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‘RADIO PENSIERI’, DOTTO: “La Roma deve creare dei leader. Ieri sono mancati tutti”

Ecco le opinioni dei protagonisti delle emittenti radiofoniche romane

Redazione

Quello delle radio romane è un fenomeno che non ha eguali nel resto d’Italia. Una pluralità di stazioni a fungere da piattaforma, una schiera di giornalisti, ex calciatori e opinionisti ad animare lo spettacolo. Ecco le opinioni dei protagonisti delle emittenti radiofoniche:

Giancarlo Dotto (Teleradiostereo 92.7): “Derby? Un gruppo di onesti calciatori hanno trovato una forza attorno a Inzaghi, un allenatore sicuramente modesto, che però ha saputo infondere in questi ragazzi la voglia dell’impresa. Ieri sera sono mancati tutti i decantati leader, a cominciare da Strootman. Credo sia stata la sua peggiore partita da romanista. Dobbiamo fare mea culpa tutti noi, evochiamo eroi che ancora non ci sono. La Roma del futuro è una squadra che deve porsi il problema di creare dei leader. Spalletti? Il suo vero limite è quello di aver fatto esistere troppo i suoi nemici in un modo quasi morboso. Il mio auspicio che Spalletti trovi nella sconfitta la spinta per una sfida ulteriore, ma credo comunque che la sua storia con la Roma si chiuderà”.

Stefano Impallomeni (Teleradiostereo 92.7): “E’ stata una stagione positiva, non è assolutamente tutto da buttare. Certo la botta è stata clamorosa. La squadra è svuotata, consunta: Nainggolan e Strootman sono chiaramente in difficoltà, Dzeko potrà fare anche 50 gol in stagione ma contro Lione e Lazio non è mai stato in partita. Il derby di andata ha inciso tantissimo sulla testa dei giocatori e la condizione fisica generale è carente. Paredes è un bravo giocatore ma ancora non è pronto per le grandi partite, deve crescere. Sinceramente non capisco perché si rimandi ancora il discorso sul rinnovo di Spalletti, qualora si opterà per un nuovo allenatore Monchi sarà determinante”.

Max Leggeri (Centro Suono Sport 101.5): "Spalletti? Ha depresso una squadra che volava sulle ali dell'entusiasmo dimostrandosi un ottimo mezzo allenatore".

Fabio Petruzzi (Centro Suono Sport 101.5): "E' normale che il tifoso romanista oggi sia arrabbiato, deluso e scosso per quanto visto ieri sera e non solo. La Roma è uscita meritatamente dalla Coppa Italia ma sta pagando ciò che è accaduto nell'ultimo mese e mezzo. Purtroppo la Roma è arrivata fisicamente e mentalmente cotta agli appuntamenti decisivi della stagione".

Federico Nisii (Teleradiostereo 92.7): “Già dopo l’errore di Dzeko nei primi minuti, la Roma mi è sembrata un po’ svuotata. I gol non si contano, si pesano. Sia quelli fatti, sia quelli subìti. Io non voglio più sentir parlare di clean sheet. Con chi? Con l’Empoli? Col Crotone? Non è lì che si pesa quanto sei incisivo o sei impermeabile in difesa nei momenti che contano. Si pesa nelle partite che contano. Questo è un problema relativo a tanti giocatori che abbiamo definito campioni, ma che campioni non solo. Dzeko, Salah, Manolas… sono molto forti, ma non sono campioni se non emerge la personalità nei momenti che contano. Ce ne sono due di campioni in questa squadra, eccetto Totti e De Rossi, ovvero Strootman e Nainggolan. Gli altri non sono campioni”.

Marco Madeddu (Teleradiostereo 92.7): “Spalletti ha perso un po’ di favori del pubblico per i suoi atteggiamenti degli ultimi tempi, per l’attesa sulla decisione del rinnovo, le polemiche con la stampa. De Rossi ha detto che lo considera tra i dieci migliori al mondo e che la Roma dovrebbe fare di tutto per trattenerlo. Sono parole importanti anche se sembra che il futuro dell’allenatore sia già deciso e lontano da Roma”.

Angelo Di Livio (Teleradiostereo 92.7): “Ci sono parecchi giocatori che non stanno benissimo e questo condiziona le scelte dell’allenatore, come i frequenti cambi di modulo da 3 a 4. Bruno Peres non è proprio in condizione: ieri la scelta di mettere un terzino di spinta per Juan Jesus all’intervallo poteva anche essere corretta, ma il brasiliano non è mai riuscito ad andare sul fondo”.

Francesco Balzani (Centro Suono Sport 101.5): "Lotito ha trovato l'America con Pallotta. Una delle Lazio più deprimenti della storia ha vinto più della Roma in questi anni di nuova gestine e festeggia l'ennesimo risultato sorprendente, nonostante i giallorossi siano più forti. Da ieri Spalletti credo sia l'ex allenatore della Roma, anche se lo credo anche già da un po' di tempo. Lui questa squadra l'ha sfondata: parlando del futuro si è perso il presente. L'ingresso di Totti a nove dalla fine? Al capitano giallorosso andrebbe dato il premio Nobel per la pace".

Alessandro Vocalelli (Centro Suono Sport 101.5): “La Roma è una società autofinanziata, quindi i soldi li prende dai propri tifosi, quindi bisogna fare attenzione a come si spendono. Bruno Peres, ad esempio, è stato pagato più del doppio di Milinkovic-Savic. Poi mettiamoci i 10 milioni per Jesus ed i 18 per Gerson, quindi, i giallorossi pecca di programmazione sia sul mercato che su un piano tecnico. Secondo me la Roma terrebbe ancora Spalletti, ma non credo lui voglia restare. La Roma, come dice Pallotta, farà i grandi investimenti solo con lo stadio nuovo. Totti, in una partita come ieri, avrebbe potuto giocare tranquillamente 45 minuti. Io lo avrei fatto entrare dall'inizio, per poi sostituirlo nel secondo tempo. Il suo ingresso in campo a nove minuti dalla fine è per farlo partecipare alla sconfitta, intesta come eliminazione dalla coppa Italia”.

Ubaldo Righetti (Teleradiostereo 92.7): “Non mi aspettavo una Roma così molle e debole fisicamente. Pensavo che l'ambiente avesse dato una carica ai calciatori, ma così non è stato. Ci si sono messi anche degli errori individuali a compromettere la prestazione. La difesa non è stata attenta. Io avevo la certezza di far gol ma c'era del disagio in campo. E' mancata la cattiveria, dobbiamo ancora crescere e tanto pure”.

Gabriele Ziantoni (Teleradiostereo 92.7): “Ieri Lukaku sembrava Dani Alves e Peres è stato umiliato. Nella gara di andata, sapendo di dover giocare il ritorno, sull'1-0 ti fermi, ragioni e difendi: secondo me, siccome si stava giocando un derby, i calciatori si sono fatti prendere dalla foga. Manolas e Nainggolan sono rimasti alla gara di Milano. Ieri Strootman sembrava il fratello uscito male: andava pianissimo. I giocatori della Lazio ieri sono scesi in campo spaventatissimi, se Dzeko avesse segnato dopo 3 minuti, i biancocelesti si sarebbero levati maglia e pantaloncini e sarebbero tornati di corsa a casa”.

Riccardo “Galopeira” Angelini (Teleradiostereo 92.7): “Non paragoniamo l'eliminazione della Coppa Italia con il 26 maggio 2013, quel giorno fa ancora male. Ha vinto il doppio confronto semplicemente la squadra che ha giocato meglio alla lunga. Mi trovo spiazzato quando sento dire che Dzeko, uomo da 33 gol, è 'scarso'. La Roma che perde è un po' come la Juventus che vince: mette d'accordo tutti quanti. Mi dispiace al 70% per essere uscito contro la Lazio, e al 30% perché siamo usciti con una squadra molto inferiore di noi. Ma secondo voi, se a gennaio avessimo acquistato Rincon, ieri avrebbe giocato titolare? Non credo proprio. Peres l'hanno voluto i giornalisti perché con il solo Florenzi non si poteva giocare. Cambiamo i giornalisti invece che gli allenatori, la stampa non va più bene. Tanto appena arriverà un nuovo tecnico e farà un qualcosa di storto, i giornalisti gli andranno di nuovo addosso come sta accadendo con Spalletti".

Federico Nisii (Teleradiostereo 92.7): “A gennaio anche un calciatore di secondo livello come Paloschi o Perica avrebbe fatto bene nella Roma per far rifiatare Dzeko. Lui è un grandissimo calciatore ma nella vita c'è sempre di meglio. Ieri Manolas ha fatto una partita pessima ma, purtroppo, non è stato l'unico. La Juventus ha acquistato Rincon solamente per toglierlo alla Roma. Il vero Nainggolan l'abbiamo salutato a San Siro, poi ci mette sempre la solita grinta, ma è stanco".

Mario Mattioli (Radio Radio Mattina – 104,5): “La qualificazione della Lazio porta la firma di Spalletti che con le sue elucubrazioni mentali, la sua filosofia personale, ha trascinato nel buio tutta la squadra giallorossa. Vedo Spalletti staccato dalla partita, non lo vedo accanto ai suoi uomini ma pensa più ad altre vicende".

Ilario Di Giovambattista (Radio Radio Mattina – 104,5): "Spalletti ha perso completamente la bussola, attacca i giornalisti ma non arrivano i risultati. Nel secondo tempo la Roma è quasi scomparsa, pensavo che i giallorossi giocassero più aggressivi, invece si sono svegliati solo nel finale. È scattato un allarme, adesso vediamo come si comporteranno a Bologna".

Roberto Pruzzo (Radio Radio Mattina – 104,5): “La Roma ha regalato alla Lazio il primo tempo della gara d'andata, e ieri ha provato una rimonta molto difficile. La Lazio ha meritato, nella partita d’andata ha messo le basi per la qualificazione. Spalletti? La società deve dare un segnale per far capire qualcosa di più sul suo futuro".

Nando Orsi (Radio Radio Mattina – 104,5): “La vittoria della Lazio è stata ineccepibile, è la squadra più forte tra le due anche se il campionato dice un’altra cosa. La Roma ha mostrato in due partite la sua natura: perde sempre le gare importanti”.

Roberto Renga (Radio Radio Mattina – 104,5): “L’utilizzo di Totti è un’offesa continua, questo perché il capitano giallorosso è troppo buono. Spalletti avrebbe dovuto provare a fare queste cose con uno giocatore come Pruzzo”.

Augusto Ciardi (Teleradiostereo 92.7): "Alla Roma manca un uomo di campo, uno che guidi i calciatori sempre. Ieri i nostri si nascondevano sempre tra i giocatori laziali e quindi la manovra era inefficace. Ieri Strootman, Nainggolan e Dzeko dovevano fare molto di più. El Shaarawy stava facendo bene e Spalletti non avrebbe dovuto sostituirlo. Paredes ha perso tantissimi palloni e quando doveva prendere per mano la squadra non l'ha fatto. Mi dispiace che Alisson ieri abbia giocato l'ultima partita della stagione perché si è sempre impegnato e ha fatto bene. Anche Spalletti ha le sue responsabilità per l'eliminazione. Si è sempre saputo che marzo è il mese più caldo e difficile di un campionato. Non riesco a spiegarmi il cambiamento tra la scorsa stagione e l'attuale di El Shaarawy e Perotti. L'argentino rischia di diventare uno di quei classici calciatori che fa dribbling inutili e poi passa la palla indietro. A Paredes non do scuse perché non è più un ragazzino, ha 23 anni. Tutti si aspettavano un atteggiamento diverso, soprattutto perché siamo usciti proprio contro la Lazio".