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Social Tribuna, Roma-Frosinone 3-1: la resurrezione di Totti e il “tacco di Ra”

La Roma torna a vincere dopo un mese e dieci giorni: brillano El Shaarawy e Totti, due giocatori che per diverse ragioni qualcuno aveva dato per finiti

Bruno Di Benedetto

Stavolta qualcuno l'aveva pensato sul serio: "E' finito". Il giorno prima del suo trentanovesimo compleanno Francesco Totti aveva disputato 6 minuti di Roma-Carpi: era entrato dal primo minuto del secondo tempo con la squadra avanti 4-1, aveva sbagliato goffamente un gol facile, infine si era toccato la coscia ed era uscito. Muscolo lesionato, stop di un mese, che diventa 2 mesi, che diventano 4 mesi. C'era poi quel Dzeko difficile da abbinargli nel 4-3-3 di Rudi Garcia: quando i due avevano giocato assieme, proprio contro il Frosinone all'andata, avevano confermato il sospetto. E insomma qualcuno, qualche romanista che stamattina non lo ammetterà mai, aveva pensato che fosse tempo di mettere la parola fine sulla ventennale reggenza del Capitano. Quella rete sbagliata contro il Carpi, corretta in rete da un Salah sinceramente dispiaciuto, poteva sembrare anche un passaggio di testimone: morto un faraone, se ne fa un altro.

Invece ieri sera eccolo uscire dal sarcofago, risorto per dare una mano a quei due giovani talenti egiziani, bravi ma evidentemente ancora troppo acerbi per reggere da soli. Entra sul 2-1 e presto finta un passaggio, inganna Dionisi muovendo il pallone con la sua, si becca una scarpata. Attimi di preoccupazione sugli spalti e in campo: i giocatori si avvicinano minacciosi all'autore del fallo, Spalletti scatta dalla panchina con gli occhi sbarrati. Totti però funziona. Sta bene, si rialza, passa a Pjanic la palla che chiude la partita.  

Da casa nessuno per la verità grida al miracolo, perché sottointenderebbe una mancanza di fede. Alessio comunque allarga le braccia: "Non c'è niente da fare: può avere pure 39 anni ma quando c'è lui in campo la squadra da metà campo in su ha un'anima e delle geometrie pulite, sensate. Francesco Totti altra categoria". Emanuele si illumina: "Il Capitano è la luce de sta squadra e de sta società. Quanto me sei mancato, sei l'unica cosa bella. C'avrai pure 40 anni (39) come dice chi te odia, ma sei sempre il più forte e il più bello". Il popolo romanista si fa mistico: "anima" e "luce", attributi propri di una divinità.

Per la verità uno di quei due ragazzi summenzionati non si era comportato male; arrivato suscitando perplessità in molti, Stephan El Shaarawy ha salutato "benino" il poco pubblico presenta all'Olimpico, sfoderando un colpo di tacco memorabile. "E' il tacco di Ra!!!", gridano sul social network parodiando una celebre telecronaca di Carlo Zampa. Si resta quindi in tema di divinità, e anche di mummie; come Totti, anche El Shaarawy era stato da molti scaricato e dato per spacciato. E invece ecco tuonare i vari Piermauro, Andrea e tutti coloro hanno accolto con fiducia al nuovo arrivato: "Dove sono ora tutti quelli che criticavano il faraone?", "Godo come un maiale. Così prima di giudicare a prescindere ve state zitti. Questi sono i tifosi che rendono questa piazza ingestibile". Siamo comunque solo alla prima partita, speriamo bene.

Un discorso in parte analogo vale per l'altro neoacquisto Zukanovic: nei giorni scorsi molti utenti dei social network se la sono presa con Sabatini, reo di aver acquistato un giocatore considerato scarso perché (diciamolo sinceramente) a molti sconosciuto. Autore ieri di un grande salvataggio difensivo, ma soprattutto di un assist che a molti ha ricordato quello di Pit per il tacco di Okaka, ha dato prova di essere un giocatore "schierabile", decisamente al di sopra dei vari Gyomber e Emerson Palmieri. E poi c'è Rudiger, per una notte terzino libero di scatenare tutta la propria potenza fisica. I romanisti apprezzano: "Vivace, dinamico, grintoso: mi piace sempre di più" (Eraldo), "Ha limiti tecnici evidenti, ma la personalità non gli manca. Ed in una squadra poco tignosa come la nostra ci vuole qualcuno come lui" (Guido). Come sempre c'è chi si abbandona all'entusiasmo - "Stasera abbiamo scoperto che il terzino ce l'avevamo in casa già bello che fatto" (Serena) -, ma insomma il caro Antonio sta dimostrando di essere un giocatore capace di alti e bassi (anche molto bassi), ma di sapersi anche rendere utile in diverse circostanze.

"Era solo il Frosinone", penseranno i saggi e/o i pessimisti. Vero, ma dopo un mese e mezzo di digiuno ci possiamo anche un po' godere questa vittoria strana, firmata dai lampi di Elsha ed Erca(pitano), dalla grinta un po' ignorante di Rudiger, e dalla penna di Spalletti, il quale comincia ad assomigliare l'uomo giusto per questa Roma. Ci manteniamo cauti perché è ancora molto, molto presto e martedì è vicino. A Reggio contro il Sassuolo sapremo sicuramente qualcosa di più.