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Social Tribuna, Sampdoria-Roma 2-1: la dura legge del gol

I giallorossi schiacciano i loro avversari ma non pungono e pagano gli errori difensivi. Il web continua a puntare il dito contro l'allenatore, ma stavolta c'è qualcuno che lo difende: "Chi lo critica stasera ha visto un'altra partita"

Bruno Di Benedetto

"E' la dura legge del gol: fai un gran bel gioco, però se non hai difesa gli altri segnano e poi vincono. Loro stanno chiusi ma, alla prima opportunità, salgon subito e la buttan dentro a noi": la lezione calcistica (e non solo) degli 883 sembra fotografare piuttosto bene il Sampdoria-Roma andato in scena ieri sera. Sì, più di uno potrebbe avere da ridire su quel "fai un gran bel gioco", visto che una delle lamentele più popolari tra i romanisti sul web e per strada riguarda proprio l'assenza di idee precise da parte dei giocatori di Rudi Garcia. In realtà le statistiche (vedere il sito della Lega Calcio per credere) mostrano che la Roma è di gran lunga la squadra che ha calciato più volte in porta (39, sette volte in più della Juventus,  seconda in questa classica), e che più è stata in grado di rendersi pericolosa (61). L'Inter capolista  mostra nelle statistiche la propria evidente essenzialità: 27 tiri nello specchio, 39 azioni da gol, punteggio pieno in campionato.

Insomma il confronto tra nerazzurri e giallorossi riconferma la morale di Max Pezzali (lui interista, tra l'altro): puoi creare quanto vuoi, ma se non segni e non ti difendi, poi le partite le perdi. Lo screenshot con le"statistiche generali" della partita contro la Samp fa accapponare la pelle ai tifosi della Roma. Qualcuno se la prende con la sfortuna, qualcun altro con le leggi del calcio: "Manco all'oratorio vedremo mai tutta questa differenza. Per chi non lo sapesse abbiamo perso 2 a 1. Incredibile quanto è strano questo sport" (Ivano), e qualcuno, come del resto ci si poteva attendere, se la prende con Garcia.

Il tecnico a fine partita si complimenta con la squadra per la prestazione offerta nel corso dei 90 minuti, e adduce la sconfitta ad "errori individuali". A molti non sembra vero di poter cogliere la palla al balzo e inveire contro i giocatori. Il principale bersaglio è Morgan De Sanctis, colpevole secondo stampa e tifosi di non aver posizionato adeguatamente la barriera sul gol di Eder. Secondo l'utente Thierry il portiere giallorosso "ha tolto 5 punti alla Roma". Emanuele nota: "Uscito Szczesny, si è riaperto il baratro in difesa". Mattia punta il dito contro il reparto difensivo e la squadra tutta: "Fare 400 azioni, 30 corner , 40 cross, 19 tiri 1 goal, e prende goal a cazzo con i difensori e il portiere ridicoli , non è sfortuna: è essere una squadretta".

Flavio invece non vuole sentire scuse: "Non abbiamo un gioco... niente. E ancora sta seduto su quella panchina li mort..." e ci fermiamo. Lui e il grosso dei tifosi ringhiano contro il tecnico, a suon di #Garciavattene, e stavolta issando le icone dei suoi possibili successori. Ancelotti, Spalletti, Montella: questi i tre nomi acclamati dalla gente per salvare il campionato della Roma "prima che sia troppo tardi" (Gabriele).

In realtà un gruppetto consistente stavolta si raduna intorno a Rudi e lo difende. Scelte giuste, intensità nell'arco dei novanta minuti... Giorgio e i suoi si fanno forza: "Io sto con il mister. Chi lo critica stasera ha visto un'altra partita". Pochi e irriducibili, i sostenitori del tecnico francese vengono circondati da un'orda di tifosi accecati dalla rabbia per il secondo risultato deludente consecutivo. Alcuni di coloro che mantengono la calma continuano a spendersi in lunghe lezioni tattiche che dovrebbero risolvere i guai della Roma. Quando Simone spiega come la carenza di gol sia dovuta alla "assenza di schemi offensivi atti a triangolarizzare (?, ndr) e a servire Dzeko in area!", un sacco di romanisti si sentono concordi e appongono il loro "mi piace".

Il clima è molto negativo. La società Roma difende pubblicamente Garcia, ma la stampa avanza già i nomi dei possibili successori, e la parte più rumorosa del popolo lo vuole esonerato al più presto. In casa contro il Carpi servirà una vittoria roboante per calmare un minimo le acque. Gli 883 chiudevano la loro lezione spiegando che alla fine nel calcio non "importa chi vincerà, perché in fondo lo squadrone siamo noi". Sempre che sia possibile una piazza capace di prenderla con tanta sportività, ci appare certo che nella Capitale la questione non si risolverà con una morale così pacifica.