rubriche

‘RADIO PENSIERI’, ZAZZARONI: “L’operazione Dzeko a gennaio è una rinuncia sanguinosa”

Ecco le opinioni dei protagonisti delle emittenti radiofoniche romane

Redazione

Quello delle radio romane è un fenomeno che non ha eguali nel resto d’Italia. Una pluralità di stazioni a fungere da piattaforma, una schiera di giornalisti, ex calciatori e opinionisti ad animare lo spettacolo. Ecco le opinioni dei protagonisti delle emittenti radiofoniche.

Ivan Zazzaroni (Radio Radio Pomeriggio – 104,5): “La cessione di Dzeko è un bel rischio. Rinunciare oggi come oggi al cannoniere è una rinuncia sanguinosa. Vediamo adesso chi prenderanno, il tempo è poco. Se prendono Berardi sarebbe un bel colpo, ma ne hanno resi 50 e ne spendono 30? Dubito. Capisco tutto, ma questa operazione ha il senso forte di una squadra in difficoltà, altrimenti a gennaio non vendi il tuo centravanti titolare. La Juve non fa queste scelte, il Napoli forse li fa ma non ogni anni e non in pochi giorni. Oggi possiamo dirci che la Roma  un club che deve avere in autogestione, e quindi ha dei limiti. Gli obiettivi non possono essere più lo scudetto, quando hai la Juve e il Napoli avanti. E' la stessa situazione dell'Inter, ma lì c'è un finanziatore di un altro tipo che quando avrà superato i problemi investirà pesantemente”.

Ilario Di Giovambattista (Radio Radio Pomeriggio 104.5): “Di Francesco ha detto che Schick non è pronto mentalmente, adesso diventa il centravanti titolare della Roma? Se per il mister si è vista una grande Roma per 65’, c’è qualcosa di cui preoccuparsi. Grande senza un tiro in porta e con un gol regalato dagli avversari mi pare esagerato. Comincio ad avere la sensazione che la Roma metta in discussione anche il suo allenatore”.

Gianluca Lengua (Radio Radio Pomeriggio 104.5): “Ieri a Milano ho visto una squadra scarica, che si è fatta sopraffare dall’Inter. Ma cosa ci fa la Roma con uno dei portieri più forti in Europa se non venderlo? Come fa a tenerlo a giugno avendolo pagato 8 milioni e con offerte da 50? Vendere Dzeko a 35 milioni quando l’hai pagato 18, in questo momento per la dirigenza della Roma è positivo perché a fine stagione non varrà quella cifra, soprattutto se continua a giocare così. Emerson sarebbe un’altra plusvalenza, e lo stesso discorso vale per Alisson. È così che ragiona la proprietà, dopo sette anni bisogna capirlo. Capitolo Totti: è stato anche criticato per la battuta a Dzeko, ma qualcuno dovrebbe ringraziarlo perché in questo momento sceglie di non parlare. Credo che lui si stia tenendo”.

Stefano Agresti (Radio Radio Pomeriggio 104.5): “La sensazione che si ha è che Dzeko dovrebbe andare al Chelsea entro breve. È la Roma che ha deciso di cedere il giocatore. L’offerta al club giallorosso va bene, ci sono solo da sistemare alcuni dettagli. Ieri la Roma ha pareggiato la partita per Bruno Peres terzino, è stato questo che ha devastato la squadra. Inter-Roma è stata una partita pessima, hanno giocato male tutte e due le squadre, fatico a trovare qualcuno che abbia fatto bene, eccetto Alisson. È un po’ lo specchio del motivo per cui entrambe non possono competere con le prime. Berardi alla Roma? Il presidente del Sassuolo non è uno come Pallotta che ha bisogno di soldi, e poi loro ancora non sono salvi. Forse a giugno, ma non certo adesso".

Alessandro Vocalelli (Radio Radio Pomeriggio 104.5): “Dzeko? Si sta trattando in maniera avanzata, si potrebbe arrivare a una conclusione molto presto. Credo che dietro questa cessione ci sia un’implicita ammissione di errore su come è stata costruita la Roma. A luglio-agosto è stata creata una squadra squilibrata. È stato un errore prima, e temo che sia un errore anche adesso. Affidarsi a Schick ora secondo me è un rischio enorme. Nell’ultima mezz’ora la Roma è crollata dal punto di vista atletico, bisognerebbe domandarsi perché. Inter-Roma è stata una partita orribile”.

Furio Focolari (Radio Radio Pomeriggio 104.5): “Una grande squadre non vende i suoi campioni a gennaio. E oltre a Dzeko, mi sconvolge anche la cessione di Emerson. La Roma se ne priva senza nessun problema e secondo me la cosa stride. La Roma vista ieri a Genova non vince. L’unica azione da gol nasce da un gran rinvio del portiere, poi la Roma non ne ha avute altre. Ora Peres è diventato veramente una sciagura. Schick può diventare un calciatore importante, ma dargli il peso della maglia del centravanti titolare di una squadra come la Roma mi sembra troppo visto che non l’ha mai fatto. Penso che quando entra Peres, i suoi compagni di squadra non si sentono più sicuri”.

Franco Melli (Radio Radio Pomeriggio 104.5): “La cessione di Dzeko nemmeno si commenta, è una vicenda senza precedenti. Non ricordo una grande squadra che a gennaio vende il suo centravanti. Errori che si sommano ad errori. Chi ha visto ieri la non-partita di Dzeko ha capito che il bosniaco stava già con la testa altrove. Credo che nella Roma ci sia un problema mentale. Schick? Più lo vedo più ho perplessità, finora non si è visto. Non so se può fare il centravanti della Roma. Se ora gioca 3 partite e non segna, poi non lo puoi più presentare. Non lo vedo né cattivo né determinato”.

Tony Damascelli (Radio Radio Pomeriggio 104.5): “Da quello che so io, Dzeko fa parte del pacchetto di Emerson. Conoscendo Conte, non riesco a capire cosa c’entri il bosniaco con lui. Quando è uscito Gerson, ieri la Roma si è squagliata. Il brasiliano rallentava il gioco e lo riaccendeva. Poi ho una domanda: perché in un grande club deve giocare gente come Peres e Jesus e non due ragazzi italiani? Questo sarebbe il momento per Totti di dire ‘giù le mani dalla Roma e da Di Francesco’”.

Roberto Pruzzo (Radio Radio Pomeriggio 104.5): “Vendere Dzeko può essere anche una manovra per dare spazio a Schick, deve essere lui il vero acquisto della Roma. Credo che Monchi debba dare un segnale tirando fuori un jolly, altrimenti il suo lavoro va messo in discussione”.

Andrea Pugliese (Teleradiostereo 92.7): “Tutto sta nel capire chi arriverà per sostituire Dzeko e Emerson. Comunque nel breve termine, uno come Dzeko è difficile da sostituire e tu hai bisogno di fare punti subito”.

Antonio Felici (Centro Suono Sport - 101,5): “Dzeko a Roma si trova benissimo, si starà ponendo molti interrogativi. Sono convinto che alla fine riusciranno a convincerlo. I cambi contro l’Inter sono stati un disastro, appena è entrato Peres si è aperta una voragine clamorosa dalla parte di Perisic. La Roma è tatticamente saltata in area. Di Francesco poteva fare di più, ma è stato condizionato anche dalle assenze. È dovere di un tecnico che segue i giocatori capire quale può essere il rendimento, e capire se è il caso o meno di fare dei cambi. Bruno Peres ha sbagliato tanto perché neanche Florenzi non sapeva dove andare. Il fair play finanziario lo devi interpretare in maniera dinamica: devi movimentare gli introiti con merchandising oppure con sponsorizzazioni della presidenza".

Francesco Balzani (Centro Suono Sport 101,5): “Dzeko a Roma non lo vogliono. La partita di ieri segna la fine dei sogni scudetto, è una diminutio per la Roma incredibile parlare di quarto posto. La Lazio è il primo problema della Roma e questo è un dato allarmante. Non ho visto una grande Roma nel primo tempo. Peres non lo vedrei nemmeno in panchina, lo rottamerei. Fuori luogo la foto di Monchi, forse gli è venuta una botta di nostalgia o era un modo per ricordare cosa ha vinto. Se la Roma si vuole rinforzare deve tenere Dzeko e prendere Mahrez, se poi vendi lui e Palmieri ti stai indebolendo. I grandi club affrontano il fair play finanziario con altre voci, e non solo col mercato".  

Alessandro Austini (Teleradiostereo 92.7): "La Roma non ha deciso a tavolino di voler vendere Dzeko. Come ha dichiarato Monchi la Roma valuta tutte le offerte. Il Napoli ha una strategia diversa perché tiene un monte ingaggio basso e può prendersi la libertà di decidere qualora arrivassero offerte per i suoi top player. Se il Napoli dovesse vincere lo scudetto vorrebbe dire che la strategia è migliore di quella della Roma. Se non dovesse vincere saremmo di fronte a due modelli diversi per arrivare a ridosso di chi vince. La giornata di oggi potrebbe essere cruciale per Dzeko e Emerson e Di Francesco ieri lo ha confermato. Sono sicuro che la Roma comprerà un attaccante in caso di cessione di Dzeko perché la Roma vuole arrivare almeno quarta e ha il dovere di provarci fino in fondo. Bisogna intervenire sull'esterno d'attacco per poi poter valorizzare Schick. Monchi è convinto che in questa maniera la Roma si possa rinforzare, questa è l'unica spiegazione tecnica per spiegare questa operazione. Ieri nel primo tempo ho visto la migliore Roma degli ultimi due mesi. Poi ho visto molti giocatori sulle gambe. La pausa è stato un problema per molti perché spezza i ritmi degli allenamenti. Strootman ieri è stata una bella novità, l'ho visto bene nelle due fasi. Credo che si possa impiegare una stagione per costruire qualcosa. Ci si poteva aspettare che fosse un anno di transizione. La Roma deve fare di tutto per prendersi il terzo/quarto posto. Da quando Di Francesco ha portato il foglietto in sala stampa la squadra ha pensato di smentirlo perché è crollata anche nel numero di conclusioni, cioè prima non finalizzava adesso ha risolto il problema non tirando più. Avrei evitato di portare i foglietti perché un chiaro segnale di debolezza, vuol dire che ti devi difendere da qualcuno e ti senti attaccato".

Ubaldo Righetti (Teleradiostereo 92,7): "La Roma non era partita male poi si è sciolta. I crampi fanno riflettere. Si avverte un disagio. Bisogna capire se è un problema mentale o tattico".

Federico Nisii (Teleradiostereo 92,7): "Il risultato è la cosa di cui mi preoccuperei di meno. La gara di ieri ha detto che la Roma non è guarita, bisogna capire a che punto siamo. In questa settimana i giallorossi devono capire se possono dare un senso a questo campionato. La trattativa per Dzeko sembra in dirittura d'arrivo e Schick dovrebbe sostituirlo anche se non sembra essere pronto. Non mi è piaciuta la battuta di Totti a Dzeko. Un dirigente non può dire certe cose. In privato non ci sarebbe nessun tipo di problema ma da un dirigente non può fare certe battute in pubblico".

Franco Melli (Radio Radio Mattino – 104,5): “Sconcertato dalla non prestazione di Dzeko, che significa tante cose: ci voleva un impegno particolare per fare una partita senza prenderla mai. La notizia di oggi è la devastazione della Roma, quello che è successo non è successo neanche nei tempi più bui. La Lazio è più forte della Roma e di tante altre. La Roma è in una situazione psicologica drammatica. Non capisco perché la Roma pur vendendo i pezzi migliori si trovi sempre in questa situazione finanziaria".

Roberto Renga (Radio Radio Mattino – 104,5): “L’offerta per Emerson e Dzeko è di quelle buone. Ora è fondamentale entrare per le prime quattro, la vita cambierà per chi entra in Champions. Se non si arriva in Champions saranno problemi, vendendo Dzeko si rischia di non arrivarci e si perderebbero più soldi di quanto se ne incasserebbero. Il crollo di ieri è stato negli ultimi 25 minuti, in panchina non c'erano cambi. Spero che in caso di cessione di Dzeko si intervenga sul mercato".

Furio Focolari (Radio Radio Mattino – 104,5): “Dzeko non ha avuto palle giocabili, come non le hanno avute gli altri: ne ha avuta una El Shaarawy dal portiere. 65 milioni sono complessivi di Emerson che è un giocatore che prima dell'infortunio era arrivato anche in Nazionale. Una grande squadra a gennaio non vende ma se ha dei problemi compra".

Alvaro Moretti (Radio Radio Mattino – 104,5): “Se la Roma a gennaio ha bisogno di 60 milioni, vuole dire che è stata sbagliata la programmazione da parte della Società. Il calcio non si amministra così. La Roma corre 60 minuti perché non si allenano bene, e non si allenano tranquilli. Il segnale che dai con queste cessioni, si risente poi in campo”.

Roberto Pruzzo (Radio Radio Mattino – 104,5): “A me queste cessioni a gennaio come Dzeko non mi convincono. Poi è complicato andare a trovare un valido sostituto". 

Ilario Di Giovambattista (Radio Radio Mattino – 104,5): “L’operazione Dzeko al Chelsea è stratosferica, e la Roma non può permettersi di dire no. Adesso, però, va trovato un valido sostituto e va centrato l’obiettivo almeno del quarto posto, altrimenti questa cessione non sarà servita a niente”.

Mario Mattioli (Radio Radio Mattino – 104,5): “Ormai sono caduti i veli su questa gestione americana della Roma. A loro non interessano i risultati sportivi, ma solo quello di far soldi. Pallotta non ha nemmeno il tempo o la voglia di venire mezza giornata a Roma per vedere come stanno le cose, e ha dato il là a un atteggiamento passivo dei dirigenti. Questa Roma non è una società. Pallotta vede appannare il suo obiettivo (lo stadio, ndr), e allora manda tutto in malora, compreso quanto di buono si era fatto a livello tecnico con i giocatori”.