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‘RADIO PENSIERI’, DI GIOVAMBATTISTA: “Totti non smette di giocare perché è stato trattato come uno straccio”

Ecco le opinioni dei protagonisti delle emittenti radiofoniche romane

Redazione

Quello delle radio romane è un fenomeno che non ha eguali nel resto d’Italia. Una pluralità di stazioni a fungere da piattaforma, una schiera di giornalisti, ex calciatori e opinionisti ad animare lo spettacolo. Ecco le opinioni dei protagonisti delle emittenti radiofoniche:

Giancarlo Dotto (Teleradiostereo 92.7): "Come incontrerò Costanzo gli dirò di lasciar stare visto che non gliene frega niente della Roma. L'ultimo comunicato del nostro Totti è un capolavoro. Mi è piaciuta la dichiarazione di Pellegrini su De Rossi. Sono molto contento per Emerson Palmieri e per la sua convocazione con Ventura. Credo che Di Francesco arriverà, e spero che con il suo arrivo in questo covo esplosivo che è Trigoria, molte cose si chiariscano e molte cose diventino meno minacciose di quanto lo siano adesso. Come facciamo a stabilire che Di Francesco sarà un passo indietro per la Roma? Di Francesco è un uomo intelligente, sensibile, uno che ha messo passione in tutto quello che ha fatto. Tutte queste cose sono virtù, poi non sappiamo se lo sono anche in una città come questa. Io spero che si porti dietro il figlio perché è un talento pazzesco, secondo me diventerà un giocatore molto importante".

Alessandro Austini (Teleradiostereo 92.7): "Domenica ci sarà il saluto per Totti, ma non so se sarà una festa. L'impedimento nel non poter più indossare la maglia della Roma gli è stato dato dall'età, non da qualcuno. So che c'è qualcuno che sarebbe pronto a pagare un Totti calciatore, ma la Roma, legittimamente, ha capito che a 41 anni non può più continuare a farlo. Attualmente la Roma non saprebbe cosa far fare a Totti come dirigente e lui non si sente rispettato, non va d'accordo con questa società. Non si può far fare il dirigente ad una persona con cui non c'è rapporto, quindi tutto sommato Totti andandosene toglierebbe un problema alla Roma. A me dispiace ripensando a tutte le volte in cui ho creduto che Totti fosse un esempio del calcio, e gli credevo quando diceva che non avrebbe giocato altrove. Questo vuol dire che nel calcio non esistono le bandiere, perché se non ti vedi con un'altra maglia non te la metti, c'è poco da fare. Cosa poteva fare la Roma di più per rispettare Totti? E' diventato un calciatore e non una bandiera, perché Totti aveva potere di scelta, poteva scegliere di restare a fare il dirigente. Totti ha fatto pesare questo malessere in ogni secondo, non parla della squadra e della Roma da non so quanti anni, questa è la più grande colpa che gli do".

Adriano Serafini (Teleradiostereo 92.7): "Bisognerà capire che tipo di saluto sarà per Totti. Io vorrei che facesse il dirigente della Roma, con che ruolo è tutto un altro tipo di discorso. Credo che anche questo modo sibillino di non spiegare creerà altre discussioni. Totti sta vivendo un malessere che va oltre l'amore per la Roma, e probabilmente lui non riesce a convivere con le persone che stanno dentro Trigoria. In questo periodo ci sono stati tanti fattori che non sono stati raccontati per non distruggere un'immagine e per cercare di non minare l'immagine che si stava costruendo, perché di cose ne sono successe tante e non sono state raccontate".

Marco Madeddu (Teleradiostereo 92.7): "Con il comunicato Totti manifesta l'impedimento di non poter più indossare la maglia della Roma. Io credo che per non smettere mai di alimentare questa passione, come ha detto, dovrebbe inventarsi un ruolo diverso. Se provi da 0 a 10 un 10 d'amore per la Roma ed un 10 e mezzo per il calcio, non ti si può biasimare. Continuo a far fatica a vedere questa contrapposizione tra Totti e la società americana, ma tutto è partito dalla dichiarazione di Totti appena si è insediata la nuova società, quando ha detto che non sapeva nemmeno chi fossero gli americani. Mi dispiace tantissimo vedere che per l'ennesima volta il rapporto tra un'icona della Roma e la Roma stessa è un rapporto più conflittuale che amoroso, come è già successo in passato".

Francesco Balzani (Centro Suono Sport 101.5): “Domenica non potrà essere una festa. Sarà un giorno di dolore, e qualcuno poteva renderlo più dolce. Io non me la sento di muovere mezza critica a Totti qualora scegliesse di andare a giocare altrove. Come può lavorare fianco a fianco di persone con le quali parla appena? Lui si è guadagnato un debito talmente enorme che per me può anche vestire una maglia italiana, ma in questo momento la destinazione più probabile è Dubai. E’ l’epilogo più amaro, più imbarazzante per una squadra che in questi anni non è riuscita a costruire un dopo Totti. Stasera Francesco comunicherà la sua decisione ai compagni. Sabatini? Qualcuno lo considerava amico, ma sarà il primo nemico della Roma così come lo sarà Spalletti. Perché vuole Nainggolan e non Gerson? Magari a qualcuno converrà parlare ancora di Totti piuttusto che accettare questo enorme errore di giudizio".

Ilario Di Giovambattista (Radio Radio Pomeriggio – 104.5): “Quest’anno Spalletti doveva fare molto di più per far sentire vivo Totti, e invece lo ha ‘condannato a morte’ sportivamente parlando. Si è permesso di far pensare che la Roma, con Totti, gioca in 10. Totti non smette di giocare perché, secondo me, si è sentito trattato come uno straccio".

Luigi Ferrajolo (Radio Radio Pomeriggio – 104.5): “Non far giocare Totti è una scelta tecnica che Spalletti è libero di fare, magari sbagliando valutazione. Non è perché si chiama Totti allora doveva giocare per forza. Io non ci vedo mancanza di rispetto. Io non so se le scelte sono state fatte in maniera cattiva o meno. Non darei colpe a Spalletti o alla dirigenza se Totti vuole prendere altre strade”.

Franco Melli (Radio Radio Pomeriggio – 104.5): “Totti ha fatto questo comunicato vago perché lui reputa che il trattamento ricevuto dalla Roma non meriti di meglio, o comunque non meriti chiarezza. L’anno scorso gli hanno rinnovato il contratto solo perché costretti visto che gli aveva salvato la stagione. A Roma c’è un detto “Come me canti, te sòno” e lui ha fatto questo. Si doveva ribellare prima e in modo diverso rispetto a questa situazione mortificante”.

Stefano Agresti (Radio Radio Pomeriggio – 104.5): “Mi aspetto che la Roma domenica risolva il risultato presto e che Totti giochi almeno una mezz'ora. Credo che anche il Genoa lo voglia vedere in campo per partecipare a questa festa, ma Spalletti lo mette dentro solo se sta in vantaggio 3 o 4 a zero. Secondo Spalletti con Totti in campo la Roma gioca in otto”.

Xavier Jacobelli (Radio Radio Pomeriggio – 104.5): “A prescindere da quanto è accaduto in questa stagione, io penso che da parte di Spalletti ci voleva maggior chiarezza sin dal ritiro estivo. Far giocare Totti solo qualche minuto finale è stata una vera e propria mancanza di rispetto. Ci si aspettava un atteggiamento diverso da parte del tecnico. Ha espresso troppe dichiarazioni strane e fuori luogo”.

Gabriele Ziantoni (Teleradiostereo 92.7): "Per il mio concetto di calcio Salah sarebbe il primo a partire. L'egiziano però non potrebbe essere venduto a meno di trenta milioni, e con quel tesoretto andrei a prendere Schick. L'attaccante della Samporia resta uno dei grandi rimpianti della scorsa stagione, quando si poteva prendere per pochi milioni". 

Augusto Ciardi (Teleradiostereo 92.7): “Di Francesco è un tecnico che non prenderei mai, né tra un anno e né tra dieci, ma sono mie scelte e miei gusti. L'anno prossimo non sarà rivoluzione: Strootman e Nainggolan non partiranno, forse solo uno tra Ruediger e Manolas”.

Roberto Pruzzo (Radio Radio Mattino – 104,5): “Ora tutti i giorni ci sarà un giocatore diverso per la Roma, e quelli noti in uscita. Spero che a breve venga sciolto il nodo-allenatore. La Roma non credo sia in grado di progettare a lunga scadenza come il Siviglia o l’Ajax. Schick è un grande giocatore, chi lo prende fa un affare”.

Sandro Sabatini (Radio Radio Mattino – 104,5): “Su Schick la Juve è in netto vantaggio. Nel giorno dell’addio di Totti ci vorrebbe qualcuno dei dirigenti che chiarisse cosa è successo con Spalletti e che dichiarasse incedibili giocatori come Nainggolan e Strootman, almeno”.

Nando Orsi (Radio Radio Mattino – 104,5): “Per Schick, in questo momento, 25 milioni non sono tanti. Il mercato sta percependo che la Roma sta cambiando tanto e quindi si buttano sui giocatori più importanti. Con l’arrivo di Monchi non faranno più un instant-team ma una squadra con un progetto che darà risultati in due o tre anni. Non mi sorprenderebbe se dovessero cedere due o tre big”.