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Social Tribuna, Roma-Spezia 2-4 (d.c.r.): Rudi, un biglietto di sola andata per “ndo te pare”

A fine partita i tifosi implorano per l'esonero dell'allenatore. Contrariati dalla decisione della società di attendere fino a dopo Roma-Genoa per prendere una decisione, attendono ormai "lo Spezial One" al varco

Bruno Di Benedetto

"Spingerò la squadra fino alla morte, se serve". Quattro pareggi e tre sconfitte nelle ultime sette partite, solo due gol segnati nelle ultime sei e un'eliminazione storica dalla Coppa Italia, agli ottavi di finale contro il "piccolo" Spezia: messo di fronte ai fatti, Rudi Garcia non si scompone. "Non è un problema", esordisce, quindi aggiunge questa frase sulla morte... Che cosa voleva dire? La morte di chi? Della Roma o di Garcia?

I tifosi romanisti, dal canto loro, accolgono entrambe le possibili interpretazioni e reagiscono di conseguenza. Nel primo caso sottolineano come ci sia poco da preoccuparti per un potenziale assassinio della squadra per mano del francese, visto che "la Roma è già morta" (Giacomo); l'alternativa dell'estremo sacrificio del tecnico stesso viene da una parte rifiutata ("non c'è bisogno, preferiremmo che ti limitassi ad andartene", Miriam), dall'altra invocata a gran voce da chi, nascosto dietro allo schermo di un computer,  si sente di poter scrivere "Devi morire", ad all'allenatore di una squadra di calcio.

La convinzione generale, in ogni caso, è che molto più semplicemente bisognerebbe seguire l'iter classico. Se c'è una cosa da dedurre con certezza dalle dichiarazioni riportate, è che di dimissioni spontanee proprio non se ne parla (anche questo un atteggiamento non gradito dai romanisti come Loris: "Oggi le uniche parole che questo signore avrebbe dovuto dire sono 'mi dimetto', e invece continua ad avere la faccia come il culo. Vergognoso!"). Non resta dunque, a parere popolare, che la formula esonero-grazie-e-arrivederci. Su internet addirittura sta girando in queste ore la foto di un biglietto aereo di sola andata, partente da Roma Fiumicino e diretto a " 'Ndo te pare". Il nome del passeggero non c'è bisogno di esplicitarlo, ma è interessante notare che la partenza è prevista per domattina alle 8.00. Sebbene la Roma abbia lasciato trapelare che Garcia sarà riconfermato almeno fino a domenica, chissà che l'ironico fotomontaggio non si riveli profetico.

Addentrandoci nelle profondità dei social, troviamo un prevedibile concentrato di rabbia e frustrazione, cavalcato dalla Curva Sud che chiede di boicottare lo stadio in occasione di Roma-Genoa, e diffonde il proprio commento: "C’è modo e modo di perdere sul campo voi avete perso senza dignità, senza lottare, senza sudare, senza amore. Sparite dalla nostra vista. Siete tutti colpevoli". I tifosi sono d'accordo; sono indignati e furiosi perché sanno che questo Roma-Spezia sarà un evento memorabile, tra quelli da spiegare alle future generazioni romaniste quando verranno sfottute. "Dopo il 6-1, l'1-7, ora ci tocca sopportare anche questo. Cos'altro deve fare un allenatore per spingere la società a cacciarlo?" (Andrea). Ma come detto, nelle ore immediatamente successive al match si diffonde la notizia del non licenziamento fulmineo di Garcia, e allora sotto tiro ci finiscono in pieno anche Pallotta, Sabatini e Baldissoni, ovvero le tre facce più note della società giallorossa.

Il resto del web sfotte: si rispolverano le dichiarazioni di Totti dopo lo Juventus-Roma dell'anno scorso (a qualcuno pare faccia ancora ridere), ma soprattutto viene coniato un intelligente neologismo per Rudi Garcia, da ieri lo "Spezial One". Interessante infine constatare come cresca, partita di partita, il numero di tifosi stranieri che commentano sulla pagina ufficiale della società per invocare l'esonero dell'allenatore. Basti leggere il commento di Mark per capire che il punto di vista "esterno" del romanista che vive fuori dal nostro paese non si differenzi molto da quello del "romano dea Roma": "Barcellona non era accettabile, la prima partita contro il BATE, in cui i giocatori non sono sembrati preparati, era in accettabile, non segnare su azione da cinque partite ora non è accettabile. La mancanza di confidenza della squadra non è accettabile. E' tempo per nuove ispirazioni e idee, provenienti da un nuovo allenatore".

A margine di tutto ciò restano questi tre giorni di limbo, in cui preparare le considerazioni conclusive in caso di fine del periodo garciano, e contemporaneamente valutare le ragioni di un'ipotetica riconferma. Lavoro, quest'ultimo, più che mai arduo dopo gli eventi di ieri pomeriggio, in realtà forse solo una conferma di ciò che già era sotto gli occhi di tutti: una Roma sofferente tanto sul piano del gioco quanto sul piano psicologico. Per quanto generalmente sia difficile valutare quale sia l'effettivo l'operato di un allenatore (non siamo né del partito "è sempre colpa sua", né del "sono i giocatori che vincono le partite"), non ci sembra, almeno a leggere su internet, che qualcuno abbia accampato una qualsiasi motivazione perché Rudi Garcia mantenga il posto sulla panchina della Roma.