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Social Tribuna, Roma-Milan 1-1: “Pronti per altre 19 partite di pura agonia?”

Il pessimo spettacolo offerto in campo dalla squadra, ma soprattutto la sordità della dirigenza nei confronti delle richieste del popolo romanista, creano un divario sempre più ampio tra le parti. I tifosi invocano un cambiamento, ma per ora...

Bruno Di Benedetto

Nell'economia della vita, lo sport dovrebbe essere una fonte di felicità. Ognuno lavora, studia, si occupa della famiglia, fa fronte alle piccole incombenze di ogni giorno e si confronta con i problemi, piccoli o grandi che siano. Così si trascorre gran parte dell'esistenza adempiendo ai propri doveri - facendosi "un mazzo tanto", per dirla in gergo - per giungere infine a quel momento della giornata o della settimana dedicato al piacere, allo svago - all'otium, dicevano gli antichi. Questo spazio di tempo, imprescindibile se si vuole condurre una vita buona, tante persone nel nostro Paese lo dedicano allo sport, più specificamente alla squadra di calcio, ancora più specificamente alla Roma (se sono persone romane). Un certo numero di volte al mese, dunque, queste si riuniscono attorno alla loro passione giallorossa, desiderose di trarne gioia e motivazione per affrontare con il buon umore il resto della loro realtà quotidiana. Da un anno a questa parte, non possiamo fare a meno di constatarlo, le loro aspettative sono state gravemente disattese.

"Ogni mattina un tifoso romanista si sveglia e spera di leggere che Garcia sia stato esonerato. Ogni mattina in realtà sa che non succederà mai". Con questa rivisitazione di una famosa riflessione, Matteo prova a riassumere lo stile di vita del romanista. Nel momento in cui l'ultimo aggiornamento parla di una sola vittoria, sei pareggi e tre sconfitte negli ultimi due mesi (dati che da soli non possono dire dello spettacolo, tra il deludente e il desolante, offerto quasi sempre dalla squadra), tutti i tifosi si sono ormai stancati. Vorrebbero un cambiamento, lo invocano da tempo a gran voce.

Fino ad oggi, tuttavia, sono rimasti in ascoltati, e il risultato di questa sordità si riflette nelle parole di Lorenzo, autore di un commento molto apprezzato: "Siete riusciti a far disinnamorare mezza città. Penso di parlare a nome di tanti, tantissimi, troppi tifosi. Quando vedo la partita non provo più emozioni". Un messaggio alla società, immobile sulle proprie posizioni mentre sullo sfondo la stagione trascorre e gli obiettivi sfumano. I tifosi non si capacitano: "Ma questi non si rendono conto di dove finiremo di questo passo?", chiede Giulia. "Chi della dirigenza ha detto che per questa squadra il secondo posto è vitale, farebbe bene a pensare già da oggi a quale sarà la soluzione per il mancato accesso in Champions", risponde Hùluf.

E dire che tra la pausa natalizia e la finestra di mercato, la possibilità di correggere il tiro c'è stata e c'è ancora. Eppure l'allenatore è stato confermato contro il volere popolare e le strategie di Walter Sabatini in entrata suscitano serie perplessità: "La cosa che mi fa avvelenare è che manco ci provano a raddrizzare la stagione - si lamenta a questo proposito Alessio - un cambio in panchina, un paio de terzini da comprare... no, si tiene un allenatore incapace invece di cacciarlo, e si comprano esterni d attacco invece di qualche terzino o difensore". La scollatura è evidente, e questa volta non c'è nemmeno bisogno di riportare post e commenti rivolti contro Rudi Garcia, perché il discorso si è fatto più ampio: i soggetti del conflitto ora sono base e società.

Il pareggio 1-1 contro il Milan, rivelatosi per i romanisti come l'ennesima occasione per ammirare i gravi problemi che affliggono la Roma, pesa come un macigno sul morale perché sancisce la fine del girone di andata. "Per quanto deve continuare questa agonia? Possibile che siano talmente incompetenti e senza palle da aver scelto di condannarci a diciotto mesi consecutivi di questo schifo?". "Stacchiamo la spina a questa agonia per favore? Cacciate Garcia e ripartiamo seriamente". "Stringiamo i denti, resistiamo...cari fratelli giallorossi, mancano "solo" altre 19 partite di pura agonia". Come si può notare, un'agonia angosciante è il leitmotiv dei pensieri di Francesco, Lorenzo e Valerio. E dire che il loro intento era di seguire la propria squadra del cuore per godersi un felice momento di svago, tra un'occupazione e l'altra della vita.

Lo sport dovrebbe essere una fonte di felicità, ma quando non lo è, che cosa succede? Succede che la gente si allontana. Se è davvero fedele certo non cambia sport, non si dedica ad altro: continua a guardare le partite e a tifare la propria squadra del cuore. Eppure si allontana. Di ciò, la distanza che oggi, almeno sui social network, separa società Roma e popolo giallorosso, ci sembra una prova incontrovertibile.