rassegna stampa

Spalletti: «C’è un topino in giro a Trigoria. Ma è un po’ sordo»

Una stoccata a chi sbandiera l’alibi di un ambiente complicato intorno alla squadra a fronte di risultati non all’altezza delle aspettative: "Basta parlare di ambiente difficile. Giocare nella Roma è un privilegio e una responsabilità"

Redazione

Topini sordi, lo stile Roma, il bambino in ascensore, la belva Dzeko. E poi Gyomber. Ennesimo show di Luciano Spalletti in conferenza stampa, che ogni settimana alza un po’ di più il livello della comunicazione. Uno show dopo l’altro, una stoccata dopo l’altra: mai banale, quasi sempre sopra le righe, scrive Davide Stoppini su "La Gazzetta dello Sport".

Come quando torna sulla storia del «topino» (l’uomo che racconta i segreti di Trigoria ai giornalisti, ndr). Spalletti continua a giocarci su. «Di sicuro il topino è un po’ sordo, perché riporta le cose sbagliate. Gli daremo le supposte». Poi una stoccata a chi, anche a Trigoria, sbandiera l’alibi di un ambiente complicato intorno alla squadra a fronte di risultati non all’altezza delle aspettative. «Certo, è meglio se i calciatori vengono aiutati e non fischiati come dice Keita. Ma basta parlare di ambiente difficile. Giocare nella Roma è un privilegio e una responsabilità. E allora costruiamo lo stile Roma. Ai calciatori l’ho già detto: una volta con lo Zenit, dall’altra parte del mondo, un bambino in ascensore mi ha riconosciuto come allenatore della Roma. Ecco, verso questi bambini noi abbiamo un dovere». Il dovere ce l’ha pure lo stesso allenatore nel tentativo di recuperare Dzeko: «Su Edin c’è una cosa sola: lo serviamo male, punto. Lo dobbiamo sostenere di più e meglio. Lui fisicamente è una belva, va trovata la strada per farlo sentire dentro il nostro gioco».