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Social Tribuna, il 10 non si ritira. Roma vuole continuare a sognare

Abbiamo chiesto ai nostri lettori di esprimersi sulla possibilità che in futuro venga ritirata la maglia numero 10 della Roma. La domanda ha finito per tirare fuori il meglio dell'anima romanista

Bruno Di Benedetto

Quando un romanista parla di Totti, solitamente il resto dell'Italia scuote la testa e pensa: "Esagera". Tutto il mondo stima Totti, a quasi 39 anni un caso esemplare di leggenda vivente, oltre che un simbolo di attaccamento. Per la Roma romanista, tuttavia, è qualcosa di più.

E' difficile da spiegare: a seconda dell'età un tifoso può viverlo come un padre, come un fratello, come un figlio, come il migliore amico, a tratti - bisogna ammetterlo - come una divinità pagana. Capita anche per questo motivo che intorno al Capitano con la "C" maiuscola si creino le dispute più strane, più incomprensibili agli occhi del mondo esterno a quello giallorosso: di tale fenomeno le critiche rivolte a Gerson per la foto apparsa su twitter l'altro ieri costituiscono un caso esemplare.

E' accaduto così che nelle 48 ore Roma sia stata attraversata da una domanda: la maglia giallorossa con il numero 10, sarà mai indossata da qualcun altro in futuro? In altre parole, bisogna ritirare il numero? Noi di Forzaroma.info l'abbiamo rivolta ai nostri utenti. Le risposte ci hanno fornito delle piacevoli sorprese.

No, il popolo romanista non vuole ritirare la 10. Per quale motivo? Per lo stesso esposto dal capitano ieri, ed espresso con parole diverse da molti utenti, per esempio da Alessandro: "Si deve dare a tutti la possibilità di raggiungere il sogno di indossarla". Con il loro capitano in procinto di terminare la carriera, i tifosi iniziano a guardare al futuro per scrutare se, tra la folla di bambini di Roma (e dintorni), non possa nascondersi un erede.

Erede che, sia chiaro, non sarà mai Totti. Lo dice bene Giuliano: "Nella nostra storia ci sarà un altro numero 10, ma non ci sarà mai più un altro capitano come lui". E lo ribadisce Manuel con una battuta (forse battuta fino a un certo punto) che gli vale il commento con più 'like': "Devono ritirare la parola 'Capitano', non la numero 10".

Non potendo essere come Lui, ognuno sia libero di essere se stesso e ambisca pure ad indossare la maglia più amata del gioco del calcio. Attenzione però alla clausola: "Ovviamente, va data a chi se la merita". Serve qualcuno quindi che rispecchi dei valori condivisibili dalla comunità dei tifosi, qualcuno in cui le persone possano identificarsi, da cui amino essere rappresentati. Patrizia: "La 10 deve rimanere nella Roma è dovrà essere indossata da chi ama la Roma come l'ha amata il nostro immenso capitano".

Roma ama Totti. Lo ama, tra i tanti motivi, perché Totti ha permesso alla Roma romanista di provare delle emozioni che nessun altro tifoso di calcio proverà mai, almeno non così. Totti ha regalato a tutti un'esperienza di amore puro e assoluto, impersonificando dei valori astratti e conferendo a questi esistenza reale. Potrebbe essere un'affermazione azzardata: chi tifa Roma ha più fede, nel senso che crede davvero a concetti intangibili come la lealtà, la fedeltà, il vero amore e tanti altri. Lo fa perché il capitano è la prova della loro realtà.

Ebbene sembra che il mondo giallorosso voglia continuare ad emozionarsi. Certo in maniera diversa, grazie a uomini diversi. Ma al sogno romantico di un uomo che indossi la romanità romanista come se fosse la sua stessa pelle, quasi nessuno vuole rinunciare. Roma vuole nuove leggende e nuovi amori, e li vuole premiare con la maglia numero 10.

Chiudiamo con il commento più bello tra quelli regalatici dai nostri lettori. Ci sembra una prova di questo "regalo" che Totti ci ha donato e che abbiamo provato a descrivere in questo articolo. L'autore si chiama Maurizio:

"La Maglia Numero Dieci è patrimonio universale della romanità.

È mia, di mio figlio, di mia madre, dei ragazzini che giocano per strada,

di Agostino, di Francesco.

E voglio che tanti altri la indossino,

perché nei secoli ognuno deve avere l'onore di onorare tutti i romanisti,

senza tempo e senza età".