rassegna stampa

Sergio Ramos: “Ronaldo è il passato, il Real no”

Al via la nuova era europea, senza CR7 e Zidane. Ramos: "Dentro un vuoto, ma andiamo avanti"

Redazione

È dal 28 maggio 2016 che il Madrid è campione d’Europa. Sono passati 845 giorni da quella notte milanese, crudele per l’Atletico e dolce per la Casa Blanca che a gennaio era stata scossa dalle fondamenta: via Rafa Benitez, dentro Zinedine Zidane. Mossa disperata di Florentino Perez, che portato al Madrid tre Champions di fila, cosa che non si vedeva dagli anni ‘70.  In panchina adesso c’è Lopetegui, 16 partite di Champions col Porto tra il 2014 e il 2015, eliminato nei quarti dal Bayern di Guardiola il primo anno e finito terzo e quindi in Europa League in un girone con Dinamo Kiev, Chelsea e Maccabi nel secondo, quando fu licenziato nel gennaio 2016, appena 4 giorni dopo che Benitez aveva sofferto la stessa sorte a Madrid.

Nelle 5 partite ufficiali disputate Lopetegui sinora ha fatto rotazioni in ogni reparto meno in attacco. La BBA sta rispondendo molto bene, scrive La Gazzetta dello Sport, e sinora sono tutti d’accordo nel definire il Madrid una squadra più corale, che gestisce meglio e più a lungo la palla, che pressa più alto e lavora in gruppo. Lo spirito di CR7 era ben presente nella sala stampa di Valdebebas ieri mattina. Sergio Ramos, che con il portoghese ha condiviso 9 anni pieni di gloria, ha spiegato: "Con lui abbiamo vissuto un periodo meraviglioso e lui qui ha battuto tutti i record. Ma Cris è il passato e non possiamo parlare sempre di lui e continuare a vivere su ciò che ha fatto qui. È chiaro che ha lasciato un grande vuoto, però quel buco è già stato coperto da altri giocatori che hanno tantissima ambizione e voglia di far bene e che possono competere alla sua stessa altezza. Abbiamo una grande rosa. Io, nei confronti di Cris, sento l’affetto e il riconoscimento che va dedicato ai giocatori top che sono stati qui, e lui è uno di loro. Però ora non c’è più e la vita prosegue: gli auguro il meglio, sempre quando non giochi contro di noi". E poi sul piano tattico: "Cris ti dà tante cose e te ne toglie altre, poche in realtà. Con lui eravamo più verticali, puntavamo molto sul contropiede e cercavamo il gol rapido, con maggiore velocità. Ora abbiamo più possesso palla e mostriamo virtù diverse, abbiamo un altro modo di far male all’avversario e dobbiamo approfittarne contro le grandi squadra".