rassegna stampa

Uno stadio senza pace. Roma: indagato pure Frongia, si dimette

Assessore allo Sport, fedelissimo della Raggi: contestata la corruzione: "La mia posizione sarà archiviata"

Redazione

Nell’universo del Movimento 5 Stelle che ruota intorno al comune di Roma, dopo Marra, Romeo, Ferrara, Lanzalone e De Vito, ieri si è aggiunto all’elenco degli indagati anche Daniele Frongia, già vicesindaco, attualmente assessore allo Sport, uomo di fiducia di Virginia Raggi.

Frongia, coinvolto il 20 settembre 2018 dall’imprenditore Luca Parnasi – ex partner della Roma nella questione stadio di Tor di Valle – per una segnalazione volta all’assunzione di una sua amica come responsabile delle relazioni istituzionali della società Ampersand, è accusato di corruzione e per questo ha rimesso le deleghe e si è autosospeso, dichiarando: "Ho piena fiducia nella magistratura e, come sottolineato anche dai miei legali, confidiamo in una rapida archiviazione. Ma il mio caso non ha nulla a che fare con ciò che è emerso con De Vito". Ed in effetti sembrerebbe così, essendo diversa anche l’inchiesta. De Vito, ex presidente dell’assemblea capitolina, ieri davanti al gip si è avvolto della facoltà di non rispondere, si legge su La Gazzetta dello Sport.

Chi invece si è difeso negando le accuse è stato l’avvocato Camillo Mezzacapo, il compare di De Vito secondo i pm, l’uomo da cui sarebbero transitate le tangenti travestite da consulenze da migliaia di euro. "Ho svolto solo attività professionali che nulla avevano a che fare con il ruolo politico di De Vito", la sua difesa. Quasi sfumata per il Movimento 5 Stelle l’ambizione di incassare un dividendo elettorale nelle prossime Europee di maggio – l’approvazione della variante al piano regolatore e della convenzione urbanistica con tutta probabilità slitterà in estate o addirittura dopo, perché gli uffici tecnici vogliono andare coi piedi di piombo e intanto attendere i prossimi sviluppi dell’indagine. Se cadesse la Giunta Raggi, col commissario straordinario nominato per traghettare l’amministrazione a nuove elezioni il progetto andrebbe molto probabilmente in ghiacciaia. Dagli Usa, il presidente Pallotta è sempre convinto ad andare avanti, ed è per questo che smentisce ogni ipotesi di cessione del club. Detto questo, visti i rapporti che ha con la banca d’affari "Goldman Sachs", è logico che se pervenisse qualche lusinga potrebbe prenderla in considerazione, ma solo se il sogno stadio fosse infranto. Ipotesi a cui non ci si vuole rassegnare.