rubriche

‘RADIO PENSIERI’, CARINA: “La Roma è sulle gambe”. LENGUA: “Società e calciatori i maggiori colpevoli”

Ecco le opinioni dei protagonisti delle emittenti radiofoniche romane

Redazione

Quello delle radio romane è un fenomeno che non ha eguali nel resto d’Italia. Una pluralità di stazioni a fungere da piattaforma, una schiera di giornalisti, ex calciatori e opinionisti ad animare lo spettacolo. Ecco le opinioni dei protagonisti delle emittenti radiofoniche.

Franco Melli (Radio Radio Pomeriggio 104.5): "Totti deve dire quello che ha detto, ma al momento non saprei dire chi arriverà terza e chi arriverà quarto. Nessuna si stacca, per me la peggiore è l'Inter. Per la Champions invece non sono molto positivo sulla Roma. Lo Shakhtar è favorito".

Nando Orsi (Radio Radio Pomeriggio 104.5): "Monchi vuole dare alla squadra una sua impronta e per questo cercherà di cambiare l'ossatura della squadra. adesso si dovrebbe parlare di tutto, tranne che della condizione fisica. Ma come è possibile dire che si deve ancora acquisire condizione?" 

Gianluca Lengua (Radio Radio Pomeriggio 104.5): "Degli uomini arrivati nel mercato solo Kolarov ha giocato con continuità e questo dimostra che il lavoro di Monchi fatto fino ad ora è insufficiente. Il problema della Roma è atletico, non è di certo tutta colpa di Di Francesco se la squadra ha fatto due figuracce con Shakhtar e Milan. Dallo spogliatoio ci hanno detto che la preparazione fatta negli Stati Uniti non è stata ottimale. Le responsabilità maggiori sono di chi ha fatto il mercato e di chi scende in campo".

Tony Damascelli (Radio Radio Pomeriggio 104.5): “In tutte le squadre i più grandi sono andati via, solo alla Roma sono ci sono gli intoccabili. Quando una società è quotata in borsa si fanno errori del genere, ma i tempi in cui le squadre venivano gestite con la passione sono finiti. Su Roma e la Roma ci sarebbe da scrivere una Bibbia, ma a volte è proibito. I giocatori dopo l'allenamento dovrebbero essere morti, invece non funziona così"

Stefano Carina (Radio Radio Pomeriggio 104.5): “Nessuno è più incedibile nella Roma. Questo non vuol dire che venderanno tutti, ma in passato uno come Florenzi era intoccabile mentre adesso no. Dietro a questa scelta c'è Monchi, che vuole cambiare l'ossatura della squadra. Negli scorsi anni il responsabile era sempre l'allenatore, ora si sta cambiando. Ovviamente se Di Francesco non arriva almeno quarto, l'anno prossimo non sarà l'allenatore della Roma. La squadra è sulle gambe, questo è il problema più grande".

Ivan Zazzaroni (Radio Radio Pomeriggio 104.5): “Di Francesco è un allenatore in difficoltà, ma non è più scarso di Gattuso o di Inzaghi, questo è sicuro. La settimana scorsa si diceva che era in crisi l'Inter, ora si dice che è la Roma. Nessuno ha mai detto che la Roma fosse una squadra da scudetto, è a 2 punti dal terzo posto e tutto è ancora da decidere".

Piero Torri (Teleradiostereo 92.7): "La cosa che mi preoccupa di più sono le dichiarazioni nel postpartita. Quando sento dire che la Roma ha fatto un grande primo tempo capisco che non si rendono conto. La Roma non tira in porta. La società deve essere più forte, se uno come Pellegrini viene a chiedere il rinnovo dopo 10 mesi e con un contratto da 2 milioni l'anno non ti devi piegare. Se vuole, porta i soldi della clausola e arrivederci".

Angelo Di Livio (Teleradiostereo 92.7): "Mi auguro di vedere una grande prestazione contro il Napoli. Ce la prendiamo con Bruno Peres, ma molti sono al suo livello. Se sono l'allenatore, la prestazione di Schick senza mordente mi fa arrabbiare molto. L'errore è stato non mettere Defrel che stava più in forma degli altri".

Federico Nisii (Teleradiostereo 92.7): "La Roma può ancora cambiare la sua stagione. Può arrivare terza e in semifinale di Champions, così come finire sesta e uscire con lo Shakhtar. Vorrei che i giocatori lo capiscano. Le spiegazioni che dà Di Francesco sono incomprensibili. Basta con le foto e basta con i soprannomi. Quelli si davano a gente come Gigi Riva, questi non hanno vinto niente".

Alessandro Vocalelli (Centro Suono Sport 101.5): “Se c’era un giocatore adatto al gioco di Di Francesco, questo era Paredes. Poi c’è la questione della fascia sinistra: la Roma aveva Emerson e Mario Rui, e li ha venduti tutti e due, aprendo un nuovo problema per il futuro. Pellegrini è uno dei pochissimi giocatori su cui puoi fare un progetto, eppure sento parlare anche di una sua possibile partenza. Di Francesco ci sta mettendo del suo, ma immagino non sia facile lavorare così. C’è un problema programmatico che parte dalla proprietà più che dalla dirigenza. C’è una mission aziendale che dà la priorità. Ad oggi dico questo: Di Francesco andrà via sicuramente se la Roma arriva quinta. Nessuna nella Roma può sentirsi fuori discussione. Secondo me una Roma normale con lo Shakhtar passa il turno di Champions. Questa Roma non ha perso solo il gioco, ma anche tutte le doti dei primi 3 mesi in cui avevamo visto qualcosa che stava crescendo. Ora invece si sta spegnendo”.

Antonio Felici (Centro Suono Sport 101.5): “La responsabilità maggiore va cercata al vertice della società, c’è poco da fare. In questa gestione americana gli allenatori sono sempre stati lasciati soli. Bisogna avere delle spalle larghissime per sopportare questa cosa. Di Francesco le ha? Credo di no. Con una società così deficitaria servirebbero degli allenatori ‘guru’, ma questi si chiamano Guardiola e Mourinho, e non esiste alcuna possibilità che possano venire”.

Alessandro Austini (Teleradiostereo 92.7): “Non mi è arrivata voce di Pallotta scontento, anche perché mi sembra scontato. La cosa che manca al manicomio è questo susseguirsi delle stesse dinamiche. Secondo me i giocatori non riescono a seguire Di Francesco. Il ciclo di questa squadra si chiude senza essere mai iniziato. Non vedo un ‘accannamento’ di Di Francesco. Come è possibile che Roma e Napoli abbiano preso questo bivio dopo aver lottato punto a punto lo scorso anno? È un caso da analizzare. Domenica sera ho visto Di Francesco preoccupato. L’ho visto come uno che le ha provate tutte e ottiene sempre lo stesso risultato. Ho avuto la sensazione di uno che sbatte la testa contro il muro, disposto a mettere in discussione il suo credo. Se molla pure lui, è finita. In questo momento il confronto tra Roma e Napoli è veramente ingeneroso. Se il Napoli vince lo scudetto giocando sempre con gli stessi, con due infortuni gravi, senza mercato e stando senza portiere, sarebbe un miracolo sportivo di Sarri subito dietro la Premier vinta dal Leicester”.

Riccardo ‘Galopeira’ Angelini (Teleradiostereo 92.7): “Io non difendo la società. Se la Roma è quinta dietro la Lazio, vuol dire che le cose non vanno bene, e io sono convinto che la Roma sia più forte della Lazio. A inizio stagione avevo qualche perplessità, Di Francesco non era l’allenatore dei miei sogni ma ho pensato che per due anni dovesse rimanere. Ora come faccio a non essere dalla sua parte? Ora lo vedo come se gli fosse cascata addosso una montagna. Oggi mi sento di difenderlo, prendersela con Di Francesco è come prendersela con Luis Enrique in quella stagione. Io penso che la società sappia cosa fare per arginare questi continui crolli, ma non ha il coraggio di farlo. Mancano i gol di Dzeko e Nainggolan? Eppure stanno ancora dentro la squadra. Quando gli chiediamo spiegazioni? Quello che sta succedendo adesso non si poteva non prevedere a giugno. Di Francesco è già stato ‘accannato’ dai media. Anche se Nainggolan facesse bene le gare che mancano fino alla fine, non avrebbe comunque compensato la sua stagione. A me non serve il colpevole, io voglio che qualcuno che mi aiuti a capire la causa, che non possono essere solo Di Francesco e Pallotta. Non sono mai stato pienamente convinto di ingaggiare Di Francesco, ma nel momento in cui la Roma lo ha scelto, io ci credo. È l’unico che lavora dentro la squadra”.

Gabriele Ziantoni (Teleradiostereo 92.7): “Sto tremando per la gara di sabato contro il Napoli, quando pure Mario Rui fa quel gol su punizione allora grazie a tutti e arrivederci. C’è la possibilità che i giocatori della Roma siano più forti di quelli del Napoli, ma anche che Sarri sia molto più forte di Di Francesco”.

Roberto Pruzzo (Radio Radio Mattino 104.5): “La Roma non riesce ad esprimere il suo reale potenziale. Sembrava che le cose si potessero rimettere in sesto dopo le 3 vittorie in campionato, ma il secondo tempo col Milan è assolutamente imbarazzante. Vedo una squadra smarrita, che non ha più motivazioni e obiettivi. Bisogna affrontare la partita di Napoli con uno spirito vero, potrebbe essere la gara della svolta”.

Roberto Renga (Radio Radio Mattino 104.5): “Visto che è andato a Boston, vorrei dire a Monchi di parlare chiaramente con Pallotta. Parlate di cose serie, non solo di programmi di scouting. La domanda è questa: cosa fare di questa Roma? Mi sembra di fare discorsi fatti e rifatti ogni stagione. Questo è il periodo in cui tutto viene a cadere, a febbraio bisogna ricominciare da capo. Io ricordo che sono 7 anni che vengono cambiati regolarmente sia i calciatori che gli allenatori. Possibile che la colpa sia sempre loro? Non pensate che se ci fosse la Roma dell’anno scorso, la squadra sarebbe andata meglio? La Roma non ha un regista, eppure fino a quest’estate aveva Paredes. Con Ruediger non sarebbe andata meglio? Senza parlare di Salah. Nainggolan ora è in sovrappeso e ha smesso di giocare il 31 dicembre. Di Francesco via? E chi ci mettono? Non vedo tutti questi nomi che potrebbero andar bene”.

Franco Melli (Radio Radio Mattino 104.5): “Il potenziale della Roma è presunto, non è effettivo. La Roma ha un centravanti che non fa gol. Il tradimento dei senatori? Non so se definirlo così, dico che non ce la fanno più a garantire determinati livelli di rendimento. Credo sia miracolo che la Roma sia ancora in corsa per il terzo-quarto posto che per i quarti di Champions. Ho sentito che vogliono mandar via Di Francesco”.

Ilario Di Giovambattista (Radio Radio Mattino – 104,5): “La Roma sta 19 punti dietro al Napoli. Fossi in Pallotta mi metterei dietro la lavagna, perché lui dice tante cose ma fa pochi fatti. Sabato la Roma deve fare l’impresa per uscire indenne dal San Paolo”.