rassegna stampa

Roma, tre volti d’azzurro. E il centrocampo ora vola

LaPresse

Cristante, Pellegrini e Zaniolo: il futuro giallorosso e della Nazionale. Bryan attacca la porta, Lorenzo è duttile e Nicolò ha impeto e qualità

Redazione

Un 2018 così non se lo immaginava nessuno dei tre. Chi per un motivo chi per un altro, è un anno che ricorderanno a lungo, se non per sempre. Perché Bryan Cristante ha vissuto il trasferimento in un grande club come la Roma, Lorenzo Pellegrini si è affermato nella squadra del cuore e Nicolò Zaniolo ha esordito in Serie A e in Champions, cosa che fino a 6 mesi fa sognava ad occhi aperti.

Se c’è un’ulteriore ricchezza in quei tre - scrive Andrea Pugliese su "La Gazzetta dello Sport" - è che possono davvero rappresentare anche parte del futuro della Nazionale di Roberto Mancini. Del resto, tutti e tre sono già nel giro, compreso lo stesso Zaniolo, che venne convocato a sorpresa a settembre, senza neanche aver mai messo piede su un campo di Serie A. Di certo a Mancini non saranno sfuggiti i recenti progressi di Cristante (tre gol nelle ultime cinque partite di campionato), la duttilità di Pellegrini e l’impeto e la personalità con cui Zaniolo si è affacciato nel calcio dei grandi.

Tra l’altro, i numeri ci dicono anche come i tre si possano integrare benissimo. Finora, però, è chiaro che dei tre quello che ha maggiore confidenza con la porta è assolutamente Bryan Cristante (in campionato 4 gol, contro l’uno di Zaniolo e Pellegrini), nonostante sia quello che gioca più lontano dalla porta avversaria e tiri in percentuale anche meno degli altri (18 conclusioni in 1122 minuti giocati, contro 16 di Zaniolo in 597 e 13 di Pellegrini in 775). Cristante è anche quello che tra i tre vince più duelli, anche quelli aerei. Paradossalmente, invece, Zaniolo è il quello che gioca maggiormente in verticale, con la più alta percentuale di passaggi lunghi rispetto agli altri due: 80%, Cristante si ferma al 62% mentre Pellegrini addirittura al 42,9%. Questo sostanzialmente vuol dire due cose: o Zaniolo pensa più in verticale o gli altri partecipano più di lui al gioco, mescolando quindi le giocate e anche le percentuali di passaggio.