novanta – nel senso di emolumenti e basta – quali Baptista e Cicinho. Per dichiarare compiuta la missione, però, ne mancherebbe uno: Doni.

Difficilmente, però, il portierone brasiliano si muoverà da Roma. L’ex titolare inamovibile della Roma Spallettiana ha più volte dichiarato di non volersi muovere dall’Urbe almeno fino al prossimo giugno, anche perché non sembrano essere pervenute a Trigoria offerte da parte di squadre che possano soddisfare, economicamente e tecnicamente, un giocatore che – a toro o a ragione – pensa di essere un top nel suo ruolo.

A dicembre sembrava a un passo dal Malaga, ma la società Andalusa – che nel mentre era in trattativa con la Roma per la Bestia – alla fine scelse di puntare su un altro estremo difensore. In questi giorni stanno circolando voci di un possibile assalto del Galatasaray all’ex numero 12 della nazionale verdeoro, ma dall’entourage del giocatore fanno sapere che: “Non c’è nulla di vero riguardo a un interessamento del club turco.” Come prive di fondamento sembrano essere le notizie, apparse oggi sulla gazzetta, riguardanti un possibile scambio Eduardo-Doni tra la Roma e il Genoa. Notizia paradossale, anche perché il club di Preziosi sta per chiudere con il Cagliari per Marchetti, che – come pure i sassi sanno – è un portiere. “Il ragazzo vuole rimanere a Roma, almeno fino a giugno. Poi Dio vede e provvede” questo il ritornello che si continua a cantare in ambienti vicini al numero 32 giallorosso e non c’è motivo di non ritenere che così sarà.